GLI ULTIMI GIORNI DI QUIETE di Antonio Manzini

Gli ultimi giorni di quiete

GLI ULTIMI GIORNI DI QUIETE di Antonio Manzini

Titolo: Gli ultimi giorni di quiete
Autore: Antonio Manzini
Serie: Autoconclusivo
Genere: Narrativa
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: chiuso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 22 Ottobre 2020
Editore: Sellerio

TRAMA


Una mattina qualunque, per caso, Nora riconosce un volto in treno. È la persona che le ha distrutto la vita. Lei e il marito Pasquale sono i proprietari a Pescara di una avviata tabaccheria. E proprio in questa sei anni prima nel corso di una rapina un ladro ha ucciso il loro unico figlio Corrado. Nora non può credere che il carnefice di un ragazzo innocente – del loro ragazzo innocente! – possa essere libero dopo così poco tempo. Non può credere che la vita di suo figlio valga tanto poco. Ma è così, tra la condanna per un omicidio preterintenzionale e i benefici carcerari. Da questo momento Nora e Pasquale non riescono a continuare a vivere senza ottenere una loro giustizia riparatrice. Il marito cerca la via più breve e immediata. Nora, invece, dopo una difficile ricerca per stanare l’uomo, elabora un piano più raffinato. Paolo Dainese, però, l’omicida, si è sforzato per rifarsi una vita e, annaspando, sta riuscendo a rimettersi a galla.
Da anni Antonio Manzini aveva in mente questa storia, tratta da un fatto vero. E ha voluto scrivere non un romanzo a tesi, ma un romanzo psicologico su tre anime e su come esse reagiscono di fronte a un’alternativa morale priva di una risposta sicura. E leggendo queste pagine si resta disorientati, non solo perché l’autore ha scritto una storia diversa dalle sue trame che ci sono più famigliari, ma soprattutto perché è riuscito a raccontare, dentro gli intrecci propri di chi è maestro di storie, l’impossibilità di farsi un giudizio netto. Impossibilità di chi legge, e di chi scrive; ma anche dei personaggi che vivono la vicenda. Questi possono scegliere (e le loro scelte sono diverse) ma perché costretti a farlo, così come la vita costringe. Questa specie di cortocircuito, tra ragione e vita, è il dubbio etico che Manzini esplora in tutto il suo spazio.


RECENSIONE


Le parole dette ormai erano volate via, sapeva di non poterle più rimettere a posto. Per questo odiava parlare e mai avrebbe potuto fare l’avvocato, non c’era ordine nelle parole, non si riusciva a catalogarle, etichettarle, irreggimentarle.”


Questa è la storia di Nora e Pasquale, due semplici commercianti che portano dentro di loro un grande dolore, l’omicidio di Corrado, il loro unico figlio.

Corrado non c’è più da 6 anni, e i suoi genitori provano a condurre la loro tranquilla vita, fino a quando Nora, durante un viaggio in treno, riconosce Paolo Dainese; l’uomo responsabile della morte del loro ragazzo innocente.

Inizialmente la donna è incredula, ritenendo impossibile e ingiusto che l’assassino fosse già a piede libero, non si spiega infatti come la via di suo figlio possa valere così poco; ma Dainese, ha avuto la fortuna di ricevere dei benefici carcerari ed è tornato alla libertà provando a rifarsi una vita.

Ovviamente non è facile, ma tutto è meglio del carcere e Dainese trova un lavoro onesto e una ragazza che gli vuole bene e lo aiuta a stare tranquillo.

E’ proprio questo che Nora e Pasquale non accettano, il figlio è morto a 23 anni , senza il tempo di poter avere essere davvero felice, e il suo assassino vive da uomo libero, tranquillo e soddisfatto di quello che è riuscito ad ottenere una volta fuori dal carcere.


Portare i fiori sulla tomba di un figlio è contro natura.

Piangere sulla tomba di un figlio è contro natura.

Vivere al posto di tuo figlio è anche peggio.


Riusciranno i genitori di Corrado ad accettare la libertà di Dainese, e a proseguire la loro vita dimenticandosi di lui?

Ormai per me Antonio Manzini è una certezza, e per quanto io sia una fan accanita del suo “Rocco Schiavone”, adoro tutto ciò che scrive e come lo scrive.

Ed è così che va vissuto questo libro, non pensando alla serie per cui questo scrittore è famoso, ma vedendolo come un regalo, un piccolo gioiello che Manzini ha tenuto per sé pensando di donarlo a tutti al momento giusto.

Ed io l’ho ricevuto proprio quando avevo un grande bisogno di leggere qualcosa di bello, qualcosa che scalda l’anima, penso che lo terrò con orgoglio tra le mie letture del cuore.

E’scritto in terza persona con cura e dovizia di particolari, mai scontato o prevedibile, ma ricco di suspence e colpi di scena che ti rapiscono letteralmente fino alla fine.

Traspare in ogni pagina la sincera disperazione di due genitori, che vivevano per il loro unico figlio, e che l’hanno perso per colpa di triste fatalità; Nora e Corrado infatti “sopravvivono” provando ad impedire che la tristezza prenda completamente il sopravvento.


E mentre guidava la macchina fra le strade deserte a quell’ora di notte, capì che quella distanza con sua moglie non era più colmabile. E forse non lo era mai stata dalla morte di Corrado. Cos’era successo dopo? Il processo, gli avvocati, la sentenza, erano stati giorni tragici, nessuno dei due si era fermato a pensare. Ma dopo? Negli anni che Paolo Dainese scontava la pena in carcere?


La liberazione di Dainese è per loro una spinta a reagire, cercando di capire come vendicarsi, come far provare a lui, anche solo a parole, lo stesso dolore che hanno provato loro.

E anche se possono far poco, il ricordo di Corrado li aiuta ad essere forti e a capire quello che la vita riserva loro da quel momento in poi.

Grazie Antonio Manzini, per questo e per quello che verrà, libri sinceri che vengono accolti da chi davvero è pronto a farlo.

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Recensione pubblicata da Sara precedentemente sul blog Manulandia

HUSH di Paola Garbarino

Hush

HUSH di Paola Garbarino

Titolo: Hush
Autore: Paola Garbarino
Serie: Autoconclusivo
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: POV alternato (Noah e Fiordiluna)
Tipo di finale: chiuso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 18 Aprile 2019
Editore: Self Publishing

TRAMA


Con lui avevo imparato cento modi diversi in cui si può stare in silenzio, così come gli Inuit riconoscono vari tipi di formazioni di ghiaccio e per ognuna hanno coniato un nome. Io non avevo dato loro un nome ma avevo imparato che il silenzio può essere: quieto, irato, triste, frustrato, gioioso, impaurito, sconcertato, offeso, perplesso, assonato, emozionato, divertito, impertinente, arrogante, scherzoso e altre cento emozioni. Mi faceva paura sentire che una grossa parte di me bramasse la rottura dell’ultimo strato d’anima che mi teneva a galla. Una volta spezzato quello, tutto il mio essere sarebbe sprofondato giù e io dubitavo che sarei riuscita a venirne fuori.
Era Noah, coi suoi silenzi, con le parole negli occhi e nelle dita, con la voce dell’anima, che mi stava trattenendo dallo sprofondare, che mi stava facendo sentire la forza della vita e non della mera sopravvivenza. Com’era accaduto? Quand’era successo? Mi stava tenendo legata alla vita anche se non lo sapeva, anche se forse ero solo una fiamma che voleva consumare.

Sullo sfondo di un’autunnale Genova, Fiore, ragazza dolce con una ferita aperta nel cuore, e Noah, studente inglese in Italia con una borsa di studio, frequentano l’ultimo anno all’Accademia delle Belle Arti. Per un intero trimestre lei sarà obbligata a fare da tutor a lui, ragazzo affascinante, talentuoso, arrogante. E sordo.
La loro conoscenza sarà incontro e scontro, attrazione e repulsione, in una condivisione di emozioni che li cambierà per sempre.
Quanto contano i silenzi, in un’epoca in cui tutti sembrano ossessionati dal comunicare ogni dettaglio delle proprie vite?


