LE ASSAGGIATRICI di Rosella Postorino

LE ASSAGGIATRICI di Rosella Postorino

Titolo: Le assaggiatrici
Autore: Rosella Postorino
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa, storico
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Feltrinelli
Data di pubblicazione: 11 gennaio 2018
Editore: Einaudi

TRAMA

La prima volta che entra nella stanza in cui consumerร  i prossimi pasti, Rosa Sauer รจ affamata. “Da anni avevamo fame e paura”, dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gross-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. รˆ l’autunno del ’43, Rosa รจ appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed รจ ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: “Mangiate”, davanti al piatto traboccante รจ la fame ad avere la meglio; subito dopo, perรฒ, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinchรฉ le guardie si accertino che il cibo da servire al Fรผhrer non sia avvelenato. Nell’ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s’intrecciano alleanze, amicizie e rivalitร  sotterranee. Per le altre Rosa รจ la straniera: le รจ difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra piรน ostile, la piรน carismatica. Poi, nella primavera del ’44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti – come una sorta di divinitร  che non compare mai โ€“ incombe il Fรผhrer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito.


RECENSIONE



Nel pensiero comune, anche inconscio, l’ atto del nutrirsi รจ strettamente collegato alla vita e alla sopravvivenza, un istinto primordiale che si manifesta appena si viene al mondo. 

In questo libro invece assume una connotazione esattamente opposta, ogni boccone puรฒ portare alla morte. 

Ispirato alla vera storia di una di loro, โ€œLe assaggiatriciโ€ di Rosella Postorino racconta in un romanzo ibrido, a metร  strada tra storia e narrativa, il lavoro che hanno svolto alcune donne tedesche tra il โ€˜43 e il โ€˜44 presso il quartier generale di Hitlerโ€ฏnascosto nella foresta. 

Pagate per assaggiare il cibo del Fรผhrer nel caso questo fosse stato avvelenato, la storia ruota attorno ad una di loro Rosa Sauer. 

Una protagonista che l’ autrice non concede del tutto ai lettori, donandoci una donna dall’ atteggiamento sempre un po’ distaccato nei confronti degli eventi personali e storici. 

Un distacco esteriore che contiene paura, dolore, cosรฌ come coraggio e forza, ma che fa sรฌ che non si empatizzi del tutto con Rosa, nonostante la narrazione sia costituita dal costante flusso dei suoi pensieri. 

Si avverte la stessa lontananza che avvertono le sue compagne, donne abituate alla vita di campagna molto diverse da lei che viene dalla Berlino ormai distrutta. 

Un romanzo molto intenso, una narrazione accarezzata da uno stato di tensione continua, i legami stessi tra queste donne cosรฌ diverse la trasmettono. 

Costrette ad aspettare una possibile morte a ogni pasto, legate da una convivenza che genera sia affetto che conflitto, obbligate a sottostare agli ordini e alle “maniere” maschili di un sistema che ha disumanizzato anche la popolazione tedesca al fine di farne strumento del regime. 



โ€ฏย Un incarico forzato che attraverso le amicizie e le rivalitร  piรน o meno nascoste tra queste donne, in qualche modo colma la loro solitudine essendo tutti i mariti al fronte, dispersi o caduti, garantisce di non essere piรน schiacciate dal morso della fame, nonostante ogni piatto possa essere letale, e costituisce un lieve barlume di normalitร  in un dedalo di sofferenze.ย 

Non c’รจ giudizio etico che si possa applicare a questi personaggi, nonostante siano tutti alle “dipendenze” del Fรผhrer sono solo la narrazione del tentativo dell’ essere umano di sopravvivere. 

Una storia forte nei contenuti e nelle atmosfere in bilico tra disperazione, coraggio e amore. 

Quest’ ultimo aspetto รจ forse quello che meglio rappresenta il tentativo di vivere, nonostante ormai la vita sia completamente sfuggita al proprio controllo. 

Una โ€œliaisonโ€ quella raccontata nella storia che non ha nulla di romantico o di romanzesco ma che testimonia l’ aggrapparsi a qualcosa che faccia sentire vivi in mezzo al vuoto. 



Lo stile di Rosella Postorino รจ ricercato ed evocativo, affascina e colpisce, con un’ eleganza sferzante. 

Dal libro รจ stato tratto il film per il cinema che, seppur con qualche licenza nella sceneggiatura, ben ricalca le atmosfere della narrazione scritta. 

Una vicenda poco nota che la stessa reale protagonista a cui il libro si ispira ha tenuto nascosta fino quasi alla propria morte. 

A testimonianza che dallโ€™esperienza della guerra anche chi รจ sopravvissuto  in qualche maniera รจ comunque โ€œmortoโ€ perdendo o dovendo seppellire delle parti di sรจ. ย 


IL TRENO DEI BAMBINI di Viola Ardone

IL TRENO DEI BAMBINI di Viola Ardone

Titolo: Il treno dei bambini
Autore: Viola Ardone
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa, storico
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 24 settembre 2019
Editore: Einaudi

TRAMA

รˆ il 1946 quando Amerigo lascia il suo rione di Napoli e sale su un treno. Assieme a migliaia di altri bambini meridionali attraverserร  l’intera penisola e trascorrerร  alcuni mesi in una famiglia del Nord; un’iniziativa del Partito comunista per strappare i piccoli alla miseria dopo l’ultimo conflitto. Con lo stupore dei suoi sette anni e il piglio furbo di un bambino dei vicoli, Amerigo ci mostra un’Italia che si rialza dalla guerra come se la vedessimo per la prima volta. E ci affida la storia commovente di una separazione. Quel dolore originario cui non ci si puรฒ sottrarre, perchรฉ non c’รจ altro modo per crescere.


RECENSIONE


 

Una fetta di storia italiana forse poco nota quella che racconta con pathos genuinamente partenopeo Viola Ardone ne Il treno dei bambini, libro di successo dellโ€™ autrice che รจ stato anche trasposto in un film per Netflix. 

La vicenda prende spunto dal trasporto in treno di molti bambini indigenti del sud verso il nord, negli anni del dopoguerra a opera dellโ€™ Unione donne italiane. 

Un viaggio della speranza che vuole essere un gesto di solidarietร  nei confronti dei piccoli passeggeri in stato di povertร , per la durata di qualche mese, ma che invece cambierร  il corso delle vite di alcuni di loro. 



Accanto al piccolo irresistibile protagonista del libro che ci racconta in prima persona questo viaggio non solo fisico ma evolutivo, che cambierร  il corso della sua esistenza, le donne raccontate in questa storia sono i veri pilastri delle vicende.ย 

Antonietta e Derna figure che incarnano lโ€™amore materno con tutto il suo carico di responsabilitร  e forza: la prima, mamma taciturna di Amerigo, spigolosa e irruvidita dalla vita, la seconda pragmatica donna del nord che invece dalla vita si รจ messa in pausa rifugiandosi nellโ€™ attivitร  politica. 



Come non citare poi Maddalena, Rosa, la Zandragliona e la Pechiochia, un esercito di donne volitive, eccentriche e autentiche, che sebbene appartenenti a zone diverse dello stivale lottano per ciรฒ in cui credono e per la sopravvivenza di chi amano. 

Queste signore del sud e non solo accompagnano Amerigo, piccolo uomo alle prese con la difficoltร  di crescere e di non rinunciare ai propri sogni, un vero e autentico โ€œscugnizzoโ€ napoletano che ha fatto dellโ€™ arte di arrangiarsi un abito da sfoggiare con lโ€™ innocenza, la scaltrezza ma anche la fragilitร  dei suoi 7 anni.ย 

Conquista il lettore con la sua intelligenza e sfacciataggine e insieme commuove per la fragilitร  dellโ€™ essere un figlio spezzato a metร . 

Gli altri grandi protagonisti sono i luoghi, la cui anima Viola Ardone fa vibrare di contrasti e peculiaritร  . 

Dalla Napoli del dopoguerra in cui le persone sono piegate dal conflitto, ma non hanno perso il gusto della vita che questa terra ha inciso nel loro dna, alla Bologna dei cibi inconsueti e dei paesaggi cosรฌ diversi che a volte capita di osservare come velati da una lieve coltre grigia. 

Ovviamente non si puรฒ non finire soggiogati come รจ successo a me, dalla bellezza dei vicoli chiassosi di Napoli che urla la vita anche in mezzo alle macerie del conflitto.  



La vita si aggrappa in queste pagine, agli amici, agli sconosciuti, al lavoro, alle passioni, ai sogni e lo fa attraverso la dignitร , un valore in nome del quale si รจ disposti anche al sacrificio piรน grande. Passando attraverso il dolore inferto e ricevuto da coloro che ci amano per arrivare a far pace con esso, attraverso scelte dโ€™amore, in primis quello materno, piรน forte delle distanze e del rancore. 

Una prosa quella di Viola Ardone che รจ teneramente asciutta, un poโ€™ come i suoi protagonisti, spigolosi nella scorza esterna ma amorevoli allโ€™ interno, e alla fine di questo viaggio in loro compagnia anche il lettore si trova diviso a metร , con il cuore sparpagliato tra nord e sud, tra durezza e dolcezza. 

Toccante e commovente, sensazioni ed emozioni trasportate dalle pagine anche alla pellicola di Netflix, che personalmente ho trovato ben confezionata e coerente con il libro. 

Unโ€™ opera quindi che sa parlare una lingua bellissima indossando abiti diversi e che entra di diritto nei miei personali imperdibili. 

Viola Ardone non smette di regalare scrigni di parole, per dirla come Amerigo: lo scrivere รจ arte sua. 


RISPLENDO NON BRUCIO di Ilaria Tuti

RISPLENDO NON BRUCIO di Ilaria Tuti

Titolo: Risplendo non brucio
Autore: Ilaria Tuti
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa, storico
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 1 ottobre 2024
Editore: Longanesii

TRAMA


La neve รจ macchiata di sangue, attorno alla torre del castello di Kransberg. A pochi metri di distanza, il Fรผhrer รจ asserragliato in un bunker, preda di deliri e paure dopo l’attentato del luglio 1944. Ma Johann Maria Adami non ha tempo di pensare al poco spazio che lo separa dal dittatore, ultimo responsabile del suo internamento a Dachau. Il professor Adami ha un incarico: scoprire la veritร  che si cela dietro la morte sospetta di un soldato nazista. Suicidio? O un complotto alle spalle di Hitler? Veil Seidel, l’ufficiale delle SS che lo ha prelevato d’imperio dal campo di concentramento, รจ un suo ex allievo e costringe Johann a una sfida contro il tempo: deve ricorrere a tutto il suo acume per sciogliere l’enigma, non solo nella speranza di salvare se stesso, ma per tenere al sicuro chi piรน ama. La neve รจ macchiata di sangue, attorno alle mura della Risiera di Trieste. Non รจ la prima volta che succede, e Ada teme, anzi, sa che non sarร  l’ultima. Ma individuare l’assassino รจ un’impresa impossibile quando la cittร  stessa รจ invasa di assassini, che hanno riempito l’aria di cenere e di terrore. Nel seguire le tracce del colpevole, Ada รจ piรน che mai sola: non ha piรน suo padre, catturato dai nazisti perchรฉ dissidente e portato chissร  dove. Non ha piรน un compagno, scomparso insieme ai partigiani in fuga. Ha soltanto se stessa, il suo cuore, le sue capacitร  mediche… e un segreto. Da proteggere a tutti i costi. Questa รจ una storia di resistenza e coraggio, di orrore e saggezza, di fragilitร  ed eternitร . Questa รจ la storia di un padre e una figlia, divisi dalla Storia e costretti a lottare con tutta l’anima perchรฉ la luce possa tornare a splendere…


RECENSIONE


 

รˆ del secondo conflitto mondiale e della Resistenza che Ilaria Tuti racconta nel suo ultimo libro, ambientato tra Trieste e la Germania, destreggiandosi egregiamente come รจ solita fare, tra unโ€™accurata ricostruzione storica, una narrazione dei sentimenti intensa e lโ€™intreccio giallo che qui guida il lettore alla risoluzione di due casi investigativi. 

