VERTIGO & FREE FALL di Monica Lombardi

VERTIGO & FREE FALL di Monica Lombardi

TitoloVertigo e Free Fall
Autore Monica Lombardi
Serie: GD Team
Genere: Romantic Suspense
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: gennaio 2022
Editore: Self publishing

TRAMA


Vertigo:

Benjamin “Buck” Buckler è un ex capitano SAS. Nessuno ha mai parlato di un suo errore, di una sua sconfitta, eppure lui sente il bisogno di dare un taglio al passato e voltare pagina. Lo fa con un nuovo lavoro, con un nuovo team. E soprattutto con un nuovo capo, il ricco ed enigmatico David Langdon, detto GD. Quando GD scompare, Buck incontra la donna che vive con lui, la brasiliana Alex Xavier, misteriosa e pericolosamente irresistibile. E Buck si troverà di fronte a un grande dilemma: scegliere tra la lealtà e le ben più profonde ragioni del cuore.

Free Fall:

Jaime “Jet” Travis è sparito nel nulla. Nel suo appartamento deserto è rimasto solo il cellulare. Nessun messaggio, nessun segno di colluttazione, nessuna traccia. A parte una, e punta il dito contro un membro del team. Un team già ferito, che ora viene colpito al cuore. Nicole Kelly ha soffocato per anni i suoi sentimenti per Jet e ora è disposta a tutto pur di ritrovarlo e stanare il nemico che ha ordito una sanguinosa vendetta. Fra scenari esotici, labirinti informatici, vecchie ferite e amori taciuti troppo a lungo, si snoda un’altra avventura del GD Team. Perché non importa quanti siano i nemici, sono gli amici che contano. Soprattutto quando sono disposti a dare tutto per salvarti. Dopo Vertigo e Nicky, Monica Lombardi regala alle amanti del romantic suspense un nuovo incalzante capitolo della serie dedicata al GD Team.

RECENSIONE


Era tempo che volevo leggere i primi due capitoli di una serie appassionante, ovvero quella della GD Team, a firma di Monica Lombardi, autrice di indubbio spessore che ho avuto il piacere di incontrare di persona due volte, allo scorso FRI di Milano e all’ultima edizione del Salone del Libro di Torino.

Una signora dai modi eleganti e gentili, di cui ho letto già due opere, Vite rubate e Fuori tempo.
Due romanzi diversi per atmosfere, ambientazioni e tematiche, che ho avuto modo di raccontare nel blog, entrambi accomunati dal talento impeccabile di una penna capace di traportare il lettore nella storia, al di là del genere narrato.

Vertigo è il primo capitolo di una serie, la GD Team, composta da 4 romanzi e 3 novelle, di cui una guida, che l’ha resa famosa a tutti gli amanti del genere romantic-suspense, che ammetto aver conosciuto proprio grazie a lei.

Oggi vi racconterò i primi due capitoli, ovvero Vertigo e Free Fall, che già dai titoli non possono non far pensare a film come 007 o Mission Impossibile, in cui adrenalina, coraggio, spionaggio, indagini sotterranee, pericoli da scampare sono gli ingredienti principali che predominano la scena.

Tutti coloro che, oltre a questa miscela esplosiva, non vogliono rinunciare al lato romantico non saranno delusi perché in entrambi i capitoli prendono forma due storie d’amore (e altre che si defilano all’orizzonte) che si intrecciano ad arte alla narrazione, rendendola godibile al 100%.

Ad aggiungere valore, un tipo di scrittura sapiente e accurato, che raccontato in terza persona coinvolge il lettore in ogni tipo di scena, da quelle dove l’azione imperversa a perdifiato, fino a quelle in cui pensieri, riflessioni, ricordi aumentano l’empatia verso i protagonisti.

A proposito, è giunto il momento di presentarli, visto che sono più di uno.

Vertigo, infatti, ha il pregio e l’onore di aprire la serie con tutti i vari protagonisti, raccontando la nascita del Team, composto da più figure.
Partiamo con David G. Landon, detto GD (alias Great David), ricco imprenditore a capo di un’azienda che produce strumenti militari, nonché ex legionario della legione straniera. Un personaggio con molte sfaccettature che non smetterà di stupire il lettore. A seguire, Benjamin Buckler, detto Buck, ex capitano dei SAS, ovvero Special Air Service, un corpo speciale dell’Esercito Britannico creato durante la Seconda guerra mondiale e che attualmente svolge funzioni di anti-terrorismo e salvataggio ostaggi, oltre a operazioni militari speciali e di ricognizione.

Un profilo umano e professionale di alto calibro, che riceve l’incarico da GD di costituire il Team per occuparsi di sicurezza, a più livelli. Un uomo dal piglio sicuro, forgiato nel mondo militare, e che fa i conti con un passato che l’ha segnato per sempre.
Ad affiancarlo, Jaime Travis, detto Jet, che, come Buck, è un ex SAS. A differenza di quest’ultimo, Jet ha un atteggiamento da bad boy: sicuro di sé, sbruffone, incurante del pericolo, amante delle belle donne e pilota multi-tasking. Un mattatore, per certi versi, che rifugge da ogni forma di prudenza ma sempre pronto a dare il massimo supporto e difendere i propri compagni.

Il suo tallone di Achille è Nicole Kelly, ex agente della CIA, che ha competenze in campo dell’intelligence. Bellissima, scaltra e molto abile a carpire la psicologia altrui, qualità che le ha fatto guadagnare il ruolo di “spia” della squadra. Brava nel suo lavoro ma incapace a comprendere fino infondo il legame che la unisce a Jet, in un infuocato intreccio di conflitti e senso di protezione, che già nel primo libro emerge con chiarezza ma di cui si approfondirà totalmente nel secondo libro. In questo primo libro, tra indagini incrociate con altre agenzie di intelligence e operazioni di spionaggio, Londra è il teatro principale che vede delineare all’orizzonte la nascita di un risveglio emotivo che vede coinvolto Buck con una misteriosa ragazza di origini brasiliane, Alex Xavier, che sarà al centro di una rete di sospetti e mistero a causa della scomparsa proprio di GD, di cui lei è compagna di vita.


Alejandra Muñez non aveva mai lasciato il Brasile. La ragazza che sei anni prima era partita da Recife insieme a lui si chiamava Alexandra Xavier e aveva non quindici ma diciotto anni. Ancora adesso, Alex si trovava sui documenti tre anni in più dei suoi ventuno. In fondo non era una truffa: gli eventi di quella notte avevano lasciato sulle spalle dell’adolescente malnutrita e passata nel tritacarne dalla vita ben più di tre anni rispetto ai suoi effettivi.


Il legame che unisce GD a Alex è molto profondo. Nonostante la differenza di età, ad unirli principalmente, oltre l’indiscutibile affinità mentale e fisica, un forte senso di protezione da parte di lui e una toccante gratitudine da parte di lei. Una relazione che prende sempre più forma e significato durante la narrazione, in cui si alternano al racconto flashback che delineano con nitidezza i contorni di ciò che li ha resi così uniti.


Lui l’aveva rimessa in piedi, in senso letterale e figurato. Col passar del tempo le aveva insegnato a difendersi e, soprattutto, ad avere di nuovo fiducia in qualcuno. Le aveva regalato una nuova vita e non se ne era mai pentito.


Eppure, questa ragazza così misteriosa, dagli occhi profondi e magnetici, sarà la prima ad essere indiziata della scomparsa del compagno David, innescando in Buck un conflittuale groviglio emotivo, che lo porterà a diffidare di lei pur sentendosene inesorabilmente attratto fino a temere di cadere vittima di un sortilegio da cui sarà difficile stare lontano.


Fu quando tornò nell’atrio pochi minuti dopo che Buck la vide. Era ferma a metà della scalinata, il viso leggermente reclinato in direzione di una delle guardie. Indossava un abito lungo nero con inserti arancio che le lasciava la schiena completamente nuda Era immobile come un quadro, mille volte più bella di quella Maja rivista e corretta davanti alla quale si era trovato poco prima, e sembrò contagiare tutta la sala con quell’immobilità.


Un’attrazione istantanea foriera di tempesta, che genererà un saliscendi di situazioni che metteranno a repentaglio tutte le sue certezze, nonché le vite degli stessi membri del Team, che per lui rappresenta la sua famiglia.

Uno dei temi principali di questa storia è, infatti, il forte sentimento di amicizia che lega i vari personaggi, così diversi l’uno dall’altro per attitudini e personalità ma tutti accomunati da un bellissimo senso di appartenenza che li fa essere l’uno il riferimento dell’altro.


In quei cinque anni Buck e Digger erano diventati come fratelli, per lui, e Nicky una specie di sorella. Una specie. Se avesse continuato a ripeterselo avrebbe finito per crederci.


A dare voce a questi pensieri Jet, che già nel primo libro si farà conoscere al lettore per essere l’anima più spericolata di tutta la squadra, e che sarà protagonista del secondo capitolo della serie, Free Fall.


Jet sapeva che si sarebbe fatto male, con Nicole Kelly, ma questo non l’avrebbe fermato, perché c’era brivido anche in quella terribile, bellissima, spaventosa caduta.


Caduta libera, letteralmente, come a rimarcare quello che il lettore vivrà insieme ai protagonisti del romanzo, trasportando il lettore in giro per l’Europa fino in Medio Oriente, per incastrarsi tra i sontuosi e luccicanti grattacieli di Dubai, sulle tracce di un passato che sembra volere il suo riscatto.
Durante il racconto si avvicendano ricordi di scenari di guerra che hanno coinvolto proprio lui, Jaime Travis, quando era ancora in servizio come SAS a combattere in Afghanistan.
Quando improvvisamente Jet scompare, a mettersi in prima linea per il suo ritrovamento è proprio Nicky, legatissima a lui da un rapporto a cui entrambi faticano a dare un nome, forse perché quando di mezzo iniziano a insinuarsi innegabili quanto infuocati sentimenti che oltrepassano il concetto di pura amicizia, la prima reazione è quella di paralizzarsi dalla paura di rovinare tutto.


Nicole Kelly era forse l’unica donna che Jet cercava di non trascinare tra le lenzuola, ma questo non gli impediva di fare il macho-man con lei. In ogni occasione possibile.


Il ritrovamento di Jaime diventa un puzzle che ricomporre sembra a tratti impossibile, e ogni membro della squadra non mancherà di schierare le proprie qualità investigative, a partire da
Ariel Levy, conosciuto come Digger, genio informatico, ex Mossad, «l’uomo che tutte le agenzie di intelligence vorrebbero avere tra e proprie fila» a cui si affiancheranno Wolf e Megan, altri due collaboratori esterni che non risparmieranno nessuna mossa per ritrovare il compagno svanito nel nulla.
Le ricerche si ampliano ad ampio spettro, fino a richiedere il coinvolgimento di altri personaggi come Michelle Duprè, appartenente alla UKS:


«La UKS per cui lavora Michelle esiste, eccome. Vista la nazionalità del JSF, il caso Velázquez è stato seguito da loro da subito. Noi diamo una mano qui a Londra.» UKS, United Kingdom States? «Che nome del cazzo» commentò Jet.


Due romanzi che potrebbero essere le sceneggiature di film di azione da grande schermo in cui ironia, adrenalina, salvataggi, incontri clandestini, fughe e ritrovamenti si mischiano a dovere con quel giusto tocco romance che piace sempre e che si consolida strada facendo, solo a patto di affidarsi l’uno all’altro.

La fiducia è infatti alla base di ciò che lega ogni membro della squadra, condizione essenziale a salvare e salvarsi.


«Sei tu che devi dirmi che cosa vuoi, Nicky. Se, mi vuoi. Se mi vuoi davvero. Senza classe, senza soldi, per come mi hai visto e mi conosci. Infrazione dei limiti di velocità e battute stupide comprese. Non sono speciale, non sono…» Lasciò la frase in sospeso, alzando le spalle. Ora fu lei, a sorridere. Non era speciale, diceva. No, Jet era unico.


Un serie imperdibile che conferma la passione e la bravura di Monica Lombardi per «il genere cinematografico e televisivo spionistico, veloce e adrenalinico, che mi diverte moltissimo.» (cit.)

E cosa c’è di meglio che divertirsi a fare qualcosa che poi riesce a meraviglia?
Complimenti.

FUORI TEMPO di Monica Lombardi

FUORI TEMPO di Monica Lombardi

Titolo Fuori Tempo
Autore Monica Lombardi
Serie: auto conclusivo
Genere: Contemporary Romance, Narrativa
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: Chiuso
Editing: Ottimo
Data di pubblicazione: 18 Maggio 2022
Editore: Hope Edizioni

TRAMA


Si sentiva come un pugile al centro del ring. Tutto quello che voleva fare era colpire, colpire duro, prima che l’avversario facesse lo stesso con lei.

Un urlo, poi un pianto, lungo e disperato: così inizia la storia di Martina. 
Prosegue con un viaggio insieme all’uomo che ha sempre creduto di odiare, un viaggio verso il padre che non vede da dieci anni e che non sente più come tale. 
Fuori Tempo è la storia di una ragazza che odia il mondo perché lo ama troppo, di un uomo che non sa più come lottare per quello che ama e di un uomo che ha già perso, due volte.
È la storia di due generazioni diverse, per certi versi distanti, che scoprono di parlare ancora la stessa lingua. Fuori Tempo narra di una tempesta che spaventa e confonde, di onde che travolgono, rubano l’ossigeno, per poi trascinarci via e abbandonarci su una spiaggia lontana.
Raccontata con la stessa forza di quelle onde, questa è la storia di una giovane donna arrabbiata e coraggiosa, che scopre, anche grazie all’aiuto di chi meno avrebbe immaginato, che non avere tutte le risposte non significa per forza annegare: significa vivere.

RECENSIONE


Si dice che il tempo sia la misura del valore che ha la nostra esistenza e paradossalmente spesso accade di sprecarlo, spenderlo male, se non malissimo, svuotato di ogni senso proprio. Il risultato è che la propria vita si impoverisce, rendendoci avviliti, disperati, privi di stimoli, di interessi, di entusiasmo, di voglia di vivere proprio come accade alla protagonista di questa storia, Martina:


In ogni caso, quando bevo non ricordo. Il che è una gran fregatura, una sonora presa per il culo, perché non ricordo neanche di stare meglio, dopo aver bevuto, e non è forse per quello che uno si ubriaca? In più, il tempo che non ricordi è perso, e di tempo non ne abbiamo da scialare. Fermare il tempo. Sì, sarebbe la soluzione a tutti i mali, anche al suo male.


Un’adolescente, in procinto di diventare donna, che si trova a dover affrontare un dolore troppo grande da elaborare che spazza via la sua esistenza frantumandola in migliaia di pezzi acuminati come coltelli troppo pericolosi per non ferirsi


Non si sentiva bene nella sua pelle, potendo se la sarebbe strappata volentieri di dosso.


In pochi giorni tutto il mondo che Martina conosce scompare.
E quando ogni cosa bella sembra essere perduta per sempre, lasciando così che la sofferenza e la rabbia predominino i suoi pensieri e azioni, una richiesta da esaudire la costringe ad accettare una sfida che fin da subito appare insormontabile: un viaggio di ricongiungimento con un padre che non ha mai praticamente conosciuto, Riccardo, divenuto per lei quasi un fantasma dai contorni sbiaditi.

Ed è in questo cammino che più volte assume le sembianze di un’esperienza catartica che Martina scopre grazie a Serge, il suo accompagnatore silenzioso e rispettoso, parti di sé stessa che non aveva mai conosciuto, rimettendo insieme pezzi, elaborando un dolore mai condiviso.
Lascio al lettore il piacere di scoprire i legami e le relazioni tra i protagonisti di questo romanzo intenso e profondo perchè solo così sarà possibile vivere appieno le sue emozioni quando dovrà trovare il coraggio di attraversare la tempesta:


Il cielo azzurro le piaceva, la faceva sentire leggera, ma il cielo coperto di nuvole era qualcosa che non si stancava mai di guardare, di ascoltare. Come se potesse davvero parlarle. Non era mai uguale, cambiava nelle forme e nei colori, nella luce. Quella mattina, il sole cercava di forare le nubi, di imbrogliarle trovando un passaggio a tradimento. Sembrava esserci una qualche strategia, lassù.


Una storia che mi ha commossa profondamente e che tocca tematiche delicate come il perdono, l’elaborazione de lutto, il cambiamento, il pregiudizio, le incomprensioni, le complesse dinamiche familiari e non di meno descrive con sensibilità e consapevolezza quanto sia difficile crescere emotivamente.
Ogni dialogo e scelta narrativa propongono le difficoltà del mutamento non solo per i giovani ma anche per gli adulti.


Il cambiamento toglie. Il cambiamento dà.


Due generazioni a confronto che imparano a comunicare mediante l’amore, il rispetto, l’ascolto e la fiducia, al di là della diversità e delle fragilità che mostriamo o che più spesso nascondiamo.

Monica Lombardi, autrice che ho conosciuto grazie al bellissimo Vite sospese, offre ai suoi lettori un libro dalle molteplici sfumature, in cui ogni parola, gesto, silenzio e dialogo hanno la capacità di ferire e lenire, di dare speranza e addolorare, di accelerare o fermare i battiti del cuore. Sensazioni contrastanti che parlano di luci e ombre, che rendono questo romanzo particolarmente profondo e intenso.


Quando siamo fuori tempo, tutto dipende da questo, dal trovare persone disposte a rallentare insieme a noi. Ad aspettarci. Finché non riusciamo a rimetterci in sincronia con la vita.


A rendere questa lettura imperdibile, l’eleganza stilistica di un’autrice bravissima a raccontare storie mediante una prosa elegante e accurata, perfetta a calibrare le giuste tonalità di narrazione per ogni situazione o scenario.

Fuori tempo è un romanzo che non si può etichettare, non è collocabile in un unico genere, caratteristica che lo eleva, a mio avviso, ad essere letto da tutti: da chi ama le storie d’amore, chi preferisce leggere per vivere un viaggio introspettivo, chi invece crede che nei libri vi sia spazio per riflettere su tematiche quanto mai attuali, come l’adolescenza e le famiglie allargate.


Era stato quel viaggio che aveva iniziato a cambiare, a sistemare le cose. Aveva avuto l’opportunità di conoscere Serge, e di prepararsi all’incontro con il padre. Aveva visto luoghi e vissuto momenti che non avrebbe mai dimenticato.


Una storia che mette al centro la natura dei legami, insieme a tutti gli effetti collaterali che li rendono complicati e ingestibili: le disfunzioni, le incomprensioni, le diversità e le distanze che cementa il tempo-

Un libro di crescita che testimonia quanto valga la pena trovare il tempo (e il coraggio) di risolversi come persona e districare i contorti intrecci emotivi che spesso ci soffocano, anche da adulti.

Martina, Serge e Riccardo faranno parte di me per molteplici motivi.

Chapeau Monica.

VITE RUBATE di Monica Lombardi

VITE RUBATE di Monica Lombardi

Titolo: Vite rubate
Autore: Monica Lombardi
Serie: Autoconclusivo
Genere: Giallo
Narrazione: Terza persona
Tipo di finale: chiuso
Editing: ottimo
Data di pubblicazione: 17 Maggio 2019
Editore: Spinnaker

TRAMA


Paula Wellman è una donna sola e un’agente FBI. Sa bene che si tratta delle due facce della stessa medaglia, come sa che il fatto di non avere famiglia le fa guadagnare un viaggio in Alaska alla caccia di un tenue collegamento tra l’esplosione di un’auto in cui è morta un’adolescente e un cold case. Sa anche che molti dei suoi colleghi maschi non mandano giù il fatto di dover lavorare con una donna, forse anche Dan Fusco, l’agente che viene esiliato al freddo insieme a lei.