RECENSIONE


Tu prendilo grande, quel respiro, Fiordiluna e poi lascialo andare, liberalo, vai, spicca il volo.”


Fiordiluna (per tutti Fiore), vive a Genova e frequenta l’ultimo anno all’Accademia delle Belle Arti; per un intero trimestre le viene chiesto di essere la tutor di Noah, un talentuoso ragazzo inglese che si rivela un genio della scultura ma che è da subito molto arrogante nei suoi confronti.

Noah è sordo, e Fiore è l’unica allieva che conosce la LIS (Lingua dei segni Italiana) imparata per necessità familiari.

I due ragazzi inizialmente non vanno molto d’accordo, fanno un passo avanti per imparare a conoscersi meglio ma ne fanno due indietro scontrandosi, anche per colpa dei loro caratteri difficili.

Entrambi hanno un passato doloroso, che non permette loro di aprirsi come vorrebbero, che non li fa sentire liberi di amare davvero.


La mia vita era disseminata di gente e di cose di cui avevo bisogno ma in fondo non c’era niente che mi fosse vitale, a parte continuare a respirare e quell’atto, beh Dio era stato molto saggio a fare in modo che fosse un processo involontario.


E’ grazie al silenzio che trovano un punto d’incontro, non possono parlare, ma creano il loro mondo prezioso e tranquillo, fatto di sguardi, di mani sfiorate, dove niente e nessuno può intromettersi.

Leggendo si immaginano molto bene queste scene, mi sono emozionata per l’intensità dei loro incontri, per la passione forte con cui li vivevano, per l’amore che riuscivano a comunicare.

Grazie Paola, ho letto, questo libro, amandolo dalla prima all’ultima pagina.

Una storia delicata ed emozionante, che mette in luce le varie difficoltà di convivere con una disabilità, a riprova del fatto che la vita va affrontata a muso duro, traendo la giusta forza da tutte le esperienze che ci permette di vivere ogni giorno, positive o negative che siano.

La cosa che mi ha colpito maggiormente, è la magia con cui Fiore e Noah riescono a comunicare pur non parlando, la delicatezza con cui si prendono per mano vale più di tutte le frasi fatte, che utilizziamo ogni giorno ma il più delle volte restano prive di significato.


Ma era Noah, coi suoi silenzi, con le parole negli occhi e nelle dita, con la voce dell’anima, che mi stava trattenendo dallo sprofondare, che mi stava facendo sentire la forza della vita e non della mera sopravvivenza. Com’era accaduto? Quand’era successo? Forse era stato svegliarmi un mattino e capire d’aver pensato prima alla sua presenza che all’assenza di Leone.


Bellissima e forte la presenza della famiglia all’interno della storia, una ricchezza per ognuno di noi, una sicurezza nelle difficoltà, un amore che riempie il cuore.


La sua voce era una cosa talmente preziosa, e io ero felice di riuscire a tirargliela fuori, significava che le emozioni erano forti, che erano vere.


Leggetelo e fatene tesoro! Una storia da non perdere!

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Recensione pubblicata da Sara precedentemente sul blog Manulandia

CLOSE TO ME di Elle Eloise

Close to me

CLOSE TO ME di Elle Eloise

Titolo: Close to me
Autore: Elle Eloise
Serie: How to disappear completely
Genere: Contemporary Romance
Narrazione: POV alternato (Nadia e Daniele)
Tipo di finale: chiuso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 19 Maggio 2020
Editore: Self Publishing

TRAMA


Dopo i cinque volumi della serie How to disappear completely, l’autrice Elle Eloise torna con un nuovo romance autoconclusivo. Una frizzante e passionale storia di amicizia e amore che si districa in mezzo alle strade piovose di Torino e di Londra e si dipana tra il presente e il passato di un ragazzo e una ragazza destinati a stare insieme, nonostante tutto.

