EDITORIALI

Editoriali

I nostri approfondimenti su tematiche o argomenti
di cui abbiamo preso spunto durante la lettura.

JANE AUSTEN: a 250 anni dalla nascita un talento che non smette di brillare

Una delle autrici piรน lette al mondo continua a parlare a generazioni di donne e non solo

di Annalisa Sinopoli e Alessia Lana

Il 2025 รจ stato lโ€™anno โ€œAustenianoโ€ per eccellenza, numerosi in Gran Bretagna , ma anche nel resto del mondo, gli eventi, le manifestazioni, le cerimonie di celebrazione della famosa scrittrice inglese che hanno cosรฌ omaggiato e festeggiato i 250 anni dalla sua nascita.

LA SUA STORIA

Jane Austen nacque infatti il 16 dicembre 1775 a Steventon, un piccolo villaggio dellโ€™Hampshire nellโ€™Inghilterra meridionale, dove il padre era il pastore della chiesa.

Penultima di otto figli, sei maschi e due femmine, fu legata particolarmente alla sorella Cassandra (che, come l’autrice, non si sposerร  mai), con la quale intrattenne una fitta corrispondenza andata per la maggior parte distrutta.

Morรฌ nel 1817, allโ€™etร  di 42 anni, dopo aver scritto sei romanzi, iniziati intorno ai ventโ€™anni ma pubblicati solo a partire dal 1811.

In generale, non abbiamo molte notizie sullโ€™esistenza di Jane Austen perchรจ delle tante lettere che scrisse, solo pochissime sono giunte fino a noi, la sorella Cassandra ne bruciรฒ la maggior parte dopo la sua morte per salvaguardarne la reputazione.

Eโ€™ attraverso i suoi romanzi che abbiamo imparato a conoscere questโ€™autrice, osservatrice minuziosa dellโ€™universo del suo tempo e che per prima concentra la sua scrittura nellโ€™esplorazione dellโ€™universo femminile.

Le donne sono il fulcro fondamentale di ogni romanzo, in cui lโ€™ autrice illustra personaggi che popolano la campagna inglese e che influenzano il sogno di felicitร  matrimoniale delle sue eroine di cui descrive pregi e difetti in maniera implacabile.

Ma argutamente ironica.

UNA DONNA CHE SCRIVE DI DONNE

Il caleidoscopio femminile che ci offrono i romanzi di Jane รจ variegato e completo, lโ€™autrice indaga i modi di fare e dโ€™essere delle donne ( e anche degli uomini), ma il suo non รจ mai un intervento giudizievole: la sua penna mostra pregi (meno), e difetti (di piรน), con il solo intento di descriverli, spesso con delicata ironia.

Le ladies di Jane Austen sono le vere e grandiose protagoniste della sua letteratura, e sono personaggi cosรฌ pieni di vita, di sensazioni e di personalitร  da dare vita a donne uniche e umane, lontane da ogni stereotipo.

Allโ€™epoca la vita di una donna era per la maggior parte legata alle mura di casa, la stessa Austen spese la propria interamente in Inghilterra passando dalla casa paterna a quella del fratello.

Lโ€™autrice non fece mai un viaggio allโ€™estero, non lasciรฒ mai lโ€™Inghilterra ma ebbe lโ€™opportunitร  di percorrere e di visitarla in modo esteso.

Secondo gli esperti, gran parte del fascino senza tempo di Jane Austen sta proprio nel suo legame conla sua terra, la contea dellโ€™Hampshire, dove visse, scrisse e ambientรฒ molti dei suoi romanzi, un luogo che ancora oggi sembra essere rimasto sospeso nel tempo, lontano dalla modernitร , e conserva il suo fascino.

Fino allโ€™anno 1801, quando il padre decise di trasferire la famiglia nella bellissima cittร  termale di Bath, un luogo fortemente simbolico per la narrativa di Austen in cui sono ambientati Persuasione e Lโ€™abbazia di Northanger, ma in cui la scrittrice non si trovรฒ molto a proprio agio, considerata allโ€™epoca una localitร  โ€œalla modaโ€, che in molti frequentavano semplicemente per ostentazione.

A seguito della morte del padre, Jane, Cassandra e la madre nel 1809 decisero di trasferirsi nel cottage di Chawton nel quale lโ€™autrice spese gli ultimi anni della sua vita.

Sito in un ambiente tranquillo e immerso nel verde, con un piccolo ma grazioso giardino, รจ forse il luogo piรน importante nella dimensione austeniana, poichรฉ costituรฌ lo scenario nel quale Jane rimise mano o scrisse interamente le sue opere piรน celebri.

Fu qui che i suoi sei romanzi diventarono capolavori.

Appena arrivata a Chawton Jane riprese in mano i manoscritti composti quandโ€™era piรน giovane, dai quali uscirono i primi due romanzi: Ragione e sentimento, pubblicato nel 1811, che le rese il primo โ€“ anche se poco sostanzioso โ€“ guadagno, e Orgoglio e pregiudizio, che le procurรฒ un discreto successo in vita, ma che oggi รจ uno dei libri piรน letti, ammirati, e rielaborati al mondo.

Nel maggio del 1817 Cassandra la accompagnรฒ nella vicina Winchester per farla visitare da un medico famoso, ma la sua malattia giร  avanzata (le ipotesi piรน accreditate suggeriscono si sia trattato del morbo di Addison) non era piรน curabile e Jane Austen morรฌ in cittร .

รˆ sepolta allโ€™interno della straordinaria cattedrale.

Jane Austen suonava molto bene, leggeva tantissimo, conosceva bene il francese, non disegnava, ma era unโ€™appassionata di punto croce. E fra i suoi โ€œpassatempiโ€ preferiti, naturalmente, ce nโ€™era uno che la rese famosa: la scrittura.

Eโ€™ grazie alla scrittura che una giovane ragazza nata in un umile villaggio ha sfondato barriere d tempo e spazio per diventare anche lei unโ€™eroina, come le protagoniste che ci ha tramandato, una ricchezza che non smette mai di brillare attraverso i suoi libri e tutto ciรฒ che ne รจ derivato.

I LUOGHI

Steventon, lโ€™umile villaggio natale: la canonica in cui vivevano gli Austen รจ stata demolita nel 1824 ma la chiesa di San Nicola, dove pregavano, รจ ancora in piedi.

Un gruppo di volontari lavora per garantire che ogni visita alla storica cappella sia memorabile.

Oggi a Bath si trova il Jane Austen Centre, ospitato in una casa di stile georgiano ricca di oggetti e memorabilia che ricordano il periodo di residenza della celebre scrittrice. Il museo organizza tour guidati che ripercorrono le tappe dei personaggi di Austen in giro per la cittร  e ogni inizio di settembre celebra il โ€œJane Austen Festivalโ€, una manciata di giorni cui partecipano migliaia di appassionati che sfilano in costume, siedono sui prati per i picnic, partecipano alle danze, assistono a concerti e spettacoli teatrali.

Cottage di Chatwon. un minuscolo tavolo al piano terra, nella drawing room, vicino alla finestra ed esposto ai costanti passaggi dei familiari, degli ospiti e del personale domestico, fu la sede della sua attivitร  letteraria; il tavolo รจ ancora nella casa, ed รจ possibile vederlo, insieme ad alcuni abiti e ad altri articoli di arredamento originali, in quello che รจ diventato il Jane Austenโ€™s House Museum, meta di un costante flusso di visitatori.

TRIBUTI CINEMATOGRAFICI E LIBRI

Ai tanti film e serie dedicati a Jane Austen e ai suoi romanzi si aggiunge, questโ€™anno, Miss Austen, serie in quattro parti diretta da Aisling Walsh e basata sul romanzo di Gill Hornby, uscito anche in Italia per Neri Pozza.

Protagonista รจ la sorella maggiore di JaneCassandra Austen, ovvero colei che ha bruciato molte delle lettere personali della scrittrice proteggendo cosรฌ la sua reputazione.

Tra le uscite di questโ€™ultimo anno segnaliamo poi PER SEMPRE TUA: IL MONDO INFINITO DI JANE AUSTEN di Carolina Capria (che potete seguire anche sul suo profilo IG โ€œlhascrittounafemminaโ€) edito da Gribaudo.

Una raccolta biografica di tutto ciรฒ che ruota intorno alla vita e alle opere di questa incredibile autrice ( vita, romanzi, lettere, trasposizioni varie…)  arricchita da bellissime illustrazioni sul tono del blu di Alice Conti.

SOPHIE KINSELLA: lโ€™arte di raccontare la leggerezza senza superficialitร 

Un omaggio a una voce iconica della narrativa rosa contemporanea

di Alessia Lana e Annalisa Sinopoli

Ci sono autrici che attraversano un genere.
E poi ce ne sono alcune che lo definiscono, lo rendono riconoscibile, abitabile, profondamente umano.
Sophie Kinsella รจ stata โ€“ ed รจ โ€“ una di queste.

Quando ha esordito a poco piรน di trentโ€™anni con I Love Shopping (Confessions of a Shopaholic), Sophie Kinsella โ€“ pseudonimo di Madeleine Wickham โ€“ non ha semplicemente creato una protagonista iconica come Becky Bloomwood: ha dato voce a una generazione intera. A chi si affacciava allโ€™etร  adulta con entusiasmo, confusione, sogni troppo grandi e paure ancora piรน ingombranti.

Con la sua ironia brillante e mai banale, Kinsella ha raccontato il mondo di chi sta diventando grande senza manuale di istruzioni. Le sue eroine sbagliano, inciampano, si mettono nei guai, esagerano. Ma non sono mai caricature. Non sono mai superficiali. Sono, semmai, acutamente leggere: osservate con intelligenza, empatia e una profonda comprensione dellโ€™animo umano.


Lโ€™ironia come forza narrativa nel romance

Ed รจ proprio qui che risiede la sua forza.

Perchรฉ se รจ vero che spesso รจ piรน facile conquistare la benevolenza del pubblico attraverso il dramma, le lacrime e le grandi tragedie, รจ molto piรน complesso farlo attraverso il sorriso. La risata richiede precisione, ritmo, sensibilitร . Sophie Kinsella รจ riuscita in qualcosa di raro: entrare nei cuori delle persone in modo trasversale, parlando a lettrici di etร  ed esperienze diverse, senza mai rinunciare alla propria voce.

Il suo non รจ mai stato un romance โ€œleggeroโ€ nel senso riduttivo del termine. รˆ stato un romance intelligente, contemporaneo, profondamente emotivo. Ha contribuito a trasformare la narrativa rosa in uno spazio legittimo di racconto, in cui riconoscersi senza doversi giustificare.


Lโ€™impatto di Sophie Kinsella sul genere romance

Sophie Kinsella ha influenzato profondamente il romance moderno:
ha reso centrali le imperfezioni, normalizzato il fallimento, raccontato lโ€™amore come parte di una vita complessa fatta anche di lavoro, amicizie, insicurezze e crescita personale.

Le sue storie parlano di donne reali, con voci riconoscibili, e per questo continuano a essere lette, amate, consigliate. Il suo contributo non รจ stato solo narrativo, ma culturale: ha insegnato che si puรฒ parlare di sentimenti con intelligenza, senza rinunciare al sorriso.


Oltre i romanzi: la persona dietro le storie

Accanto alla scrittrice di successo, cโ€™รจ sempre stata anche la persona.

Sophie Kinsella ha spesso raccontato di essere stata felice del suo percorso, grata del dialogo costante con il suo pubblico, consapevole del privilegio di poter vivere di storie. Un rapporto fatto di presenza, autenticitร  e ascolto, che ha continuato a coltivare fino allโ€™ultimo, scegliendo la veritร  e la condivisione anche nei momenti piรน difficili.

Ed รจ forse questo il suo lascito piรน grande: non solo ciรฒ che ha scritto, ma come ha vissuto la scrittura. Come un ponte, mai come un piedistallo.


Perchรฉ Sophie Kinsella resta una voce fondamentale

Sophie Kinsella ci ha insegnato che la leggerezza non รจ una mancanza di profonditร , ma una forma diversa di intelligenza emotiva. Che si puรฒ raccontare la crescita, lโ€™amore e la paura anche sorridendo. E che, a volte, una risata ben scritta resta dentro molto piรน a lungo di una lacrima.

Ed รจ per questo che, ancora oggi, le sue storie continuano a farci sentire meno sole.

โ€œLife is short. Buy the shoes.โ€
โ€” Sophie Kinsella

“BOOK BLOGGER vs BOOKTOKER: due modi diversi di parlare (e vivere) i libri”

di Alessia Lana e Annalisa Sinopoli

Nel mondo della comunicazione digitale legata ai libri, oggi convivono due realtร  solo in apparenza simili: i book blogger e i bookToker. Entrambi parlano di lettura, di storie, di emozioni. Ma lo fanno con linguaggi, tempi e obiettivi completamente diversi.

Il regno dei book blogger

Il book blogger รจ, per natura, un lettore appassionato che scrive. Gestisce un blog o un profilo social dove pubblica recensioni approfondite, interviste ad autori, articoli su generi o tendenze letterarie. La sua forza รจ nella parola scritta, nella capacitร  di analizzare un libro con cura, spiegandone lo stile, la trama, i personaggi, i messaggi.

Chi lo segue non cerca un effetto โ€œwowโ€, ma una voce autorevole e riconoscibile, una guida nel mare delle uscite editoriali. Il blogger non si limita a โ€œconsigliareโ€, ma crea una comunitร  di lettori consapevoli. รˆ il luogo della lentezza, della riflessione, del tempo dedicato alla lettura vera.

Il fenomeno BookTok

Il BookTok nasce su TikTok โ€” la piattaforma per eccellenza dellโ€™immediatezza. Qui il linguaggio รจ visivo, veloce, emotivo. In pochi secondi un libro deve โ€œbucare lo schermoโ€: un titolo, una copertina, una lacrima o una risata bastano per catturare migliaia di visualizzazioni.

Le bookToker parlano di libri attraverso reazioni, trend, musiche e storytelling, e spesso con risultati sorprendenti: alcuni romanzi dimenticati sugli scaffali sono tornati best seller grazie a un video virale. รˆ la potenza del passaparola digitale, capace di trasformare unโ€™emozione in un fenomeno editoriale.

Ma leggono davvero ciรฒ che promuovono?

Domanda legittima โ€” e la risposta non รจ univoca. Alcune bookToker sono vere lettrici, genuine e coerenti, che condividono le loro passioni in modo spontaneo. Altre, invece, si muovono come creator professioniste, producendo contenuti su commissione o seguendo le mode del momento. Non sempre leggono lโ€™intero libro: talvolta bastano trama e sinossi per costruire un video dโ€™effetto.

La credibilitร  qui non nasce dalla competenza letteraria, ma da tre elementi chiave: autenticitร  percepita, empatia e impatto emotivo. Chi guarda un video di BookTok vuole sentirsi coinvolto, non istruito.

Competenza e ombre

รˆ innegabile che esistano zone grigie: alcune creator cavalcano il trend โ€œlibriโ€ come semplice leva di engagement, senza un reale legame con lโ€™editoria. Lโ€™algoritmo di TikTok premia piรน lโ€™emozione che la profonditร , e questo puรฒ generare confusione tra contenuto promozionale e opinione personale.

Ma รจ altrettanto vero che BookTok ha riportato alla lettura milioni di giovani, aprendo la strada a nuove generazioni di lettori. E questo, per lโ€™editoria, รจ un risultato enorme.

Due pubblici, due ritmi

Il pubblico dei book blogger รจ composto da lettori forti, spesso adulti, che vogliono approfondire. Quello dei bookToker รจ giovane, curioso, spesso al primo contatto con la lettura. Sono due mondi che raramente si sovrappongono, ma che insieme alimentano lo stesso ecosistema culturale.

Il blogger costruisce lettori nel tempo. Il bookToker accende il desiderio di leggere, anche se solo per un attimo.

A chi conviene chi

Per gli editori, BookTok รจ un trampolino di lancio: perfetto per i romanzi young adult, romance, fantasy o per gli autori emergenti che cercano visibilitร  immediata. Per gli autori piรน consolidati, o per i libri che vivono di parola e non di immagine, il blog resta un porto sicuro, dove la recensione non svanisce dopo 24 ore ma resta rintracciabile e riletta nel tempo.

In fondo, i due mondi non si escludono: uno accende la scintilla, lโ€™altro la mantiene viva.

Tik tok come reality dellโ€™editoria?

Unโ€™ osservazione forse che nasce anche dopo aver vissuto e osservato lโ€™ incremento di presenze di book toker accreditati, grazie ai cospicui numeri di followers, presso fiere ed eventi letterari diversi รจ perรฒ che questo fenomeno finisca per esaurirsi in breve tempo.

Autori sconosciuti a volte anche molto giovani e inesperti, saliti alla ribalta grazie alle visualizzazioni social, saranno in grado di non farsi bruciare da un successo cosรฌ vorticoso e repentino?

Certamente la visibilitร  di questo mezzo รจ un ottimo punto di partenza, ma nellโ€™era della velocitร  e del performare sempre, puรฒ accadere che invece molti giovani lo vivano come un punto di arrivo.

Per restare nel mare magnum dellโ€™ editoria non bastano il talento ed essere virali, proprio in virtรน dellโ€™ immediatezza del mezzo di comunicazione e del grande numero di pubblicazioni in Italia, si corre il rischio di sfornare molte meteore, ragazzi e ragazze che invece con un sostegno adeguato, costanza e impegno potrebbero crescere e migliorare sempre piรน.

La fiamma non deve bruciare subito.

E noi di Reading Marvels?

Ci siamo timidamente affacciati su TikTok โ€” un poโ€™ incuriosite, un poโ€™ spaesate. Siamo ancora in quella fase di osservazione, in cui si cerca di capire come un luogo cosรฌ immediato possa convivere con il nostro modo di raccontare i libri, fatto di parole, emozioni e conversazioni piรน lente.

Forse, prima o poi, troveremo anche lรฌ il nostro spazio. Forse parleremo ai lettori in modo nuovo, ma senza mai rinunciare alla voce che ci rappresenta da sempre: quella dei libri letti, amati e raccontati con sinceritร .

Conclusione

Il bookToker รจ lโ€™entusiasmo del momento, il fuoco che fa esplodere un titolo. Il book blogger รจ la voce costante che alimenta la passione.

Entrambi sono necessari. Perchรฉ se i primi fanno comprare libri, i secondi insegnano a leggerli davvero.

“SVUOTA LA VETRINA”

di Alessia Lana e Annalisa Sinopoli

Noi che viviamo immersi nelle storie, oggi vogliamo raccontarvene una davvero particolare, nata per caso e che come in ogni trama che si rispetti, ha preso poi direzioni inattese.

Tutto inizia in agosto a Milano, quando un misterioso signore, rimasto anonimo, decide di svuotare completamente una vetrina della libreria Hoepli, portando a casa libri di vario genere tra cui testi fotografici e storici per un totale di 10.000โ‚ฌ.

Il gesto non passa sotto silenzio e come spesso accade provoca una serie di commenti, non solo positivi.

Lโ€™ uomo non lo sa, ma ha piantato un seme e il primo germoglio รจ stata Daniela Nicolรฒ, signora milanese redattrice di testi scolastici e universitari, amante e vorace consumatrice di libri.

Daniela raccoglie il testimone e svuota la vetrina di una piccola libreria indipendente โ€œi Baffiโ€ per un valore complessivo di circa 300 euro.

Inizia cosรฌ il fenomeno di โ€œSvuota la vetrinaโ€, come si chiama anche la pagina Instagram creata poi da Daniela per promuovere lโ€™iniziativa, ispirare altri a prenderne parte e raccontare come si sta spontaneamente sviluppando.

Il fenomeno infatti inizia a crescere e nel corso delle settimane vengono svuotate la libreria Lgbtqia+ Antigone a Milano, a Osimo, a Cantรน, a Pomigliano dโ€™arco, a Prato.

Un effetto domino che come tutte le storie ha la sua morale: promuovere lโ€™ importanza e la bellezza della lettura contribuendo non solo alla crescita culturale di un paese in cui, secondo le statistiche si legge poco, ma aiutando contemporaneamente le piccole librerie indipendenti a esistere e vivere.

Non solo come culla dei nostri amati libri ma anche come realtร  identitarie e di aggregazione di numerosi quartieri.

La protagonista della nostra storia ha un sogno come tutte le eroine letterarie, ed รจ quello di passeggiare per cittร  diverse e vedere le vetrine delle librerie completamente vuote.

E se come Daniela si augura i gruppi di lettura inizieranno a svuotare le vetrine della propria libreria di riferimento, le aziende e le imprese faranno lo stesso regalando magari i libri acquistati o influencer e personaggi famosi si selfiezzeranno in una vetrina svuotata da loro, chissร  forse il sogno potrebbe avverarsi.

La nostra storia quindi non รจ finita qui e quale sarร  il seguito lo potremo scoprire solo nel tempo.

Se vi capitasse di vedere una libreria con una vetrina completamente vuota saprete che a questa si รจ aggiunto un altro capitolo.

Se invece desiderate entrarci nella storia, non vi resta che diventare anche voi โ€œsvuotatoriโ€.

FESTIVAL DEL ROMANCE ITALIANO 2024

di Alessia Lana e Annalisa Sinopoli

Il cielo sopra il forum di Assago รจ tornato rosa per un giorno, quello dellโ€™evento tanto atteso dalle lettrici di tutta Italia che si sono ritrovate il 16 marzo a Milano per lโ€™edizione 2024 del Festival del romance italiano.

Formula pressochรฉ invariata per un evento che sta crescendo di anno in anno vedendo la partecipazione di nomi importanti come lo sono stati questโ€™ anno Erin Doom e la presenza di alcune grandi case editrici tra cui la Giunti di Firenze, alla sua prima partecipazione al festival.

รˆ proprio Nicoletta Verna, editor della Giunti, che durante lโ€™intervista che le abbiamo fatto ci racconta come la casa editrice fiorentina stia sempre piรน ampliando il proprio panorama verso la narrativa sentimentale. Una decisione, quella di aderire alla manifestazione che celebra al meglio il genere rosa, che conferma quanto questo tipo di narrativa sia sempre piรน apprezzata, offrendo un variegato orizzonte di nuove scoperte autoriale di grandissimo livello, come Bianca Marconero, autrice self pubblicata dalla Giunti Editore.

Reading Marvels, per il secondo anno consecutivo รจ stata la voce ufficiale dellโ€™evento, dando spazio con piรน di venti interviste a molte nuove penne oltre a vecchie conoscenze, che hanno parlato delle opere presentate in esclusiva e dei progetti futuri in unโ€™atmosfera di condivisione e allegria, marchio di fabbrica del festival.

Nonostante il pubblico sia stato molto piรน numeroso questโ€™anno, come si รจ potuto osservare anche dalla fila importante che si รจ formata allโ€™ ingresso del Forum e, di conseguenza, alcuni inevitabili momenti di ingorgo dovuti alla ressa presso alcuni stand, abbracci, foto di rito, dediche e acquisti corposi (il numero dei trolley ha potuto competere con quelli visti a Linate) sono stati la cifra dellโ€™indiscusso successo della manifestazione.

Ricordiamo che incontrare le proprie beniamine, acquistare romanzi in anteprima magari autografati dalle proprie autrici preferite, รจ ciรฒ che rende il Fri un appuntamento unico nel suo genere. Emozioni che non avrebbero lo stesso sapore se non fossero subordinate a incontrare le penne piรน amate con la propria amica del cuore, con la collega, con la propria mamma o il proprio (eroico, diciamolo) fidanzato.

Incontrarsi live, stringersi in abbracci, sorridere alla fotocamera con coloro che si solito puoi sentire solo sui social o per telefono per scambiare impressioni, giudizi e lamentele librose non ha prezzo e vale lโ€™attesa, la pesantezza delle valigie cariche di libri, la stanchezza e lโ€™investimento di tempo, denaro ed energie.

Da segnalare lโ€™aumento anche della presenza della quota azzurra che si รจ manifestata non solo nella funzione di trasporto merce ma anche come acquirente e simpatizzante.

Sorpresa della giornata lโ€™inaspettato annuncio, non immediatamente intercettato da tutti vista la gran confusione, della replica del festival che si terrร  nuovamente a Roma nella giornata del 21 settembre e che accontenta non solo le accanite lettrici ma anche le autrici che non hanno potuto partecipare a Milano, le persone che vivono molto lontano e non hanno potuto intraprendere il viaggio fino al nord e chi รจ rimasto senza biglietto, andato sold out in mezzโ€™ora, perchรฉ non รจ stato abbastanza veloce.

Insomma il rosa tingerร  anche il cielo sopra la capitale tra qualche mese e di nuovo saranno abbracci, flash e risate.
Ci auguriamo che lo spazio a disposizione per la prossima edizione del festival (sia a Roma che a Milano) sarร  piรน ampio e godibile, visto lโ€™enorme afflusso di persone arrivate da tutta Italia (e non solo).

Come hanno giustamente citato sulle loro magliette preparate per lโ€™occasione le impavide autrici di โ€œProfondo rosaโ€ quasi tutte presenti al festival : โ€œtutte le strade portano al ROMAnceโ€.

SANREMO 2024

di Annalisa Sinopoli

Anche questโ€™ anno la kermesse Sanremese ha scatenato fiumi di parole, per citare un pezzo vincitore di qualche anno fa.

Nel bene e nel male infatti di Sanremo si parla tanto, anche molto prima dellโ€™ inizio ufficiale della manifestazione. E cosรฌ lo facciamo anche noi nel nostro piccolo.

Che piaccia o meno il festival รจ ormai entrato a fare parte del patrimonio culturale del paese Italia, รจ bagaglio, รจ specchio, รจ racconto dellโ€™ italico popolo, delle sue peculiaritร , dei suoi valori, delle sue manie e delle sue fragilitร .

Lโ€™ omaggio floreale e verbale alle mamme da parte di numerosi cantanti racconta di un popolo in cui i figli vengono spesso etichettati come mammoni? O invece รจ testimonianza di una cultura dellโ€™ accudimento che parla di amore per la famiglia.

I fischi al vincitore della serata delle cover, giovane rapper napoletano sono la summa dellโ€™eterno scontro tra nord e sud che divide lo stivale da tempo immemore? Sarebbe troppo semplice, in realtร  รจ il nuovo che cerca di farsi largo nella cattedrale della tradizione che lโ€™Ariston e il suo festival incarnano.

Perchรฉ diciamolo: il festival di Sanremo รจ legatissimo alla suo passato, lo testimoniano il grande affetto e il successo che hanno riscosso โ€œSogna, ragazzo, sognaโ€ cantata da Vecchioni e Alfa, lโ€™ omaggio ai sessantโ€™anni di โ€œNon ho lโ€™etร โ€ di Gigliola Cinquetti, il ritornello di Giorgia che resta in testa nonostante siano passati trentโ€™anni.

Perchรฉ noi italiani siamo cosรฌ, legati alle tradizioni ma in corsa verso il futuro. Infatti i giovani hanno i loro codici e vogliono far sentire la loro voce a suon di televoto.

Non a caso รจ una giovanissima figlia dโ€™arte, Angelina Mango (a mio parere meritatamente) la vincitrice di un festival che non รจ solo una gara canora ma รจ un pezzo della nostra cultura, un fenomeno dal grande potere aggregante.

Checchรฉ se ne dica le famiglie si ritrovano davanti al televisore, gli amici commentano sui social, le nonne cantano con i nipoti pezzi evergreen, i genitori ricordano le canzoni che li hanno fatti innamorare.

Sanremo รจ la fotografia di un macrocosmo cosรฌ variegato e ricco di sfaccettature che รจ impossibile non ritrovare qualcosa di sรฉ, della propria storia, delle proprie passioni ed รจ in questo che risiede la sua bellezza.

Un caleidoscopio di luoghi comuni e originalitร , di passato e presente, di nuovo e vecchio.

La musica รจ la lingua scelta per dire agli italiani che cโ€™รจ un contenitore in cui essi possono guardare le proprie differenze e le cose che li accomunano e goderne, ognuno puรฒ vedersi rappresentato, puรฒ spegnere il pensiero sulla realtร  e la sua zavorra, per lasciarsi accarezzare dalla leggerezza della melodie, dalla forza dei messaggi insiti nei testi, dallo spettacolo nello spettacolo.

Io mi sento di ringraziare per questo spettacolo che ogni anno ci regala quello che รจ chiamato a fare: sogni, emozioni, riflessioni, divertimento, leggerezza. Attraverso uomini e donne che hanno fatto di questo spettacolo un mestiere ma quando maneggi lโ€™arte non รจ mai solo un lavoro.

Un plauso va alla conduzione di Amadeus garbata vivace e mai banale, ai suoi co-conduttori che sono professionisti della canzone, della televisione e della comicitร  che hanno dato un contributo personale e unico riuscendo a non oscurare la vera protagonista che rimane sempre e comunque la musica.

E a proposito di musica non posso non citare uno dei momenti piรน alti ed emozionanti di queste serate e cioรจ lโ€™intervento di Giovanni Allevi. Tornato a suonare dopo due anni dalla malattia, il maestro ha regalato agli spettatori un esempio di come forza e fragilitร  non solo possono coesistere in un unico essere, ma sono una la conseguenza dellโ€™ altra.

Italian music composer Giovanni Allevi performs on stage at the Ariston theatre during the 74th Sanremo Italian Song Festival, in Sanremo, Italy, 07 February 2024. The music festival will run from 06 to 10 February 2024. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

Perchรฉ ci vuole forza a portare la propria sofferenza al servizio degli altri, a dire che anche il dolore ha da regalare momenti di bellezza. Una lezione di vita che ha commosso il paese tutto e ha toccato corde profonde senza pigiare i tasti del pianoforte.

ยซQuando tutto crolla e resta in piedi solo lโ€™essenziale, il giudizio che riceviamo dallโ€™esterno non conta piรน. Io sono quel che sono, siamo quel che siamo e, come intuisce Kant alla fine della Critica della ragion pratica, il cielo stellato puรฒ continuare a volteggiare nelle sue orbite perfette.ยป

La musica รจ anche espressione della coscienza di un paese, non commettiamo lโ€™ errore di banalizzare e declassare una manifestazione che la celebra in tutte le sue sfumature come fenomeno nazional-popolare nella sua accezione negativa, perchรฉ non รจ una cosa negativa, tuttโ€™ altro, รจ lรฌ che nascono e corrono le emozioni.

รˆ proprio questa la sua forza, Sanremo รจ un poโ€™ tricolore, รจ un poโ€™ usanza, un poโ€™ impegno e un poโ€™ svago.

Insomma Sanremo รจ un po’ una certezza, di cui abbiamo bisogno, quella di sapere che ci ritroveremo lรฌ, di nuovo, il prossimo anno.

PROFONDO ROSA

di Alessia Lana e Annalisa Sinopoli

ยซIl romanzo rosa รจ un genere letterario che narra di storie d’amore e del loro intreccio che si dipanano in genere in avventure e intrighi e terminano sempre con un lieto fine.ยป (Cit. Wikipedia)

Tutto qui? Non siamo del tutto sicure che ridurre a queste poche righe uno dei generi piรน letti e amati al mondo sia corretto o perlomeno consenta di andare oltre le superficie, in profonditร , appunto.
Per caritร , lungi dal voler accostarsi a movimenti femministi o nati da gravi episodi contro le donne ma dobbiamo dirlo: dopo il โ€œGirl Powerโ€ e il โ€œMe tooโ€ adesso รจ il turno della โ€œPink Revolutionโ€.

Ebbene sรฌ, la rivoluzione del romance รจ iniziata, grazie allโ€™impavida e lungimirante iniziativa di alcune autrici del genere che hanno voluto mettere insieme le loro penne (o le loro tastiere) per dare vita a un movimento che ridesse luce allโ€™immagine dei romanzi rosa, spesso avvolti da una coltre di forte pregiudizio e fastidioso scherno che ne oscurano il vero valore.

รˆ indiscutibile che i libri in cui lโ€™amore รจ matrice portante risveglino emozioni e, che piaccia o no, aiutino a evadere dalla realtร , volare con la fantasia fino a immedesimarsi in storie che, siano esse leggere o commoventi (o entrambi), hanno il potere di intrattenere ma anche di offrire al lettore vissuti in grado di elaborare, salvare e sondare le profonditร  emotive piรน nascoste.

รˆ cosรฌ che รจ nato Profondo Rosa, un appello lanciato in primis da Amanda Blake (conosciuta anche come Miss Black) a cui hanno risposto colleghe che navigano in altre sfumature del genere, dal contemporaneo allo storico, dallโ€™ erotico alla narrativa e al chick lit: Elle Eloise / Moloko Blaze, Rebecca Quasi, Giulia Barucco, Barbara Morini, Fleur du Mar, Paola Garbarino, Vera Demes.

ยซNon siamo un genere, non una collection. Ma un movimento, un manifesto, una forma di ribellione.ยป

Otto scrittrici che in modo arguto e brillante argomentano la loro ribellione al luogo comune che il rosa sia letteratura di serie B, volta ad alleviare le frustrazioni di casalinghe annoiate o di donne in carriera fredde e scostanti.

Ed รจ cosรฌ che vengono tirati in ballo mostri sacri del passato che erano molto piรน moderni di noi nello scrivere e apprezzare la letteratura che parlasse di amore e sentimenti: non รจ forse William Shakespeare il re del romanticismo, le cui citazioni ancora oggi affollano il web, per non parlare delle trasposizioni teatrali e cinematografiche che ci ha tramandato attraverso gli archetipi dellโ€™amore irrealizzabile di Romeo e Giulietta? Un uomo che parla di amore spesso tragico; eppure, oggi sarebbe incasellato nel genere considerato di serie B. Difficile da credere, eppure รจ cosรฌ.

E vogliamo chiedere a Jane Austin cosa penserebbe di chi considera lโ€™immortale William Darcy un belloccio spocchioso, riducendolo al banale stereotipo del protagonista di genere rosa bello ma intrattabile?

Crediamo che cotanta superficialitร  non sarebbe apprezzata dalla compianta mamma di Orgoglio e pregiudizio, un classico intramontabile che affascina tutte le generazioni dal XIX secolo.

Sui profili social del movimento (Instagram e Facebook) in queste ultime settimane sono stati pubblicati molteplici e coloratissimi slogan (dalla grafica decisamente accattivante e ironica, con sagaci riferimenti sia al mondo del cinema che della letteratura), ma quello che segue crediamo colga in modo particolare lโ€™essenza di un progetto davvero intelligente e ben pensato, che parla appunto di complessitร , quella del mondo delle emozioni e delle relazioni umane.

ยซIl Rosa รจ un mezzo, e non solo il fine, per descrivere un mondo complesso, intessere relazioni, sviscerare temi (contemporanei) e mettervi tra le mani un biglietto: quello per il viaggio nelle PROFONDITAโ€™ dellโ€™animo umano. Nessun posto รจ bello come il ROSA.ยป

Un manifesto ragionato e ricco di articolati spunti di riflessione (dal sotto titolo illuminante “not your ordinary romance“) il cui intento รจ quello di aprire la mente, rendere liberi da facili pregiudizi e antipatici atteggiamenti (ammettiamolo, anche piuttosto snob) su una dimensione letteraria non solo degna di rispetto per il seguito che ha ma anche in diritto di ricevere tutta lโ€™attenzione possibile.


Perchรฉ? Semplice, il Romance incentra le sue storie sullโ€™amore sentimentale, quello che ognuno di noi, sia uomini che donne ricordiamolo, vive e che attraverso i libri prende forma nelle molteplici tonalitร  che offrono la realtร , lโ€™immaginario e la vita. Sentirsene parte รจ inevitabile.

Un progetto ambizioso e bellissimo che noi di Reading Marvels supportiamo totalmente perchรฉ รจ proprio nel nostro blog che raccontiamo il potere magico della bellezza dei libri che parlano di amore, nelle sue infinite declinazioni, da quelle piรน oscure a quelle piรน luminose. Non solo leggendo percepiamo queste vibrazioni ma anche partecipando agli eventi letterari in giro per lโ€™Italia, da Milano, Torino fino a Firenze in cui la magia prende forma, si manifesta attraverso le espressioni delle persone, gli abbracci, incontri a cui assistiamo e che ci confermano ciรฒ che il Romance regala: condivisione, vita.

Un viaggio oltre la superficie quello di Profondo Rosa, che vi racconteremo al meglio proprio grazie alle sue fondatrici, in unโ€™intervista esclusiva live LUNEDรฌ 6 NOVEMBRE, alle ore 21.15 sulla nostra pagina Facebook.
Vi aspettiamo numerosi, con tutte le domande che vorrete fare in diretta a queste Pink Rebels, not really ordinary!

Anche noi Marvels ci uniamo con convinzione allโ€™appello โ€œche il Romance sia con voi!โ€, e nellโ€™attesa della prossima settimana, ecco i singoli manifesti delle fondatrici di PROFONDO ROSA, a cui daremo voce direttamente:

Fleur di Mar

โ€œLโ€™amore รจ come la forza di gravitร . รˆ qualcosa che esiste da sempre, che regola le leggi del nostro universo emotivo. Nessuno puรฒ sottrarsi a questa forza universale che ci spinge gli uni verso gli altri. Che siano storie ambientate in un mondo antico e quasi dimenticato, oppure in un presente vivo e tangibile, nessuna storia puรฒ sottrarsi al sottile e potente influsso generato dallโ€™amore.
A qualcuno potrร  sembrare una debolezza parlare di sentimenti, โ€œroba da donniccioleโ€, โ€œromanzettiโ€, per lโ€™appunto.
Eppure cโ€™รจ bisogno di grande coraggio per aprire il proprio cuore agli altriโ€ฆ e se non credete a me, che sono una povera donna, fidatevi dellโ€™uomo che ha scritto il famoso verso: โ€œLโ€™amor che move il sole e lโ€™altre stelleโ€.
Anche lui, a modo suo, ha parlato dโ€™amore.โ€

Elle Eloise / Moloko Blaze

โ€œScrivere (e leggere) romance, essere testimoni di tutte le dinamiche di una relazione amorosa tra due esseri umani, mi concede sempre una straordinaria esperienza immersiva dentro le infinite sfumature dellโ€™animo umano. Mi ritrovo a desiderare di conoscere i miei personaggi in profonditร , ad affondare le dita nella loro storia, a sbirciare il loro passato, ad essere testimone del loro presente e a immaginare il loro futuro. Mentre scrivo una storia che parla di amore mi pongo sempre di fronte a uno specchio. Tutti si possono immedesimare nei protagonisti di una storia dโ€™amore, tutti hanno sentito battere il cuore almeno una volta nella vita. Come scrittori o come lettori, riviviamo e traduciamo quelle sensazioni, quelle situazioni. Il primo incontro, il primo bacio, la prima notte insieme, la prima crisi. Molte prime volte che, pagina dopo pagina, si traducono in una crescita. รˆ per questo che trovo cosรฌ stimolante scrivere romanzi rosa, amo plasmare i loro caratteri nel rapporto con lโ€™altro, essere lโ€™artefice della crescita di due personaggi che inevitabilmente, almeno ai miei occhi, diventano persone. Parlano, si muovono, gesticolano come essere umani in un mondo che conoscono, celebrando la vita in ogni sua sfumatura.โ€

Rebecca Quasi

โ€œI romance parlano dโ€™amore.
Lโ€™amore รจ un sentimento importante, per alcuni il piรน importante (io faccio parte degli โ€˜alcuniโ€™).
Parlare di un sentimento importante รจ bello.
Mentre si parla dโ€™amore, mentre lo si racconta, descrive e analizza, si possono scandagliare con cura tutte le pieghe dellโ€™animo umano, i retroscena, le curve, i picchi. E lo si puรฒ fare con un punto dโ€™osservazione privilegiato e profondo.
Narrare attraverso vicende dโ€™amore offre un punto di vista gentile e articolato.
Ogni narratore ha un proprio registro attraverso il quale decodifica il reale, la lente del romance spesso traduce il bisogno ancestrale di sciogliere i nodi dellโ€™anima.โ€

Miss Black

โ€œI romance possono anche partire da una prospettiva femminista, avere una trama, dei personaggi costruiti con cura, un substrato colto e parlare di tematiche sociali e politiche. Avere uno scopoโ€ฆ e contenere una rovente storia dโ€™amore, รจ ovvio, perchรฉ il sesso รจ uno dei primi linguaggi mai parlati dalla razza umana, ed รจ un peccato che in molti ne abbiano perso la grammatica.โ€

Giulia Barucco

โ€œSincera? Non sono convinta che una parte del nostro manifesto sia vera. Mi riferisco a โ€œ#profondorosaโ€ฆ non una medicinaโ€. Eppure quando hai tra le mani un libro che parla dโ€™amore e i personaggi ti accolgono nel loro mondo, offrendoti una visita guidata di emozioni rosa e passaggi segreti, il dubbio che si stiano innamorando solo per renderti la vita migliore, ti viene.
Entrano in funzione. Principio attivo.
Il loro lieto fine รจ il preciso momento in cui un antidolorifico spegne il fastidio. รˆ lโ€™istante in cui svuoti i polmoni urlando โ€˜Jumanjiโ€™. รˆ quello in cui vedi il disegno di un puzzle da millemila pezzi. รˆ quando sollevi il martello di Thor. Quel momento di vertigine in cui non hai nulla di cui lamentarti, durante il quale ti senti cosรฌ leggera che il tuo problema principale diventa โ€œil martello di Thor si pulisce con lโ€™Argentil?โ€.
Quando lโ€™effetto finisce, ne leggi un altro. Vi devo avvertire che causano assuefazione? Noi spacciamo questa cosa qui, senza ricetta.โ€

Barbara Morini

โ€œQuando iniziai a scrivere, nemmeno tanti anni fa, non avrei mai pensato che sarei stata capace di scrivere di sentimenti.
Chi? Io? Romantica come i sassi del Piave.
Eppure, i sentimenti pervadono le nostre esistenze; si chiamino gioia, complicitร , solidarietร , amicizia, amore o ansia, paura, smarrimento, dolore, questi pulviscoli formano una nebulosa dentro la quale ci ritroviamo immersi.
Allora perchรฉ non parlare di sentimenti, visto che ci siamo dentro fino al collo, ci sguazziamo, ci facciamo il bagno, il pediluvio e pure il bidet? Li respiriamo per stare nel tema Galassia, li spolveriamo cit. pulviscolo e li indossiamo nuovi e vecchi: sempre quelli, uguali ma diversi.
Perchรฉ ciascuno di noi potrebbe parlare del primo bacio o del primo amore, in modo unico ma scoprire che le sensazioni sono le stesse. Che si prova la stessa nostalgia da lontananza, lo stesso struggimento da abbandono, lo stesso dolore da fallimento.
Ho scoperto che il rosa รจ uno stato dโ€™animo piรน che un colore, che mi viene bene scrivere con questa tinta, farlo con ironia, perchรฉ sorridere non fa venire le rughe, con delicatezza perchรฉ i sentimenti sono fragili accessori da maneggiare con cura.
E perchรฉ fluttuarci in mezzo puรฒ diventare un viaggio dove le parole hanno un peso che nulla ha a che fare con la gravitร : aprono mondi dentro i quali riconosciamo noi stessi.โ€

Vera Demes

โ€œCosa cโ€™รจ di piรน ancestrale dellโ€™amore?
Dalla notte dei tempi ogni evento storico, ogni leggenda, tradizione e usanza sono stati originati dallโ€™amore. Amore in ogni sua forma: per la natura, per il prossimo, per un ideale, per un altro essere umano. Amore senza distinzioni di ceto, cultura, genere, razza, appartenenza.
Lโ€™amore รจ amore e basta.
Ma dentro quel โ€œbastaโ€ ci sono mille voci e rigagnoli tortuosi che partendo dalla stessa fonte conducono in direzioni diverse, sfaccettate, imprevedibili.
Si vive per amare perchรฉ lโ€™amore riempie i vuoti e riporta in equilibrio ciรฒ che non lo รจ.
Insomma, lโ€™amore รจ vita.
Ecco perchรฉ scrivo Romance. Mi piace lโ€™amore e mi piace che attraverso le pagine di un libro si possa affrontare un viaggio sempre diverso, vivendo milioni di esperienze, respirando nuove emozioni, assaporando i sentimenti. Un percorso dentro di noi, in ciรฒ che siamo e che vorremmo essere, guardandoci allo specchio nella consapevolezza che, alla fine, sorge sempre il sole.โ€

Paola Garbarino

โ€œCredo che tutte le grandi storie mai scritte siano storie dโ€™amore, anche quelle che nacquero come racconti orali, come i miti, a partire dalla splendida โ€œAmore e Psicheโ€ dove Amore รจ sรฌ il protagonista maschile ma anche la personificazione stessa del sentimento che travolge entrambi i personaggi, e dalla cui unione nascerร  una figlia chiamata Voluttร , ossia Piacere. Penso che questo mito racchiuda ciรฒ che amo del genere romantico: storie che ci fanno sognare, trepidare, persino soffrire un poโ€™. Storie sempre attuali, in cui possiamo ritrovarci, perchรฉ gli impulsi, i desideri, le emozioni, i sentimenti che ci guidano anche adesso sono gli stessi. Storie in cui lโ€™amore รจ il culmine di un intreccio in cui possiamo trovare tanti temi, da quelli leggiadri a quelli piรน profondi, persino oscuri, perchรฉ in ognuno di noi cโ€™รจ sia il buio che la luce, siamo noi a scegliere cosa far emergere, e spesso รจ proprio lโ€™amore a rivelare ciรฒ che siamo. Voglio immaginarmi come una curiosa Psiche, che accende, nel buio, una lanterna per osservare Amore che le ha proibito di vedere le sue sembianze. Voglio scendere nelle profonditร  di questo sentimento antico e immortale, e salirne sulle vette, e mi piace pensare di potervi portare con me tramite la mia scrittura.โ€

A lunedรฌ 6 novembre, ore 21.15, sulla nostra pagina Facebook.

SOUND CHECK di VASCO ROSSI

di Annalisa Sinopoli

Il calendario dice che lโ€™estate รจ alle porte ma cโ€™รจ un altro segno che la stagione sta iniziando: Vasco Rossi รจ tornato e per noi appassionati sono i suoi concerti a decretare lโ€™inizio dellโ€™estate, incontri dal vivo attesi e agognati che in tempi moderni per una ragione o per unโ€™altra portano sempre con sรฉ un messaggio di rinascita e di speranza. 

รˆ nella terra ferita dalle alluvioni di maggio che il komandante ha deciso di inaugurare il tour 2023 offrendo il soundcheck solo agli iscritti al Blasco fan club, il giorno prima della data zero, il 1 giugno a Rimini.  

Un ritrovo che segna i dieci anni di questa tradizione, il soundcheck del cantautore appunto, una sorta di prova generale prima dellโ€™inizio dei concerti ma che in realtร  ne contiene tutti gli ingredienti con in piรน una sorta di atmosfera da โ€œprivรจโ€ se si puรฒ cosรฌ chiamarlo nonostante siano migliaia i fan accorsi. 

Perchรฉ questa sera il Kom รจ tutto solo per i suoi fedelissimi che hanno il piacere e lโ€™occasione unica di vederlo da una posizione privilegiata e assaporare per primi la sorpresa della scaletta, allโ€™interno della quale non si puรฒ non citare un medley superlativo.  

Proprio allโ€™interno di una scaletta che ha riservato qualche sorpresa amarcord e che, a giudicare dallโ€™entusiasmo e dallโ€™energia dello stadio Neri ha incontrato il gradimento di tutti, non poteva mancare un omaggio alle terre disastrate con โ€œRomagna miaโ€ cantata insieme al โ€œGalloโ€ a inizio serata. 

E cosรฌ se le pale, gli stivali che sprofondano nella terra e le mani imbrattate di fango sono lโ€™aiuto materiale a chi รจ in difficoltร , lโ€™arte nella forma della musica del Blasco รจ arrivata a portare lโ€™aiuto morale. 

Se cโ€™รจ una capacitร  immutata negli anni, se non addirittura cresciuta sopra tutte le altre che possiede questo inossidabile cantautore รจ proprio quella di unire le persone, di essere stato artefice di una fratellanza senza eguali nel corso di una carriera quarantennale, una capacitร  di aggregazione e condivisione ancor piรน necessaria e maggiormente sentita nei momenti di difficoltร  come questo per i Romagnoli alluvionati. 

Vasco รจ anello di congiunzione che unisce generazioni diverse, lontane anagraficamente ma vicine nello specchiarsi nelle parole dei suoi testi, atomi che muovendosi al ritmo del suo rock duro, dolceamaro e spietatamente vero danno origine a molecole di felicitร , bene quanto mai necessario oggi in questi luoghi. 

Quella stessa felicitร  che fa urlare fino a perdere la voce, saltare con le mani al cielo, abbracciare, piangere, e sorridere uomini e donne giunti da ogni parte dโ€™Italia per cantare insieme e dirsi sono come te, amo, soffro e gioisco ma nonostante tutto vado avanti, <<Tin bota >> vale per tutti noi! 

รˆ nel farsi attraversare dai bassi fino a sentire vibrare le ossa, accecare dal gioco di luci e immagini sul megaschermo, dallโ€™ascoltare note e parole che rievocano qualcosa per noi importante che risiede tutta la potenza della musica dal vivo, regalare emozioni dalle quali non si vorrebbe mai scendere. 

Uno spettacolo sempre allโ€™altezza del personaggio e del mito Vasco Rossi anche in prova, generoso con il suo pubblico, un mosaico talmente variegato che sempre mi stupisce e mi riempie di meraviglia, che non mi stancherei mai di ammirare cosรฌ come non mi stancherei mai di ascoltare le canzoni del Komandante. 

Unโ€™occasione questa di partecipare allโ€™evento che mi รจ stata regalata grazie ad un gruppo di amici e appassionati che mi hanno coinvolto e accolto con gentilezza e generositร  nel loro gruppo prima virtualmente tramite facebook e poi materialmente nelle due giornate trascorse insieme. 

Non posso che ringraziare quindi il fondatore e gli amministratori del gruppo fb โ€œGLI SCONVOLTI DI VASCOโ€ che mi hanno fatto sentire in famiglia dandomi testimonianza dellโ€™unione che puรฒ essere generata dal binomio persone belle e passione comune. 

Grazie  a loro ho avuto come dicevo  lโ€™opportunitร  di guardare da vicino i miei compagni di avventura, ho ascoltato e ho sentito anche il โ€œnon dettoโ€ ho scandagliato per quanto possibile le persone incontrate e ho visto tanta bellezza. 

La luce che ha calpestato il prato sotto il cielo di Rimini รจ stata abbagliante nonostante qualche piccola ombra abbia provato ad attraversarla: due quasi risse sfiorate, il pacificatore fedele al proprio motto inciso sulla carne a proposito di pace e spritz capace di riportare la quiete e lโ€™amore a suon di abbracci, lezioni di enologia alla scoperta dellโ€™origine del Nebbiolo, le lacrime colorate di viola evocate da una canzone particolare, la finta sorella che tenta di entrare nel Gold senza braccialetto, la giovane komplice pugliese che seduta da sola ad aspettare il suo idolo si fa adottare dalla kombriccola di attempati Vasconvolti, lโ€™amica diversamente abile che lotta per il sacrosanto diritto a godere del concerto come tutti gli altri perchรฉ almeno qui stasera la sua sedia non costituisca per lโ€™ennesima volta un ostacolo, il divano letto gentilmente offerto con la generositร  di chi non ti ha mai visto ma si riconosce nella tua stessa passione e ti fa sentire come a casa. 

Tutto in una sola assolata giornata di giugno.  

Vi sembra poco? 

Non lo รจ affatto, รจ tanta roba, proprio come quello del Blasco non รจ mai solo un rockโ€™nโ€™roll show. 

E allora avanti cosรฌ, siamo bellissimi, io lโ€™ho visto dal vero e non posso che dare ragione a Vasco: ce la faremo tutti, con in sottofondo il re italiano del rock. 

TATOO

di Annalisa Sinopoli

Tatuare significa eseguire un tatuaggio su una superficie cutanea, ossia sulla pelle. Ma in realtร  รจ molto di piรน.

Un tatuaggio รจ una forma di espressione di sรฉ, il desiderio di cogliere un attimo e imprimerselo sulla pelle per sempre, per trattenere un momento o un sentimento e non lasciarlo scappare.

A volte รจ anche il desiderio di trasgredire, di andare oltre le norme stabilite da altri, tatuare la propria pelle รจ anche un modo per rivendicare la propria personalitร  e unicitร .

I tatuaggi esistono fin dallโ€™antichitร , la testimonianza piรน antica รจ quella di Otzalet,  un uomo mummificato risalente al 3000 a.c., ritrovato sulle Alpi nel 1991 sul cui corpo erano presenti alcuni tatuaggi cosรฌ come in alcune mummie egizie, ottenuti sfregando carbone polverizzato su incisioni verticali della cute.

Il tatuaggio nasce con una inclinazione punitiva fin dai tempi dei Persiani in Occidente: i Persiani, i Traci, gli antichi Greci fino agli antichi romani avevano tutti lโ€™usanza di segnare schiavi e prigionieri che cercavano di scappare con segni tatuati, anche se a volte si trattava piรน di vere e proprie marchiature a fuoco, che palesava la natura del loro reato, o talvolta la punizione.

Le parti maggiormente usate per incidere o segnare la pelle dello schiavo o del prigioniero erano di solito il viso, il collo e le mani cosรฌ da essere sempre visibili agli altri.

A volte un condannato faceva rielaborare il suo tatuaggio punitivo per cancellare il segno originale, coprendolo con qualcosa dโ€™altro, ma altre volte, i prigionieri creavano i propri tatuaggi per dimostrare lโ€™affiliazione a un gruppo o orgoglio verso il loro crimine o la posizione sociale.

Con il passare degli anni perรฒ il tatuaggio ha cambiato forma, metodo, uso e significato.

I Celti per esempio adoravano divinitร  animali quali il toro, il cinghiale, il gatto, gli uccelli e i pesci e in segno di devozione se ne tracciavano i simboli sulla pelle.

Presso gli antichi romani, che credevano fermamente nella purezza del corpo umano, il tatuaggio era vietato ed adoperato esclusivamente come strumento per marchiare criminali e condannati; solo successivamente, in seguito alle battaglie con i britannici che portavano tatuaggi come segni distintivi dโ€™onore, alcuni soldati romani cominciarono ad ammirare la ferocia e la forza dei nemici tanto quanto i segni che portavano sul corpo e cominciarono essi stessi a tatuarsi sulla pelle i propri marchi distintivi.

ESEMPIO TATOO STILE TRIBALE

Nellโ€™XI e XII secolo i crociati portavano sul corpo il marchio della Croce di Gerusalemme, questo permetteva, in caso di morte sul campo di battaglia, di fare in modo che il soldato ricevesse lโ€™appropriata sepoltura secondo i riti cristiani.

Dopo le Crociate, il tatuaggio sembra scomparire dallโ€™Europa, ma continua a fiorire in altri continenti.

Nei primi anni del 1700, i marinai europei vengono a contatto con le popolazioni indigene delle isole del Centro e Sud Pacifico, dove il tatuaggio aveva unโ€™importante valenza culturale.

Il termine fu coniato nel 1769 dal Capitano inglese James Cook che, approdando a Tahiti, osservando e annotando le usanze della popolazione locale trascrivesse per la prima volta la parola Tattow (poi Tattoo), derivata dal termine โ€œtau-tauโ€, onomatopea che ricordava il rumore prodotto dal picchiettare del legno sullโ€™ago per bucare la pelle.

I tatuaggi iniziarono a dilagare cosรฌ tra i ceti piรน bassi. Pirati e marinai si tatuavano per ostentare la propria forza bruta e lโ€™assoluto disprezzo di ogni regola sociale e per essi, rappresentavano amuleti o protezioni, tra un viaggio e lโ€™altro.

Gli equipaggi che nel XVIII secolo si erano spinti nelle isole del Pacifico avevano apprezzato la tipica arte del tatuaggio, riportandola nel Vecchio Continente, dove invece in epoca medievale era stata proibita dalla Chiesa.

Ecco quindi che soprattutto nellโ€™ 800 tra i marinai divenne consuetudine tatuarsi simboli di buon auspicio per โ€œproteggersiโ€ durante i lunghi viaggi in mare: la prassi era quella di farne uno alla vigilia del viaggio e un altro quando si giungeva a destinazione. Il terzo si faceva una volta tornati a casa sani e salvi. A questi se ne sommava un altro in caso di nuova partenza, un quinto al ritorno e cosรฌ via.

Avere tatuaggi in numero pari significava dunque trovarsi lontano da casa, mentre se erano dispari voleva dire essere al sicuro con la famiglia. La tradizione dei tatuaggi โ€œdispariโ€ si รจ quindi poi diffusa anche fuori dallโ€™ambiente marinaresco ed รจ tuttora rispettata da molti arrivando anche ai giorni nostri.

I tatuaggi dei marinai, ancora oggi, possono poi avere un preciso significato: chi ha un un dragone per esempio vuol dire che รจ stato in Cina, chi una tartaruga invece ha varcato lโ€™equatore.

Dai porti, i tatuaggi passarono poi, alle carceri e alle storie del malaffare e della malavita, tanto da diventare un vero e proprio status symbol della criminalitร .

Da qui le considerazioni negative sul tatuaggio, quale non solo segno di disagio, di censura, ma anche una vera e propria struttura semantica del mondo carcerario con la diffusione delle teorie di Cesare Lombroso, pioniere e โ€œpadreโ€ della moderna criminologia.

Con la pubblicazione, nel 1876, del saggio โ€œLโ€™uomo delinquenteโ€, egli mette infatti in stretta correlazione il tatuaggio e la degenerazione morale innata del delinquente:

โ€œ Il segno tatuato รจ fra quelle anomalie anatomiche in grado di far riconoscere il tipo antropologico del delinquente. Il delinquente nato mostra specifiche caratteristiche antropologiche che lo avvicinano agli animali e agli uomini primitivi e lโ€™atto di tatuarsi di criminali recidivi รจ sintomo di una regressione allo stato primitivo e selvaticoโ€.

Il saggio รจ ricco di descrizioni di tatuaggi e delle storie degli uomini che li portavano, soldati ma soprattutto detenuti, criminali e disertori.

Lโ€™uomo delinquente cosรฌ diventa anche un catalogo approfondito di tutte le tipologie di tatuaggio che potevano essere reperite allโ€™epoca, fornendo un ampio squarcio sulle usanze del tempo, Lombroso cataloga infatti i tatuaggi secondo questo elenco:

  • segno dโ€™amore (iniziali, cuori, versi)
  • simboli di guerra (date, armi, stemmi)
  • segni legati al mestiere (strumenti di lavoro, strumenti musicali)
  • segni legati alla religione (croci, Cristi, Madonne, Santi)
  • segni raffiguranti gli animali (serpenti, cavalli, uccelli).

Curioso sapere che la nascita dei bellissimi tatuaggi orientali che tutti oggi conosciamo sia dovuta allโ€™imposizione nellโ€™antico Giappone di dure leggi repressive che vietavano alla popolazione di basso rango di portare kimoni decorati.

In segno di ribellione queste stesse persone cominciarono a portare, nascosti sotto i vestiti, enormi tatuaggi che coprivano tutto il corpo partendo dal collo per arrivare ai gomiti e alle ginocchia.

Il Governo nel 1870 dichiarรฒ illegale questa pratica ritenuta sovversiva, ma il tatuaggio continuรฒ a fiorire e a prosperare nellโ€™ombra motivo per cui la Yakuza, la mafia giapponese, adottรฒ ben volentieri la pratica โ€œfuorileggeโ€ del tatuaggio su tutto il corpo.

I loro disegni, molto elaborati, rappresentavano solitamente conflitti irrisolti ma riproducevano anche simboli di qualitร  e caratteristiche che questi uomini intendevano emulare.

Ad esempio una carpa rappresentava forza e perseveranza, un leone attitudine a compiere imprese coraggiose.

Nel โ€˜900, perรฒ, nelle societร  occidentali il tatuaggio non venne piรน considerato espressione di arte e di libertร , ma venne associato ad un disordine morale.

Negli anni 20 i circhi americani assunsero piรน di 300 persone tatuate da capo a piedi come attrazioni per il pubblico.

Per mezzo secolo, i tattoo diventarono marchio di minoranze etniche, marinai, veterani di guerra, malavitosi, carcerati โ€ฆ e considerati indici di arretratezza e disordine mentale.

รˆ perรฒ dalla fine degli anni โ€™60, inizio anni โ€™70 in poi che la cultura del tatuaggio ha conosciuto una progressiva diffusione, prima nelle sottoculture giovani hippy e fra i motociclisti e poi ha conquistato lentamente ogni strato sociale e ogni fascia dโ€™etร .

รˆ solo, infatti, con il dilagare della controcultura degli anni โ€™60-80 che il tatuaggio affascina chi sceglie di stupire e porsi in alternativa alla mentalitร  comune, per i punk e i bikers ad esempio era espressione di ribellione e rabbia.

ESEMPIO TATOO “OLD SCHOOL”

Negli anni 70 โ€“ 80 i tattoos per via della loro natura indelebile rappresentavano da un lato, un simbolo di fedeltร  alla gang e dallโ€™altro un segno di riconoscimento utilizzato per identificarsi in essa ed inviare un messaggio di intimidazione a membri di altre gang.

Unโ€™altra data molto importante nella storia del tatuaggio รจ il 1891 quando il newyorkese Samuel Oโ€™Reilly rielaborando unโ€™invenzione di Thomas Edison, la penna elettrica progettata per la duplicazione di documenti, progettรฒ la prima macchinetta da tatuaggi, rendendo improvvisamente obsolete le tecniche precedenti, piรน lente e soprattutto molto piรน dolorose.

In passato la tecnologia utilizzata per creare i disegni era molto primitiva visto che ci si doveva arrabattare con quello che si reperiva ed era nota come โ€œpuntura a manoโ€, dove il soggetto usava un ago da cucire avvolto in filo di cotone fino nelle vicinanze della punta che poi veniva intinto nellโ€™inchiostro e usato pungendo la parte da tatuare.

Questo metodo creava segni distintamente imperfetti poichรฉ non si usavano guide e lโ€™ago penetrava a differenti profonditร  nella epidermide motivo per il quale si rischiavano anche infezioni.

Questi tatuaggi solitamente avevano un aspetto piรน primitivo dei tatuaggi realizzati con una macchina, perchรฉ una linea continua รจ difficile da ottenere con questo sistema.

Che abbia valenza puramente estetica, o che sia impresso a ricordo di un momento importante della propria vita, o ancora esprima la volontร  di un ritorno alle origini, a valori antichi e profondi che la societร  moderna sembra avere dimenticato, il tatuaggio vive oggi un momento di grande rinascita, liberandosi finalmente della coltre di pregiudizi che da decenni lo intrappolava.

Ma perchรฉ รจ riemerso anche fra di noi, nella modernitร , lโ€™uso di tatuarsi?

Secondo lโ€™evoluzionista Richard Dawkins oggi รจ sempre piรน difficile farsi riconoscere con status symbol materiali o sociali, che sono una sorta di โ€œprolungamentoโ€ del nostro corpo (mente compresa). Tornare al corpo โ€œricamandoloโ€ รจ in fondo la cosa piรน semplice, alla portata di tutti.

Secondo la psicologia, la parte del corpo che una persona decide di tatuarsi รจ importante tanto quanto il tatuaggio in sรฉ. Vediamo qualche esempio:

  • Parte sinistra del corpo. La scelta tatuarsi a sinistra del corpo rimanda a un legame con il passato e indica persone piรน pessimiste, che tendono ad analisi introspettive.
  • A destra del corpo. Ha uno sguardo proiettato verso il futuro e si tratta di una persona aperta ai cambiamenti, con un carattere aperto, positivo e solare. Allo stesso tempo la scelta denota un attaccamento alla realtร , un pragmatismo, la tendenza a non lasciare volare la fantasia.
  • Le gambe. Indica unโ€™incapacitร  di crescere e di riflettere. รˆ tipica degli eterni bambini.
  • Il tronco. Indica concretezza e risolutezza nelle proprie decisioni.
  • Le braccia. Indicano che lโ€™individuo sta attraversando un periodo di maturazione.
  • Le caviglie. Una delle zona preferita dalle donne gelose e dagli uomini molto competitivi. Infatti si tratta di una zona abbastanza esposta.
  • Le zone nascoste del corpo. Sono i tatuaggi tipici delle persone insicure e timide

Esistono moltissimi stili di tatuaggi, che variano nellโ€™uso dei colori, disegni e dimensioni, a parte, logicamente, del significato. Di seguito, vi presentiamo alcuni di questi stili:

Old school โ€“ Tribale –  Water color –  Realistico –  Orientale โ€“ Lettering โ€“ Biomeccanico –  Dotwork

Di seguito il link allโ€™approfondimento di ogni tecnica:

https://www.esneca.it/blog/stili-di-tatuaggi-piu-diffusi/

IL PANDORO

di Annalisa Sinopoli

Oggi vi raccontiamo la storia del dolce che insieme al panettone costituisce uno degli immancabili nelle tavole nel periodo natalizio: il pandoro che ci accompagna questa volta a Verona cittร  a cui รจ indissolubilmente legato.

Il piatto piรน famoso della cittร  di Romeo e Giulietta, consumato soprattutto durante le festivitร  รจ oggetto ogni anno della sfida tra il pandoro veronese e il panettone milanese nelle case di tutti gli italiani: cโ€™รจ chi preferisce la morbidezza e la dolcezza dello zucchero, cโ€™รจ soprattutto chi odia i canditi, e poi cโ€™รจ chi preferisce il panettone.

Sebbene tra gli scritti di Plinio il Vecchio risalenti al I secolo d.C. esista una ricetta realizzata con farina, burro, olio che segue un procedimento molto simile a quello della preparazione odierna, le origini del pandoro risalgono al 1200 e sono riconducibili alle cene dei nobili di Venezia. A Natale veniva servito โ€œil pan de oroโ€, un dolce dalla forma conica, ricoperto da foglie dโ€™oro, destinato ai palati dei piรน ricchi.

Nello stesso periodo a Verona si serviva il nadalin, un dolce a forma di stella con farina, latte e lievito. Da questi due dolci e dal levร , altra preparazione dolciaria tipica della cittร  veronese, nasce il pandoro moderno.

Lโ€™inventore del pandoro รจ stato Domenico Melegatti, fondatore dellโ€™omonima industria dolciaria, che il 14 ottobre 1894 ha depositato allโ€™ufficio brevetti un dolce morbido e dal caratteristico corpo a forma di stella a otto punte, la cui forma รจ opera dellโ€™artista Angelo Dallโ€™Oca Bianca, pittore impressionista.

Melegatti ai dolci storici sopracitati ha aggiunto uova e burro, eliminando le mandorle e i granelli di zucchero dalla superficie del nadalin. Il nome non sarebbe solo un omaggio al dolce veneziano: la leggenda vuole che un garzone, prendendo in mano la prima fetta illuminata dal sole, abbia esclamato << lโ€™รจ proprio un pan de oro.>>

Gli ingredienti usati per la ricetta classica del pandoro sono tra i piรน semplici โ€“ fior di farina, uova, burro, zucchero e lievito di birra โ€“ a fronte di una preparazione decisamente complessa che abbisogna di una lavorazione che richiede diverse fasi.