La lettura di questโ€™autrice ha sempre una grande presa su di me, accompagnandomi in un crescendo di curiositร  e di appagamento che passa non solo attraverso una trama ben congeniata, ma anche attraverso lโ€™ umana consistenza dei suoi personaggi. 

Due in particolare sono quelli che ci regala in โ€œRisplendo non brucioโ€, ovvero i protagonisti Johann e Ada Adami entrambi medici, padre e figlia messi di fronte a scelte difficili ed eventi tragici durante la seconda guerra mondiale. 

Le vicende si snodano su due piani narrativi differenti, uno per ciascun protagonista, cosรฌ come su ambientazioni che si alternano nei capitoli, portandoci in due luoghi lontani ma intrisi di oscuritร  ognuno a modo proprio. 

Ilaria Tuti racconta infatti di una Trieste dal cielo plumbeo dove la neve si mescola a cenere: รจ dalla Risiera di San Sabba che lโ€™ occhio dellโ€™aquila del Reich decide della vita e della morte, ed รจ proprio attorno a questo sito allโ€™interno del quale stazionano molti prigionieri, che perรฒ non si vedono mai uscire, che si attuano una serie di aggressioni sui quali Ada non puรฒ fare a meno di investigare nonostante i pericoli connessi. 





Parallelamente il padre Johann dovrร  invece scoprire la natura di una morte misteriosa niente meno che presso il castello di Kransberg, sede della Gestapo e del bunker in cui il Fhurer si rifugia dopo un attentato mentre le sorti del conflitto volgono verso la disfatta tedesca. 

Ciรฒ che li accomuna oltre a unโ€™indole votata alla ricerca della veritร , รจ il viaggio investigativo che i due intraprendono per scovare un assassino. 

Un viaggio dalle tinte gialle, ma anche rosse, come il sangue versato in un capitolo della storia tra i peggiori del passato, quelli dei lager nazisti e dellโ€™ideologia della pulizia etnica in favore della superioritร  ariana. 

Uno sfondo che non abbandona mai le vicende e che illustra tanto il male quanto il bene a cui lโ€™ umanitร  puรฒ votarsi. 

Ilaria Tuti delinea personalitร  e relazioni dalle sfaccettature complesse come il rapporto allievo e maestro tra Johann e il suo ex studente ora ufficiale nazista. 

Le dinamiche tra i due infatti accompagnano il lettore in un duello psicologico tra vittima e carnefice, affascinante, lucido e costante, in cui ogni sguardo, silenzio o parola puรฒ sancire la salvezza o la morte. 



Oppure ancora il legame tra padre e figlia, in apparenza pieno di contrasti che poi invece si rivelano essere affinitร  caratteriali. 

Una lotta interiore quella di Ada al cui risultato non puรฒ fare nulla per sottrarsi, come รจ stato per suo padre: tra il desiderio di preservare la salvezza dei propri cari e lโ€™esigenza etica di non restare a guardare inerti il male compiersi senza opporvisi come si puรฒ. 



Una storia densa di personaggi di fantasia dalla struttura psicologica approfondita e articolata, e di personaggi realmente esisti inseriti alla perfezione nelle vicende. 

Unโ€™accuratezza che si evince anche dalla descrizione dei luoghi del conflitto, territori a me familiari e conosciuti che ho conservato nella memoria attraverso i racconti del passato di chi li ha vissuti. 

Pagine queste che mi hanno riportato a vedere Trieste e le zone di confine con gli occhi con cui li osservavo da bambina, quando ancora la divisione tra Jugoslavia e Italia portava su di sรฉ le ferite di un odio recente e lโ€™Europa era un mosaico da assemblare. 