Aprii la porta, indicandole l’uscita. «Non possiamo più vederci» sentenziai, con un nodo in gola. E successe. Nadia spalancò le palpebre, non essendo più in grado di trattenere le lacrime. Si accovacciò a terra, in preda a una disperazione folle, più folle della mia. Mi si spezzò il cuore, perché sapevo che io stavo spezzando il suo ed era intollerabile. Le gambe cedettero, crollai sul pavimento, la schiena contro la parete opposta a quella dove si era appoggiata lei. Le nostre lacrime a fare da specchio all’anima. Tutto ciò che rimaneva di noi era racchiuso dentro questa stanza semibuia, due ragazzi che si amavano ma che non sapevano come farlo. 

Ci osservavamo a una distanza di tre metri l’uno dall’altra, gli sguardi ricolmi di comprensione e di amore reciproci. Ma questo non era sufficiente, nulla sarebbe bastato, perché stare con me era come voler domare il vento: impossibile, estenuante, inutile. 

Quando Danny incontra Nadia per la prima volta all’aeroporto di Torino – Caselle, qualcosa attira subito la sua attenzione: forse i suoi bizzarri capelli rosa, o semplicemente l’intensità dei suoi incredibili occhi blu.

Nadia non può credere che il suo storico ragazzo l’abbia piantata in asso proprio a un passo dall’esaudire il loro sogno di trasferirsi a Londra insieme, ma su quell’aereo è costretta a salirci da sola. La sua avventura, destinata a partire con un tonfo, si rivela invece una piacevole sorpresa grazie all’incontro con Daniele, un ragazzo italiano che vive a Londra da tre anni e con il quale instaura da subito una forte amicizia alla “Harry ti presento Sally”, film amato da entrambi e da loro citato in molte occasioni. 

Sia Danny, incastrato in un’acerba relazione con una donna inglese che non ama, che Nadia, ancora tramortita dalla sua lunga storia d’amore finita male, tentano invano di ignorare i loro sentimenti e la reciproca attrazione per non rovinare un rapporto platonico che cresce di giorno in giorno.

Sotto il cielo di una Londra grigia e piovosa divampa una passione che rischia di consumarsi nel silenzio, all’ombra di segreti e paure che lui porta sulle spalle come una zavorra pronta a soffocare qualsiasi germoglio d’amore in procinto di sbocciare.


RECENSIONE


Non riuscivamo a non piangere, così come non eravamo in grado di smettere di ridere, perché l’amore era questo in fondo, euforia e disperazione, un raggio di sole e una goccia di pioggia, e non potevamo farci assolutamente niente.”


Daniele incontra Nadia per la prima volta alle partenze internazionali dell’aeroporto di Torino, catturato dalla particolarità dei suoi capelli rosa; entrambi in procinto di partire per Londra, lui per tornare al suo lavoro, lei per cambiare vita, decisione presa all’ultimo momento con il suo fidanzato che all’ultimo momento però resta in Italia.

Arrivata in Inghilterra, inizia da subito ad avere paura di non farcela, sola, con un trolley gigante che prova a trascinare a fatica fuori dal terminal.

Daniele, rendendosi subito conto della sue difficoltà, dopo averla salutata continua a seguirla con lo sguardo, e vivendo già da tempo nella capitale inglese, la aiuta ad arrivare al suo alloggio e le dà qualche dritta per riuscire ad ambientarsi facilmente.

I due ragazzi diventano amici, e grazie ad alcune citazioni da “Harry ti presento Sally”, un film che entrambi amano, scoprono di avere molte cose in comune, e tante affinità proprio come i protagonisti del film.


Mi riempì di luce, di desiderio. Di speranza. Lei era la mia speranza di avere davvero una vita e non solo una sequenza di giornate, di mesi, di anni. Un respiro dopo l’altro non bastava a farmi sentire vivo, avevo bisogno di misurarmi con qualcuno, di fidarmi e affidarmi a qualcuno.


