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PERCHE’ LA NOTTE APPARTIENE A NOI di Amabile Giusti

PERCHE’ LA NOTTE APPARTIENE A NOI di Amabile Giusti
Titolo : Perchè la notte appartiene a noi | |
Autore : Amabile Giusti | |
Serie : Autoconclusivo | |
Genere : Contemporary Romance | |
Narrazione : POV alternato (Mira e Kade) | |
Tipo di finale : Chiuso | |
Editing : Ottimo | |
Data di pubblicazione : 20 Maggio 2018 | |
Editore : Amazon Publishing |
TRAMA
L’inverno in Alaska è spietato: lo sa bene la giovane Mira Kendall che non si è mai allontanata da Noweetna, un villaggio di trecento anime. Per affrontare il buio perenne di quelle latitudini, la ragazza si è creata un piccolo mondo interiore ricco di luce: legge tantissimo, colleziona fiocchi di neve e sogna di vivere un grande amore romantico.
L’arrivo di Kade scuote ogni suo equilibrio. Lui è un trentenne tanto bello quanto inquietante: ha i capelli lunghi, un occhio verde e uno nero, strani tatuaggi perfino sul viso e sulle mani, e un pessimo carattere. Non socializza con nessuno, vive da solo su una vecchia barca arenata e nasconde di sicuro un terribile segreto.
Impossibile per loro non incontrarsi, così com’è impossibile per Mira non trovarsi combattuta fra due emozioni opposte. Una parte di sé disapprova Kade per i suoi modi sgarbati, e l’altra è irresistibilmente attratta dal suo fascino feroce e dal mistero che lo avvolge.
Lentamente, l’iniziale reciproca antipatia si trasforma in un sentimento inatteso, tanto profondo da travolgerli entrambi. Ma Kade ha troppe cose da nascondere. Quando il suo passato torna a minacciarlo, diventa necessario fare una scelta dolorosa che potrebbe separarli per sempre.
Una storia passionale e sensuale sullo sfondo di una terra selvaggia, fra due anime più affini del previsto, dapprima ostili, dubbiose, rabbiose, e poi follemente bisognose, gelose e affamate d’amore.
RECENSIONE
Il romanzo è ambientato a Notweena, un piccolo villaggio in Alaska durante la notte polare: si tratta del periodo dell’anno in cui domina il buio e ci si accontenta di solo qualche ora di luce soffusa, aiutata dal bianco della neve e del ghiaccio. Le descrizioni sono così vere che leggendo sono stata avvolta dal buio anche io, ho visto formarsi una tenda di neve, cadere fiocchi delle dimensioni di pop corn e ho sentito un freddo da tagliare le vene. Lo sa bene Mira che è nata e non si è mai spostata da lì; è una ragazza semplice, dolce che sogna avventure e un amore come quello che legge nei libri, nascosti sotto al letto.
La sua passione, oltre alla lettura, è catturare fiocchi di neve in vetrini; l’affascina l’idea di avere per sempre qualcosa di effimero come un bocciolo di ghiaccio. Trascorre una vita piatta e ripetitiva, finché l’arrivo di un uomo mette a soqquadro la sua monotonia. Si tratta del tenebroso Kade, un uomo che incute timore e trasmette una sensazione di minaccia. Eppure Mira ne è incuriosita e attratta “come una scia di sangue sulla neve”, non riesce a smettere di guardarlo, le sembra quasi che uno dei suoi personaggi dei libri si sia materializzato davanti agli occhi.
All’inizio si osservano da lontano, poi iniziano a chiacchierare e i dialoghi tra loro sono spassosi, arguti, al limite della decenza; Kade ha un linguaggio sboccato e diretto e da subito mette in chiaro la sua posizione:
«Ci sono cose passeggere che restano passeggere. Considerami come un grosso, bastardo, fiocco di neve che non potrai mai, in alcun modo, ridurre a una cianfrusaglia di plastica. Non fare piani e non progettare trappole. Io mi scioglierò molto presto. Nel frattempo, non innamorarti di me. Credimi, sarebbe un pessimo affare.»
Le parole non bastano ad entrambi e inizieranno gli incontri clandestini che saranno pura passione, “era sesso in un bacio”, senza tenerezza o romanticismo, solo corpi affamati che si saziavano.
Sia Mira che Kade nascondono dolori e segreti, hanno il cuore e la testa piena di tempeste e ricordi che non si possono cancellare. Il romanzo non è però solo una storia d’amore ma ha tanti colpi di scena che trascinano nella lettura. Quello che rimane impresso è il messaggio di speranza che l’autrice mi ha lasciato: “la vita è bella nonostante tutto, anche il dolore ha un senso e senza il buio gelido del Nord non sarebbe possibile vedere l’aurora boreale. Lo splendore si annida ovunque, basta saperlo cercare.” Questo perché anche nel buio si riesce a cogliere la luce.
Il romanzo alterna il punto di vista di Mira raccontato in terza persona e quello di Kade narrato in prima persona. In questo modo si scoprono i segreti di Kade, la sua infanzia e i suoi guai; si inizia ad apprezzarlo per quello che è, “un drago perché non ridevo mai, perché ero grosso e incazzato, e a mio modo squamoso. Non squame vere, sulla pelle: squame sull’anima.” Lo vedremo combattere e poi soccombere ai suoi sentimenti. Mira invece mi è piaciuta soprattutto per il coraggio e l’intraprendenza che riuscirà a tirare fuori, smetterà di accontentarsi dell’imitazione dell’amore, del sesso, della felicità e pretenderà tutto o niente.
Il finale mi ha lasciato sorridente e questa frase pronunciata da Mira non posso scordarla, bisognerebbe dirla ad alta voce e avere il coraggio di cambiare la nostra vita: “mi sono stancata dell’ordine, del buio, del silenzio e del niente. Pretendo che la mia vita sia un casino mostruoso d’ora in avanti.”
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