Intervista a Roberto Emanuelli

Intervista a Roberto Emanuelli

In occasione del firmacopie del suo ultimo libro Quando tutto sembra immobile presso la libreria Moderna di Udine i primi di dicembre, la nostra Annalisa ha potuto incontrare e intervistare l’autore Roberto Emanuelli.
Uomo dalla spiccata sensibilità che in modo molto onesto ha parlato di sé e dell’immobilismo emotivo che lo ha accompagnato per molto tempo e che ha trasportato sulle pagine del suo ultimo lavoro attraverso il protagonista del libro, Daniele.
Riportiamo la breve intervista che ci ha gentilmente concesso e da cui emerge la bellezza di una fragilità che grazie al potere delle parole può diventare forza.

Roberto Emanuelli insieme a Annalisa

Nei tuoi libri il tema predominante sono i sentimenti, tu racconti l’amore con una grande sensibilità: credi che la sensibilità sia una virtù o un peso?

La sensibilità è sia una virtù che un peso oggettivamente: è una virtù perché ci rende speciali in qualche modo, soprattutto a chi ne possiede tanta.

Oltre a essere una virtù è anche un’arma a nostra disposizione che ci fa vivere le cose in un modo più profondo, però nello stesso tempo questo ci porta anche a soffrire di più.

Io dico sempre che bisogna proteggere la nostra sensibilità e il nostro essere speciali e tutelarlo andarne fieri, orgogliosi e andare a lavorare solo su quella parte della nostra sensibilità che ci fa soffrire.

Possiamo dire che il protagonista di “Quando tutto sembra immobile” Daniele è forse il personaggio più autobiografico tra i tuoi?

Sì assolutamente sì. Prima lo era Luca di “Davanti agli occhi” adesso assolutamente è questo, non tanto per il lavoro ma per tantissimi tratti emotivi e psicologici, ma anche tratti reali tipo la morte del padre o la zona in cui torna a vivere che è quella in cui sono nato e cresciuto anch’io, la madre calabrese, per le manie ossessivo compulsive e per l’immobilismo emotivo è assolutamente autobiografico anche se il libro non lo è.

Il titolo del tuo libro rimanda a sentirsi immobili a guardare la vita degli altri: è una condizione immagino che hai sperimentato. Come l’hai superata ?

Allora sì assolutamente, il tema diciamo forse fondamentale del romanzo è appunto l’immobilismo emotivo del protagonista che ho sperimentato anch’io.

Questa sensazione di stare in finestra a guardare la vita degli altri che passa e non vivere la propria e questa cosa l’ho superata in tanti modi : per prima cosa mi sono guardato dentro e ho accettato che c’era un problema che ho sempre avuto diciamo di natura psicologica, comunque emotiva, come questa mia emotività estremamente complessa diciamo e profonda, che negli anni ho affrontato in vari modi fino a che tempo fa l’ho affrontata con uno psichiatra appunto e con un supporto farmacologico e banalmente cercando di vivere sempre di più.

Il successo è arrivato anche grazie al passaparola sui social che rapporto hai con questi strumenti spesso demonizzati?

Io credo di avere un buon rapporto, li ho usati tantissimo soprattutto all’inizio continuo ad usarli adesso in un modo leggermente diverso.

Se all’inizio li usavo per veicolare dei passaggi un po’ d’effetto che potevano servire per auto promuovermi e per farmi conoscere appunto, adesso è arrivato il momento per me di usare i social nel modo più qualitativo possibile, quindi racconto soprattutto di me o di quello che sto facendo e cerco di far parlare invece per quanto riguarda i contenuti direttamente il libro.

Che lettore sei ? Hai autori preferiti ?

Beh sì leggo tanto, ho letto sempre tanto, paradossalmente negli ultimi anni sto leggendo un po’ meno perché il tempo è proprio poco e poi quando scrivi hai sempre paura di essere un po’ influenzato.

Comunque leggo tutto, dai contemporanei italiani e stranieri ai classici, l’ho detto più volte, l’autore che mi ha davvero ispirato di più, che come dire un giorno dopo che ho chiuso il suo libro, un suo determinato libro ho detto <<voglio provare a fare lo scrittore>>  è Nick Horby e il libro è “Alta fedeltà.”

Che consigli vorresti dare a chi come te cerca il coraggio di inseguire il sogno di fare lo scrittore ?

Caparbietà e coraggio, mettersi lì e scrivere qualcosa e finirla. Andare a “rompere le scatole” a tutte le persone che possono aiutarlo ad arrivare a realizzare quel sogno, non pagare per essere pubblicato.

Perseverare, caparbietà e crederci.

Stai già scrivendo qualcos’altro ? Sei già all’opera ?

No, ci sto riflettendo, ci sto pensando, sto elaborando tutto quello che vorrei scrivere poi mi metterò all’opera verso metà Febbraio.

Ecco a dimostrazione del fatto che guai restare immobili, forse il 2023 vedrà la luce un altro suo lavoro.

Nel frattempo ringrazio Roberto Emanuelli per la disponibilità e rimando alla recensione del suo libro nel link sottostante per chi volesse leggerla: