
DI UN ROMANZO AI TEMPI DI INSTAGRAM, E DI UNA STORIA D’AMORE di Alice Gransassi Ferretti
Titolo: Di un romanzo ai tempi di Instagram, e di una storia d’amore | |
Autore: Alice Gransassi Ferretti | |
Serie: Autoconclusivo | |
Genere: Contemporary romance | |
Narrazione: Prima persona | |
Tipo di finale: Chiuso | |
Editing: Ottimo | |
Data di pubblicazione: 4 novemnre 2020 | |
Editore: Gruppo Albatros Il Filo |
TRAMA
Alice, giovane psicologa, diretta, schietta, grande sognatrice e innamorata dell’amore, un giorno, si decide finalmente a proporre il romanzo che tiene nel cassetto da un po’ ad un editore, che la rifiuta preferendole un giovane Influencer di Instagram con milioni di followers. Avvilita, Alice torna a casa, si getta nel letto, e la mattina dopo viene svegliata da una bimba bionda che la chiama “Mamma”. Una storia impetuosa, dai sentimenti travolgenti e sempre sinceri e autentici, una lettura gratificante che vi lascerà il sorriso sulle labbra e il cuore colmo di felicità.
RECENSIONE
Un titolo e una cover diversi dal solito sono stati i primi elementi che hanno attirato la mia curiosità, un po’ insoliti rispetto all’argomento a cui rimanda il titolo e in effetti questa lettura non parla solo di una storia d’amore.
È un romanzo che affronta con un tocco lieve ma ben chiaro temi disparati, dalla complessità delle relazioni umane, alle responsabilità del crescere un figlio, dal desiderio di realizzare un sogno all’utilizzo a volte distorto dei social media.
Alice Gransassi Ferretti è un’autrice emergente dalla penna onesta e realistica, che, in questo lavoro fa intuire un velato sapore autobiografico.
La cover richiama proprio una tipica foto che si posta sui social ed infatti l’autrice prova con il suo intreccio a fotografare il condizionamento che subiamo in molteplici ambiti dai social media.
Il loro utilizzo a volte distorto ha contaminato le relazioni interpersonali ?
È vero che sempre più spazio e visibilità vengono date sui social network nonostante la mancanza di contenuti da trasmettere?
Questo romanzo prova a rispondere a questa domande non direttamente ma ponendo davanti a degli accadimenti da cui poi spontaneamente il lettore trarrà le proprie conclusioni.
Attraverso una narrazione arguta sul rapporto di coppia, sull’eterno scontro tra sentimento e ragione, sulle insicurezze insite in ognuno di noi, sulla necessità di trovare dei compromessi, senza che vengano meno i doveri insiti nella genitorialità.
Il tutto amplificato e forse complicato, questo sarà sempre il lettore a stabilirlo, da una società devota all’apparenza che ha fatto dell’ avere molti followers il proprio vessillo.
L’incipit da cui ha origine la vicenda trasporta questo condizionamento anche nel mondo editoriale, tanto che persino pubblicare un libro diventa più facile per chi naviga nel mondo virtuale dei social media anche se non ha molto da comunicare.
Ecco, la donna che quella ragazzina è diventata ha deciso di scrivere un romanzo in un’epoca storica in cui se ti apri una pagina Instagram e hai più di un tot di followers, non importa che tu abbia realmente qualcosa da dire.
Per me è stata una lettura coinvolgente e identificativa non tanto per gli accadimenti quanto per l’affinità di pensiero con la protagonista.
Alice è una psicologa che sarà travolta ad un certo punto da una serie di eventi che le faranno apparentemente perdere il controllo della sua vita.
Protagonista di una storia sentimentale intensa ma complicata, assalita da una serie di incertezze, contemporaneamente impegnata nel difficile mestiere di genitore, donna che vuole realizzare un sogno e che si troverà anche a dover combattere con la depressione.
La forza del libro sta soprattutto in una costruzione narrativa molto originale che volteggia tra sogno e realtà, pensieri, emozioni e azioni in cui ognuno di noi può specchiarsi.
È stato immediato identificarsi nelle reazioni, nei pensieri e sentimenti raccontate nel romanzo, che sono comuni a molte storie di vita normale ma che ognuno di noi affronta e metabolizza a modo proprio.
Questa sì, che sarebbe una trama banale. Peccato che le trame banali siano quelle che rappresentano di più un’innumerevole quantità di persone che per altrettanti innumerevoli motivi si ritrova nelle stesse condizioni emotive una o più volte nel corso della vita e quindi compie gli stessi gesti che sto facendo io ora;
A volte quando si racconta la realtà si corre il rischio di essere tacciati di banalità.
Credo invece che questo libro non abbia nulla di banale, a partire dallo stile ironico ma introspettivo fino ai contenuti che trasportano il lettore dentro a vicende ordinarie ma che proprio per questo accomunano molte persone.
Attraverso una narrazione a volte incalzante che ribalta l’andamento della storia lasciando il lettore forse un po’ spaesato ma anche molto curioso dell’evolversi degli accadimenti.
Questo anche grazie al fatto che rispecchiando in pieno la realtà, il susseguirsi dei fatti narrati e la loro evoluzione non sono facilmente intuibili: non tutti i progetti, le intenzioni, i sentimenti sono sempre chiari, e non prendono la direzione desiderata, proprio come accade nella vita.
Questa autrice ha saputo raccontare una famiglia qualunque con uno stile per niente qualunque, in un modo personale, con un realismo e un carattere introspettivo che gli hanno conferito verità e di conseguenza la partecipazione emotiva del lettore.
La descrizione di vicende e situazioni in cui molte donne possono identificarsi ha infatti il valore aggiunto di permettere di identificarsi con Alice e con le situazioni familiari che vive.
Una finestra su eventi da cui molte persone si sono affacciate o si affacceranno nella vita e che forse grazie a questo permette a chi legge di non sentirsi così diverso o inadeguato rispetto alle tempeste che a volte purtroppo si infrangono sull’ esistenza.
Una sana spruzzata di ironia, alleggerisce la trama che non risulta troppo pesante e che apre una piccola fessura anche sul tema della depressione, trattandolo con garbo e onestà.
Erano anni in cui c’erano ancora molti tabù sulla salute mentale, io stessa mi vergognavo come se me la fossi andata a cercare: in realtà era stato tutta una serie concomitante di fattori. Gli ormoni post partum, l’essere diventati una famiglia, lo scoprire che la vita da madre non era come quella che trasmettevano nelle pubblicità:
È un libro che parla di vita, della realizzazione dei sogni, della fatica che si fa per inseguirli, delle cadute che capitano nel tentativo di realizzarli, delle difficoltà che si incontrano sulla strada per realizzarli ma anche della profonda felicità che si ottiene nel raggiungerli.
Che siano essi ritrovare un amore perduto, essere un genitore all’altezza, realizzarsi professionalmente, combattere la depressione, o pubblicare un libro, ogni sogno realizzato è una salita al termine della quale si viene investiti da una felicità autentica, perché conquistata con fatica.
Sorrido di quei sorrisi potenti, che illuminano gli spazi e gli oggetti, che danno luce alle stanze. I sorrisi di quando non puoi essere più felice di così. I sorrisi che notano anche gli estranei, perché brillano e ti fanno brillare.
Una ultima piccola menzione merita la prefazione di Barbara Alberti che ho trovato centrata, delicata e onesta. Mi ha positivamente introdotta alla lettura con poche righe che riassumono molto bene l’essenza non solo di questo, ma di ogni romanzo che ci si appresta ad iniziare.
Il libro è il più soave grimaldello per entrare nella realtà. È la traduzione di un sogno.
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