Dopo che la moglie Adele è morta in circostanze mai del tutto chiarite, la vita di Zachary Walsh e della figlia Alice è stata sconvolta e Zach sta cercando di riscriverla. Per farlo ha messo quanti più chilometri possibile tra loro, un trauma doloroso e un passato per certi versi scomodo, e ha scelto di trasferirsi a Willow, dove abita la sorella della moglie e dove si muove Sam Pitka, il protagonista della sua fortunata serie di gialli.

Zach non è felice di vedere l’FBI presentarsi alla sua porta e di essere di nuovo sotto la lente investigativa.
Paula si trova spiazzata di fronte a un uomo che sembra non fare nulla per allontanare da sé i sospetti.
Attorno a loro un gruppo di adolescenti ribelli, annoiati, che raccolgono e rilanciano sfide e delusioni, e l’inverno dell’Alaska alle porte, pronto a coprire tutto con il gelo della sua neve.

Tornando al mondo di Mike Summers, il poliziotto di Atlanta protagonista della sua prima serie, Monica Lombardi tratteggia un giallo raffinato che si intreccia a una storia familiare di rapporti fragili, danneggiati, forse vicini al dissolvimento. Il tutto in un’Alaska fatta di boschi sconfinati, stellate che tolgono il fiato e abitazioni isolate, un’ambientazione unica che sentirete sulla e sotto la vostra pelle.

RECENSIONE


Greve e pesante era però il novembre dell’Alaska, con le temperature già rigide e le notti infinite–avevano da poco finito di pranzare e già le ombre della sera si stavano avvicinando, pronte a inghiottire i colori e le forme del bosco. Un’atmosfera cupa, sì, ma anche evocativa, intrisa di mistero. Uno stimolo potente alla sua ispirazione.


Le montagne, i boschi e gli immensi spazi aperti dell’Alaska sono la sontuosa cornice di un romanzo bellissimo, in cui fitti misteri e vecchi segreti si intrecciano al percorso impervio che porta alla ricerca di affetti perduti, tra tortuose salite e ripide discese, trascinando il lettore in un viaggio in cui anche i sentimenti più nascosti troveranno spazio per divenire legami insospettabili.

Era da molto tempo che volevo leggere “Vite rubate” non solo per la bellissima cover e il l’intrigante titolo ma soprattutto per conoscere l’autrice, Monica Lombardi, di cui avevo sentito spesso parlare.

L’attesa non è mai stata tanto ripagata non solo per la trama avvincente e originale, quanto per lo stile di scrittura sapiente e raffinato che rende la narrazione coinvolgente fin dalle prime pagine. Le parole sono dosate con accurata attenzione e ogni dialogo offre puntigliosi tasselli per ricostruire il puzzle di un giallo non facile da interpretare e che intriga profondamente.


Si immaginò quello stesso paesaggio innevato, il silenzio reso ancora più ovattato dalla neve, e le venne in mente una sola parola: pace. Non solitudine, non isolamento, pace. È questo senso di pace che sei venuto a cercare qui, Zachary Walsh? Ma, soprattutto, si trattava di vera pace o piuttosto del tentativo di fuggire il più lontano possibile da un lutto, o da una colpa?


Zachary Walsh è uno scrittore affermato che a seguito dell’improvvisa morte della moglie Adele lascia la California per trasferirsi insieme alla figlia Alice a Willow, una fredda cittadina dell’Alaska per fuggire ai ricordi di una famiglia distrutta e ritrovare la pace perduta. Ma in verità sarà proprio un luogo apparentemente silenzioso a nascondere segreti inconfessabili sotto una perenne coltre bianca di neve intrisa di mistero.

La lontananza che Zach decide di mettere da San Francisco segna simbolicamente la distanza affettiva che inesorabilmente lo allontana sempre di più dalla figlia, avvolta in un vortice di frustrazione e rabbia che l’ha chiusa in sé stessa fino a generare un odio profondo verso suo padre, incapace ormai di capirla.

