Intervista a Estelle Hunt

Intervista a Estelle Hunt

Un’autrice istrionica di accurato talento capace di passare dal genere storico, di cui è da molti considerata la regina, e il contemporaneo in cui non risparmia di certo sull’ angst.

Ci ha regalato personaggi maschili narcisistici, duri, a volte spietati di cui è stato comunque impossibile non innamorarsi, e protagoniste femminili non di certo perfette ma incredibilmente forti, eroine del passato e del presente che pur nelle difficoltà hanno saputo rialzarsi e prendere in mano il loro destino.

In occasione dell’uscita del suo ultimo romanzo della serie “Amori vittoriani”, terzo volume dal titolo “L’anima nera di un lord” siamo felici di condividere l’intervista che Estelle Hunt ci ha gentilmente concesso, per conoscerla meglio e guardare un po’  dietro a questa penna che è sempre capace di emozionarci.

Ecco cosa ci ha raccontato.

Estelle Hunt

A quando risale la tua passione per il genere storico?

Credo che il genere storico sia stato il primo che abbia letto. Avevo circa tredici anni quando trovai questo libro, Bionda e fiera, in camera di mia madre. Parlava di un corsaro che sposa la figlia di un ricco possidente inglese. Ambientazione caraibica, scene erotiche che ai miei giovanissimi occhi apparivano come qualcosa di sconvolgente. Ne rimasi folgorata.

Sei stata influenzata da famiglia o amiche o è una tua personale passione?

Dalla famiglia sicuramente, visto che mia madre e mia nonna erano lettrici fortissime.

Era un tuo sogno giovanile?

In un certo senso sì.

Cosa vorresti dire a chi si affaccia alla scrittura, ai giovani autori che si apprestano ad entrare in questo mondo?

Due consigli: leggere tanti classici e far demolire il proprio romanzo da qualcuno che abbia le competenze per farlo.  Accettare i no, essere consapevoli che si sbaglia e si deve crescere sempre.

Come è nata la decisione di fare questo salto dalla pubblicazione indipendente alla Hope Edizioni?

Conoscevo Rosy da anni, è stata una delle mie prime lettrici con Emmeline ed è una persona che stimo moltissimo per il grande lavoro e l’impegno profusi per realizzare il suo sogno. Mi aveva contattata per chiedermi di pubblicare con la CE La modista di Bombay. Si tratta di un libro diverso da tutto ciò che ho scritto, è un women fiction sul quale ho versato il sangue quindi volevo un pubblico più vasto.

Se dovessi usare un solo aggettivo per descriverti come autrice quale useresti?

Sono un’autrice di pancia.

Un difetto e una virtù di Estelle come persona?

Un difetto solo? Sbadata, disordinata, pigra. Una virtù, leale.

A pochi giorni dalla giornata internazionale della donna puoi fare una riflessione sulla condizione femminile attuale?

Un elemento il ruolo e l’oppressione delle donne molto importante nei tuoi libri, le cui protagoniste sono donne che prendono in mano il loro destino pur in un’epoca storica sfavorevole per loro.

Rispetto anche solo a vent’anni fa sono stati fatti moltissimi passi in avanti, anche dal punto di vista della consapevolezza della condizione femminile, ma è inutile illuderci, la strada da percorrere è lunga e accidentata e noi abbiamo il dovere di educare le figlie al rispetto di sé e i figli al rispetto della donna. L’epoca vittoriana non era un periodo favorevole, la ribellione poteva rivelarsi fatale per la vita di una donna. Infatti Juliana, con la vedovanza, ha acquisito una libertà che cede con estremo rammarico ma è schiacciata dai doveri morali verso sua madre e se oggi una cosa del genere appare inconcepibile, all’epoca la sudditanza psicologica verso la famiglia era così potente da pretendere ogni sacrificio.

Quale protagonista tra Emmeline, Kathleen, Philippa, Olive,Juliana senti più vicina al tuo modo di essere?

Forse Kathleen è la protagonista più vicina al pensare moderno, ma solo perché è stata costretta a farlo suo. Diversamente, avrebbe accettato il matrimonio  con il brav’uomo scelto da suo padre.

Gli uomini dei tuoi libri sono molto imperfetti a volte vulnerabili, personalità tutte diverse e ben caratterizzate. E gli uomini odierni? Senza generalizzare pensi che le dinamiche da te raccontate siano poi così diverse oggi rispetto al ‘900?

Spero di restituire l’immagine di un uomo vero, ancorché rivestito di un abito romantico. E’ l’imperfezione a renderci unici. Alcune dinamiche sono coerenti con la nostra epoca, altre decisamente no, vedi i matrimoni imposti sebbene, soprattutto in ambito politico, ancora esistano.

Considerato il tuo amore per il romance storico, la tua vena classica si ripercuote anche sulle modalità di acquisto i libri ovvero vai in libreria oppure per praticità acquisti online? Leggi in ebook oppure in cartaceo?

Leggo prevalentemente in ebook perché non ho una grande libreria. Però se mi innamoro di una storia, magari anche della copertina, allora lo voglio cartaceo.

Nei tuoi romance contemporanei l’amore è raccontato in modo spesso struggente e appassionato, dove i protagonisti sono al centro di un’evoluzione personale profonda in cui ricorre più volte il tema del perdono. Cosa puoi dirci in merito?

Adoro le situazioni travagliate, come ho già detto sono un’autrice di pancia, se non soffro godo solo a metà (cit.). Il second chance è il sottogenere che mi offre più spunti per poter scandagliare l’anima e la vita di un personaggio e, in questo senso, il libro che più ho amato scrivere è La notte del cuore.

Come vivi il momento in cui scrivi, ti isoli per scrivere seguendo l’ispirazione o preferisci dilatare il tempo per elaborare maggiormente la storia?

Quest’anno scriverò due romance contemporanei, ma ne pubblicherò uno soltanto. Sono due generi molti diversi tra loro, uno potrebbe avere sfumature forbidden. Poi tornerò agli Amori vittoriani. Toccherà al romanzo su Esmond e poi chiuderò (forse) la serie con 1901. Dico forse perché ne L’anima nera di un Lord sono usciti fuori due personaggi che iniziano a stuzzicarmi moltissimo.

Grazie per questo spazio che mi avete dedicato e per il sostegno che non mi fate mai mancare.