Grazie allโ€™autrice per un libro il cui titolo racchiude il significato della speranza di cui fa messaggere le proprie storie e di cui cโ€™รจ ancora estremo bisogno. 


LA MALNATA di Beatrice Salvioni

LA MALNATA di Beatrice Salvioni

Titolo: La Malnata
Autore: Beatrice Salvioni
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa, storico
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 21 marzo 2023
Editore: Einaudi

TRAMA


Monza, marzo 1936: sulla riva del Lambro, due ragazzine cercano di nascondere il cadavere di un uomo che ha appuntata sulla camicia una spilla con il fascio e il tricolore. Sono sconvolte e semisvestite. รˆ Francesca a raccontare in prima persona la storia che le ha condotte fino a lรฌ. Dodicenne perbene di famiglia borghese, ogni giorno spia dal ponte una ragazza che gioca assieme ai maschi nel fiume, con i piedi nudi e la gonna sollevata, le gambe graffiate e sporche di fango. Sogna di diventare sua amica, nonostante tutti in cittร  la considerino una che scaglia maledizioni, e la disprezzino chiamandola Malnata. Ma quella sua aria decisa, lโ€™aria di una che non ha paura di niente, la affascina. Sarร  il furto delle ciliegie, la sua prima bugia, a farle diventare amiche. Sullo sfondo della guerra di Abissinia, del dolore per la perdita e degli scompigli dellโ€™adolescenza, Francesca impara con lei a denunciare la sopraffazione e lโ€™abuso di potere, soprattutto quello maschile, nonostante la riprovazione della comunitร .

RECENSIONE

 


Ho seguito sui social il grande consenso ottenuto da Beatrice Salvioni e dal suo esordio letterario per molti mesi, ma preferisco leggere un libro lontano dallโ€™ eco del suo successo, per non incorrere nel rischio di essere influenzata nella lettura e di avere inconsciamente aspettative irraggiungibili. 

Dal mio modesto punto di vista La Malnata si รจ ampiamente meritata gli onori ricevuti e la sua giovane ma talentuosa autrice ha regalato ai lettori un personaggio quasi iconico. 

Questo รจ certamente un romanzo di formazione, ma รจ anche e soprattutto un inno alla disobbedienza, non solo quella che storicamente ha permesso di liberarsi dal regime fascista di cui nel libro si narra il primo ventennio, ma anche quella contro lโ€™oppressione maschile e le ingiustizie.  



Il racconto di questa amicizia tra due ragazzine agli antipodi, il cui legame affettivo รจ insieme sorgente e riparo dalle brutture che incontrano crescendo, in unโ€™ epoca di oppressione politica, sociale e sessuale รจ coinvolgente fin dalle prime righe. 

Maddalena e Francesca sono la voce di due giovani donne che vogliono affermare la propria identitร : se la prima per farlo paga il prezzo di essere considerata una reietta tanto da meritarsi lโ€™ appellativo di Malnata, Francesca invece troverร  in questo legame la forza e il coraggio di scardinare lโ€™ immagine che le รจ stata cucita addosso dai dettami sociali. 



Beatrice Salvioni tratteggia debolezze e ideali di una societร  avvezza a nascondere entrambi sotto una coltre di apparenze. 

I personaggi che intersecano le loro vite con quelle delle protagoniste sono tangibili nelle loro miserie quanto nelle loro grandezze e danno corpo ad una borghesia annegata nelle proprie contraddizioni. 

Potere, religione e desiderio hanno un posto ben delineato nelle esistenze di ognuno e servono a mantenere unโ€™ immagine di facciata di esistenze accettate ma spesso anche controllate dal regime. 

Di contro invece cโ€™รจ chi non scende a compromessi e sono questi i personaggi piรน indimenticabili del libro, come Ernesto per esempio, fratello di Maddalena con la quale condivide un legame profondo, che testimonia la natura di relazioni umane anche dolorose ma autentiche nella cerchia che gravita attorno alla Malnata. 

Maddalena e Francesca rappresentano queste contraddizioni , sono le due facce della societร  dellโ€™ epoca ma sono anche molto altro: sono la volontร  di non soccombere allโ€™  oppressione senza lottare. 

Una lotta faticosa che si intreccia ai tumulti giovanili che attraversano il passaggio dallโ€™ infanzia allโ€™ adolescenza. 

Lโ€™ autrice riesce a descrivere in modo molto vivido le agitazioni interiori delle giovani protagoniste, emozioni e sentimenti che scorrono con impeto come le acque del Lambro durante lโ€™alluvione, due personalitร  forti, sebbene in maniera diversa, che sfidano il mondo che le circonda attraversando anche le complessitร  del diventare donne. 

In questa storia appassionante si narra di famiglie, di amicizia, di amore, di ideali: il piglio della narrazione รจ a tratti duro, come lโ€™ incipit che schiaffeggia il lettore ancora prima che abbia capito dove si trovi, a tratti tenero:  



Un debutto notevole, che ho amato giร  dalla copertina a mostrare un viso di una giovane dallโ€™ espressione indocile e quasi impetuosa come la personalitร  della Malnata. 

Non si puรฒ non restare affascinati da un personaggio cosรฌ, unโ€™ anima che tutti tentano di accostare alla sfortuna e alla morte e che invece รจ quella piรน piena di vita. 



LA DONNA CHE ODIAVA I CORSETTI di Eleonora D’Errico

LA DONNA CHE ODIAVA I CORSETTI di Eleonora D’Errico

Titolo: La donna che odiava i corsetti
Autore: Eleonora D’Errico
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa, storico, biografico
Narrazione: Prima persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 16 aprile 2024
Editore: Rizzoli

TRAMA


La storia di Rosa Genoni, la donna che rivoluzionรฒ la moda e inventรฒ il Made in Italy. Rosa ha solo dieci anni quando lascia la sua famiglia a Tirano, sulle montagne della Valtellina, e va a Milano, per lavorare come piscinina nella sartoria della zia Emilia. รˆ il 1877, e la cittร  la travolge con il fermento di una metropoli nascente, lโ€™illuminazione a gas, i tram a vapore, i caffรจ, la Scala. La vita di unโ€™apprendista sarta รจ dura, i turni estenuanti, ma la bambina รจ sveglia, e dimostra subito un talento speciale per la moda. Cosรฌ assorbe tutto, comprese le nuove idee di giustizia sociale e libertร , e diventa una giovane donna coraggiosa, oltre che una sarta raffinata e dalle idee innovative. Da Milano a Parigi, dove nascono gli abiti che tutto il mondo ama, il passo รจ breve, ed รจ proprio lontano da casa, sulle rive della Senna, che Rosa concepisce lโ€™idea di una moda che non sia solo unโ€™eccellente copia di quella dโ€™Oltralpe, ma che risplenda di unโ€™originalitร  tutta italiana, ispirata ai dipinti del Rinascimento e ai fiori delle sue Alpi. รˆ cosรฌ che inventa il concetto di โ€œmade in Italyโ€. Tra broccati e toilettes di seta, lโ€™impegno di insegnante allโ€™Umanitaria e lโ€™amore โ€“ scandaloso allโ€™epoca โ€“ per lโ€™avvocato Podreider, la voce vivida di Rosa ci racconta la sua vita anticonformista e luminosa, le sue battaglie per liberare le donne dai corsetti e dai pregiudizi. Eleonora Dโ€™Errico ci restituisce il ritratto appassionato e vibrante di una sarta geniale, un personaggio chiave per la storia della moda italiana โ€“ consacrato dalla creazione dallโ€™abito Tanagra โ€“ ma anche quella dellโ€™emancipazione femminile. Il racconto di una vita unica che ha saputo vestire di glamour la rivoluzione.

RECENSIONE


รˆ risaputo che lโ€™ emancipazione della donna sia passata anche attraverso la moda, quello che non si conosce forse รจ il nome di alcune figure che effettivamente lโ€™ hanno concretizzata, con la propria creativitร , con la capacitร  di andare contro le convenzioni e di essere dei visionari in questo campo. 