Zach è un personaggio complesso e ricco di sfaccettature con cui entrare in sintonia è stato immediato. Un protagonista magnetico che vibra nelle pagine alternando l’immagine di vittima come marito tradito da una moglie infedele e quello di essere il sospettato principale dell’incidente che ha coinvolto quest’ultima.
Vittima o carnefice? Un dualismo che si dipana per tutto il romanzo senza mai lasciare trasparire la verità, nonostante l’avvicendarsi di colpi di scena e sfumature psicologiche che pian piano svelano squilibri tra i personaggi del racconto, facendo fluttuare il giudizio di colpevolezza o innocenza in modo continuo.

A condurre le indagini richieste dall’FBI è Paula Wellmann, mandata insieme al collega Dan Fusco ad indagare per capire se possano esservi collegamenti tra la morte di Adele Walsh, avvenuta più di un anno prima, e quella Priscilla, amica di scuola di Alice morta in un incidente senza apparente spiegazione.

Paula è una donna tenace che con piglio professionale cerca di investigare senza pregiudizi e scevra da ogni facile condanna. Una professionista seria e irreprensibile dal passato doloroso che non avrà strada facile nel districare i fili della matassa di un caso che affonda le sue radici in relazioni familiari intricate, in cui rabbia, dolore, senso di inadeguatezza e solitudine si intrecciano fino a confondersi.


«Un buco nel cuore.» «Non so se sia il mio libro migliore ma è quello più … oscuro.» Paula rialzò lo sguardo sul suo viso. La sfida era là pronta ad attenderla.


Lo stile di narrazione è evocativo e ricco di metafore, in cui il racconto presente si alterna a flashback che aiutano a capire meglio la natura dei rapporti familiari che sembrano alla deriva. A questa alternanza si intrecciano le pagine di due diari, quelli di una madre e di una figlia, unici testimoni di due vite piene di segreti e mancanze mai rivelate, come le confessioni di Alice che con profonda autenticità affida alle pagine del suo l’inferno in cui si sente avvolta e che non le lascia tregua, impedendole di essere amata dall’unica persona di cui anelerebbe maggiormente l’affetto.


L’inferno è un luogo dell’anima, che però, ed è questa la vera assurdità, te la strappa e te la riduce a brandelli. A volte ci nasci, altre volti lo incontri lungo la strada. Ma lo porti sempre con te. Una volta che ti ha scelto non ti molla, ti segue ovunque, ti impedisce di agire e allo stesso tempo di costringe a farlo. L’unica cosa che puoi fare è condividerlo. Trascinare qualcuno già con te. Perchè anche la dannazione diventa più sopportabile, se non si è dannati soli.”


I boschi più selvaggi e la natura incontaminata dell’Alaska sono lo scrigno silenzioso in cui un manto nevoso bianco e bellissimo nasconde la verità di una vita rubata che grida vendetta.

Un romanzo in cui il lavoro investigativo è forza motrice per scardinare paure e innescare sentimenti imprevisti ma impossibili da evitare, in una danza in cui speranza e fiducia creano nel lettore la voglia di scoprire finalmente l’identità di efferati delitti, fino a coinvolgere il lettore affiancando Paula durante le indagini per cercare tracce nelle neve, tanto capace di nascondere quanto di rivelare.


La storia della nostra vita, alla fine, è come un libro. Giri pagina e trovi un incontro, una situazione. Puoi scrivere le righe del tuo dialogo ma quello che fai, come agisci, è una reazione alla situazione e alle persone che incontri”.


Quest’ultima citazione racchiude il senso profondo di una storia scritta magistralmente che con originalità e fine eleganza esplora le oscurità dell’animo umano, portando nelle cavità più nere, quelle dove la follia non lascia spazio alla ragione. Ma è nel buio che spesso si può trovare la forza di reagire e guardare dentro noi stessi, per imparare a riconoscere la luce più flebile ma salvifica, in grado di riportare nuovamente alla vita, in una forma nuova e forse migliore.

Chapeau.

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Recensione precedentemente pubblicata da Alessia sul blog All Colours of Romance