Intervista a Chiara Gamberale

Intervista a Chiara Gamberale

Una delle autrici italiane più conosciute ha rilasciato un’intervista esclusiva alla nostra Annalisa Sinopoli, incontrata alla presentazione del suo nuovo libro, “Il grembo paterno”, presentato vicino Treviso domenica scorsa.

Le tematiche e le riflessioni sono davvero molte, come questa autrice ci ha già abituate in altri lavori, parla di relazioni tra persone, all’interno della famiglia, nei rapporti amorosi, le diverse lingue che parlano queste storie d’amore e cioè l’utilizzo che si fa delle parole in queste relazioni, il tutto filtrato dalla figura dell’uomo che può essere padre, compagno, tradizionale e non visto e vissuto dalle figure femminili che vi ruotano attorno.

La frase che più ha colpito Annalisa è stata questo estratto della presentazione:

<< Erano anni che avevo nel sangue l’idea di intitolare un libro Il grembo paterno ed ero certa che per farlo sarebbe dovuto morire mio padre, invece è dovuta nascere mia figlia.>>

Con grande piacere condividiamo con voi quanto le ha raccontato.

Tre aggettivi per descriverti come autrice.

Faccio fatica a descrivermi da sola perchè sono più brava a parlare di quello che di me non va che di quello che va, però di sicuro quello che racconto mi è necessario, quindi sono un’autrice mossa dall’urgenza ecco non parliamo di risultati ma parliamo di come lavoro, sono una persona che se non avesse scritto non avrebbe potuto fare nient’altro e sono un’autrice che crede che le relazioni tra gli esseri umani siano l’unico modo che abbiamo per orientarci nel mondo.

Il tuo rapporto con la lettura, hai un autore preferito o hai un genere rispetto ad altri che preferisci?

Io sono come diceva Truman Capote un’autostoppista della cultura, io sono così, sono onnivora.

Per me leggere è importante quanto scrivere, è veramente la stessa cosa, quello che mi succede quando leggo è quello che mi succede quando scrivo: vado in un altro mondo dove capisco meglio quello che vivo.

C’è secondo te un libro che bisognerebbe leggere almeno una volta nella vita?

L’ODISSEA. Sì perché secondo me lì c’è tutto, purtroppo magari poi uno rischia di sottovalutarla perché la associ a letture scolastiche, a quello che DEVI leggere. Questa è una cosa che a me proprio un mio punto, secondo me i ragazzi non vanno educati dicendo è giusto leggere, ma è bello leggere!

Io ho amato tantissimo Avrò cura di te: raccontaci se puoi qualcosa della collaborazione con Massimo Gramellini.

Massimo Gramellini è mio fratello e quel libro vive proprio di una complicità che nasce fra i due personaggi ma che c’è tra noi due, come dicevo prima mi è tutto necessario.

Quel libro poi davvero mi commuove in particolare perché è magico.

Eravamo tutti e due persone figli quando l’abbiamo scritto eravamo senza figli e alla fine del libro arrivano due gemelli un maschio e una femmina e noi in capo a tre anni tutti e due eravamo diventati genitori fuori tempo massimo, io a 40 anni lui a 60 quando sono arrivati Vita e Tommaso.

Quindi quel libro ha veramente qualcosa di magico.

Hai qualche progetto futuro di cui vuoi parlarci?

A questo romanzo ho dato veramente tanto, al Grembo paterno, che proprio giro assieme a lui ma perché proprio per me la possibilità di rivedere l’incontro con i lettori è la possibilità di capire anche meglio cosa ho scritto attraverso chi lo legge.

Oggi quante illuminazioni sono arrivate no e poi c’è il mio adorato festival “Procida racconta” dovete venire perché l’anno prossimo Procida sarà capitale della cultura e io ogni anno porto sei scrittori.

Quest’anno sarà dal 9 al 12 giugno e i protagonisti saranno Emanuele Trevi, Giulia Caminito quindi premio Strega e premio Campiello, Donatella Di Pietrantonio, Paolo Onori, Fabio Genovesi e Gavin Francis che è un irlandese una persona veramente stellare e loro scelgono una persona di Procida, ci passano tre/ quattro giorni dopodiché l’ultimo giorno racconteranno davanti a tutti il racconto che hanno scritto ispirato a questa persona che diventa personaggio.

Vengono da tutta Italia i lettori, quindi dovete venire per il blog e per voi sarà un’esperienza bellissima poi con questi autori che ci sono.

Pensi che sia vero che i libri hanno un potere terapeutico come dicono molto per esempio per il tuo “Per dieci minuti”?

Ce lo ha avuto su di me che l’ho scritto quindi certo per me assolutamente sì.

Grazie Chiara, un onore averti conosciuta.