รˆ la storia di una di loro che ci racconta con uno stile elegante e attento ai dettagli, Eleonora Dโ€™Errico con โ€œLa donna che odiava i corsetti โ€œ opera incentrata sulla vita di Rosa Genoni. 

Se vi state chiedendo chi sia questa protagonista non siete i soli. 

Io stessa non avevo mai sentito parlare di questa donna che รจ passata alla storia ( un poโ€™ in sordina come spesso avviene per figure storiche femminili) come lโ€™ideatrice del โ€œMade in Italyโ€. 



Le vicende umane di questo libro sono intrecciate alla storia della moda italiana del XIX secolo, che ci viene raccontata e descritta in modo molto accurato attraverso la vita e lโ€™ attivitร  di sarta di Rosa. 

Dallโ€™ inizio come piscinina presso la sartoria della zia, fino alla realizzazione di una propria impresa e allโ€™ ideazione di un abito completamente nuovo e fuori dagli schemi dellโ€™ epoca. 

Colpisce di questa donna la forza e la tenacia con cui persegue non solo la propria strada esistenziale, ma come attraverso di essa voglia farsi strumento di emancipazione delle condizioni di vita e lavorative delle donne del suo tempo. 



Il femminismo di cui narra lโ€™ autrice รจ quello nato dal basso, di chi non solo deve farsi strada partendo dalla condizione di povertร  del proprio ceto di origine, ma in piรน รจ donna e quindi doppiamente svantaggiata. 

Rosa รจ una di loro, nata in Valtellina, proveniente da un paese di montagna da una famiglia di bassa estrazione, lotta con le unghie e con i denti per raggiungere i diritti essenziali allโ€™ interno di un sistema pensato , deciso e governato da uomini, appartenenti oltretutto alla fetta di societร  agiata. 

A leggere di lei in queste pagine viene da pensare che Rosa Genoni racchiuda in sรฉ tutte le caratteristiche di una tipica eroina da romanzo: forza e fragilitร , tenacia e grande passione che la caratterizzano nelle vicende personali quanto in quelle lavorative.ย 

E invece รจ stata una persona reale e imperfetta, vissuta in unโ€™ epoca complicata ma che non ha accettato un destino giร  stabilito, nรฉ si รจ piegata ai dettami sociali del suo tempo, lottando per far valere il diritto a reclamare il proprio posto nel mondo, contro dogmi, imposizioni e abusi su cui poggiavano, e forse รจ ancora cosรฌ, patriarcato e ricchezza.ย 

Non solo sul piano lavorativo ma anche esistenziale: donna nubile, imprenditrice, madre, figlia e amica, ma sempre senza rinunciare a essere sรฉ stessa e ad affermare la propria identitร . 

In un periodo storico di transizione tra il vecchio e il nuovo, di fermenti politici e sociali narrati dallโ€™ autrice anche attraverso lโ€™ occhio della cittร  in cui si svolgono in maggioranza le vicende. 

Culla e testimone dellโ€™ avvento della modernitร , ora fiore allโ€™ occhiello della moda mondiale e in cui si celebra la fashion week piรน glamour dei nostri tempi. 

Non poteva essere che Milano, agli albori della sua evoluzione in metropoli moderna e chiassosa come la conosciamo oggi, lโ€™ altra grande protagonista. 



Lโ€™ autrice unisce โ€œdue grandi signoreโ€ dellโ€™ alta sartoria le cui trasformazioni sono intessute una dentro lโ€™ altra, in un legame che le influenza vicendevolmente. 

Questo libro va oltre alla biografia storica, รจ  un inno alla libertร , quella che si costruisce su progetti innovativi e sogni da realizzare, e che puรฒ capitare di conquistate anche allโ€™ interno di un camerino di prova di un atelier. 

Un piccolo spazio dove possono avere origine grandi cambiamenti. 

Un libro che trasuda passione e forza, componenti essenziali di ogni affermazione personale certamente non solo nella moda, ma in ogni ambito, oggi come allora.ย