All’inizio, visto che entrambi erano impegnati con altre persone, provano ad ignorare il fatto che la loro amicizia possa diventare qualcosa di più; ma poi pian piano si rendono conto che i loro rispettivi fidanzati non hanno mai tirato fuori da loro il meglio, non li hanno mai fatti sentire loro stessi.

Danny e Nadia quindi non demordono e continuano a considerare il loro rapporto molto prezioso, anche se spaventati dalle sensazioni che questo provoca in ognuno di loro, e ignari che ci possa essere qualcosa di più grande a complicare tutto.


Hai visto tutto di me, il bello e il brutto. E giorno dopo giorno ti sei presa un pezzo del mio cuore. Subito ho avuto paura di dartelo tutto, non l’avevo mai dato a nessun altra prima, nemmeno a Virginia. Ma ora ho capito di essere più spaventato dall’idea di riprendermelo questo dannato cuore che da quella di regalarlo a te. Prendilo Nad, ti appartiene da otto mesi.


Bentornata scrittrice del mio cuore!

Sono fiera e onorata di aver letto in anteprima questo tuo nuovo romanzo, felice di averti ritrovata ed entusiasta perché ancora una volta mi hai dato la possibilità di vivere un sogno.

Una storia delicata e complicata allo stesso tempo, che inizia come una semplice storia d’amore e amicizia, ma che durante la lettura pian piano dà vita ad una vera avventura ricca di emozioni e colpi di scena.

Raccontata in prima persona, le voci dei due protagonisti mi hanno presa per mano e mi hanno aiutato a vivere, senza difficoltà ogni loro sensazione piccola o grande; questa è la scrittura di Elle Eloise, entrare dentro la storia, sentire i personaggi sulla pelle, considerarli talmente reali da pensare di conoscerli davvero, pregi a mio parere rari e preziosi da trovare in un libro.

Daniele è un ragazzo tormentato, che porta il peso di un passato difficile da rivelare; aiutato dal suo migliore amico si è impegnato comunque a cambiare città e a realizzare il suo sogno lavorativo.

Nadia invece, inizialmente timorosa di affrontare un cambio di vita così repentino, trova la forza di dimostrare a tutti che lontano dalla sua casa e dagli affetti e in grado di reagire ed essere felice.


Mi ributtai nel letto, in cerca del suo profumo di cannella: avrei voluto immergere tutti i miei vestiti in quel profumo per averlo sempre con me. Non riuscivo a togliermi dalla testa quelle braccia solide che mi avvolgevano: era stato lui ad abbracciarmi. Certo io gli avevo dato il via appoggiando strategicamente la mano sul suo fianco, ma lui mi aveva voluta più vicina, mi aveva tenuta stretta per tutta la notte ed era stato come essere accolta dai raggi del sole.


Ma è solo quando il loro rapporto si intensifica, che i due ragazzi realizzano di aver bisogno l’uno dell’altra per essere davvero completi.


Si accucciò vicino per stringermi a sé con una forza e una determinazione che non avevo mai sentito negli innumerevoli abbracci della mia vita: c’era stato quello dei miei genitori, amorevole ma anche traboccante di pena per me, quelli compassionevoli di mio fratello e mia sorella, quello amichevole e pregno di cameratismo di Jacopo. Questo abbraccio sembrava più una lotta, ma non tra lei e me. Stavamo lottando insieme contro quella forza che voleva dividerci a tutti i costi.


Vanessa e Jacopo, i migliori amici dei nostri protagonisti, dimostrano quanto sia fondamentale la presenza dell’amicizia all’interno della storia e nella vita di tutti noi, infatti li supportano e li aiutano pur restando in disparte e lasciandoli libero di prendere autonomamente le loro decisioni, questo è il comportamento di chi ti vuole davvero bene!

Non posso dire di più, leggetelo e vivrete e vivrete davvero un’emozione unica.

Grazie Eloise, essere una “lettrice beta”, ti aiuta davvero ad entrare nella storia e a viverne ogni minimo dettaglio, questo per me è un regalo grande.

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Recensione pubblicata da Sara precedentemente sul blog Manulandia