Basti solo pensare che ci sono ben quattro fasi di lievitazione.

Un segreto, che non tutti conosceranno, per gustarsi a pieno il Pandoro รจ quello di riscaldarlo un poโ€™ prima di mangiarlo.

Insomma non รจ Natale senza lโ€™eterna sfida tra Pandoro e panettone.

E voi quale preferite?

Di seguito il link alla ricetta per i piรน intraprendenti, preso dalle ricette della famosa Benedetta protagonista del programma televisivo: https://www.fattoincasadabenedetta.it/ricetta/pandoro/

IL PANETTONE: TRA STORIA E LEGGENDA

di Annalisa Sinopoli

Con questo editoriale vi portiamo in giro per lโ€™Italia a conoscere i dolci tipici del periodo natalizio: oggi รจ la volta del dolce simbolo di Milano, un prodotto che rappresenta la storia e la tradizione della cittร  meneghina ma che vanta una genesi immersa nella leggenda ed รจ tra i piรน apprezzati e conosciuti nel mondo.

I primi passi nella storia del panettone si compiono in un documento scritto nel 1470 da Giorgio Valagussa, precettore degli Sforza, che riporta il cosiddetto โ€œrito del cioccoโ€: a Natale in ogni casa si metteva un grosso ceppo di legno sul fuoco. Poi tutti i commensali mangiavano delle fette di pane di frumento distribuite dal capofamiglia, che ne conservava una per lโ€™anno successivo, come buon augurio.

Quel pane aveva, soprattutto per i poveri, un valore speciale. I fornai infatti, tranne quelli che panificavano per i nobili, durante lโ€™anno avevano il divieto di usare farina di frumento, pregiata e prerogativa dei ricchi. Le Corporazioni milanesi avevano perรฒ deciso che a Natale tutti mangiassero lo stesso pane, detto โ€œPan de Scioriโ€ o โ€œPan de Tonโ€, cioรจ pane dei signori, di lusso, che veniva arricchito con zucchero, burro e uova.

Dalla loro comparsa i panettoni sono ancora molto bassi, simili a focacce, il lievito fa la sua comparsa solo nellโ€™800.

La sua nascita รจ legata a numerose leggende: la piรน famosa narra che il panettone sarebbe nato alla corte di Ludovico il Moro, signore di Milano nel lontano XV secolo. Era la Vigilia di Natale quando, in occasione del banchetto, il cuoco ufficiale della famiglia Sforza bruciรฒ inavvertitamente un dolce. Per recuperare la situazione Toni, lo sguattero che lavorava in cucina, decise di utilizzare un panetto di lievito che aveva tenuto da parte per Natale. Lo lavorรฒ aggiungendo farina, uova, uvetta, canditi e zucchero, ottenendo un impasto particolarmente lievitato e soffice.

Il dolce venne apprezzato cosรฌ tanto che la famiglia Sforza decise di chiamarlo โ€œpan di Toniโ€, da cui deriverร  nei secoli a venire il termine โ€œpanettoneโ€.

Questaperรฒ non รจ lโ€™unica leggenda legata a tale dolce natalizio: Messer Ulivo degli Atellani, falconiere, abitava nella Contrada delle Grazie a Milano. Innamorato di Algisa, bellissima figlia di un fornaio, si fece assumere dal padre di lei come garzone e, per incrementare le vendite, provรฒ a inventare un dolce: con la migliore farina del mulino impastรฒ uova, burro, miele e uva sultanina. Poi infornรฒ. Fu un successo strabiliante, tutti vollero assaggiare il nuovo pane e qualche tempo dopo i due giovani innamorati si sposarono e vissero felici e contenti.

Unโ€™altra versione, meno accreditata delle altre, riterrebbe la nascita del panettone collegabile a suor Ughetta. Costei decise di rallegrare il Natale in convento aggiungendo zucchero e cedro candito allโ€™impasto del pane da cui venne fuori un dolce morbido e profumato che oggi conosciamo, per lโ€™appunto, come panettone.

Ecco perchรฉ Ughetta e Ughetto, stando al parere degli esperti, sarebbero i nomi indissolubilmente legati al fatto che nel panettone vi sia lโ€™uvetta.

Non a caso in dialetto milanese lโ€™uvetta รจ chiamata โ€œughetโ€!

Tornando alla storia la forma attuale del panettone venne ideata negli anni Venti, quando Angelo Motta, prendendo ispirazione dal kulic, un dolce ortodosso che si mangia a Pasqua, decise di aggiungere nella ricetta anche il burro e di avvolgere il dolce nella carta paglia, rendendolo come lo vediamo oggi.

Il panettone รจ oggi il dolce natalizio per eccellenza, da Milano si รจ diffuso in tutto il mondo, diventando ovunque un simbolo di festa e di alta pasticceria.

Di seguito il link alla ricetta se volete cimentarvi: https://www.ricettadicucina.com/it/ricette/ricetta-del-panettone-tradizionale-milanese/

HALLOWEEN E I SUOI SIMBOLI

di Annalisa Sinopoli

I costumi e le tradizioni di Halloween possono cambiare da luogo a luogo e di generazione in generazione, ma spesso i simboli rimangono gli stessi. Quello che a volte cambia รจ il significato che gli si attribuisce.

Ma perchรฉ sono stati scelti proprio questi simboli?

In questo articolo vi raccontiamo come sono nati e perchรฉ questi 10 simboli sono associati a questa festivitร .

JACK-O-LANTERN (zucca intagliata)

Il simbolo della zucca di Halloween ha avuto origine molto tempo fa in Irlanda, coi Celti, e inizialmente non si trattava affatto di una zucca, potete trovare il nostro editoriale dellโ€™anno scorso che lo racconta.

STREGA

Nella cultura celtica, le streghe erano considerate delle guaritrici dotate di poteri soprannaturali. Il nome inglese Witch deriva da Wicca, che significa โ€œpersona saggiaโ€.

Quando la cultura celtica si incontrรฒ con altre religioni, tutto ciรฒ che si pensava fosse soprannaturale divenne temuto e da evitare, anche le streghe.

Il cristianesimo considerava la stregoneria come manifestazione del male e del demonio mentre la guarigione, che una volta era considerata utile, era ora vista dalla chiesa come adorazione pagana e magia nera.

Da qui, lโ€™idea che le streghe siano cattive e spaventose.

PIPISTRELLO

Anche se siamo abituati ad associare i pipistrelli ai vampiri, la tradizione per cui questo animale รจ diventato un simbolo di Halloween risale, ancora, alla festa celtica di Samhain.

I fuochi sacri che bruciavano la notte di Samhain attiravano molti insetti volanti, che a loro volta fungevano da richiamo per numerosi pipistrelli, che di questi insetti si nutrono.

FANTASMA

I fantasmi sono sempre stati un simbolo di Halloween: questa associazione deriva dal fatto che durante la festa di Samhain, il popolo celtico credeva che i fantasmi fossero nelle vicinanze perchรฉ il velo tra il mondo dei vivi e dei morti era piรน sottile.

Si riteneva infatti che nella notte tra il 31 di ottobre e il 1 di novembre gli spiriti dei morti potessero camminare tra i vivi, visitando i loro cari e le loro vecchie case, fuori dalle quali venivano posizionate le zucche illuminate come mezzo per tenere lontani gli spiriti malvagi.

GATTO NERO

Di tutti i simboli di Halloween, il gatto nero ha sicuramente dovuto pagare un prezzo altissimo per guadagnarsi il proprio posto nei festeggiamenti.

A partire dai tempi di Samhain, il simbolismo legato al gatto nero portรฒ molti gatti a essere bruciati vivi.

I druidi credevano che gli umani malvagi potessero trasformarsi in gatti, il che li portรฒ a rinchiudere i gatti in gabbie e gettarli nei fuochi sacri.

Piรน tardi nei secoli, si diffuse la credenza che anche le streghe potessero trasformarsi in gatti, e il gatto nero divenne il simbolo del famiglio (un demone domestico) di una strega.

Anche in questo caso, se una strega veniva processata e uccisa, il suo gatto avrebbe fatto la stessa ffine

รˆ interessante notare che il simbolismo del gatto nero รจ molto diverso in altri paesi del mondo, dove i gatti sono visti come animali di buon auspicio.

SCHELETRO

Gli scheletri sono simboli di Halloween abbastanza impressionanti, perchรฉ sono un duro promemoria dellโ€™inevitabilitร  della morte. Ci ricordano che Halloween รจ sempre stata una festa dei morti.

Nonostante questo sono diventati cosรฌ popolari che oggi si utilizzano in diverse forme come decorazioni.

TESCHIO MESSICANO

Il teschio messicano รจ un simbolo ricorrente durante El Dia De Los Muertos, il giorno dei morti messicano. Puรฒ anche riferirsi a un teschio di zucchero, o calavera in spagnolo.

Il teschio messicano รจ molto diverso da un teschio tradizionale perchรฉ รจ riccamente decorato e colorato.

Esso viene creato come offerta per una persona cara e puรฒ essere profondamente personale e specifico per il defunto.

A differenza del tradizionale teschio di Halloween, un teschio messicano รจ un simbolo di ricordo, tristezza, lutto e celebrazione tutto insieme.

SPAVENTAPASSERI

Gli spaventapasseri si possono trovare, oggi, sia come decorazione per Halloween che per lโ€™autunno in generale.

Sono piรน che semplici simboli di Halloween, sono un simbolo della stagione autunnale e del raccolto.

Erano usati da molte culture nei campi, a volte con teschi di animali come teste. Durante i rituali di raccolta gli spaventapasseri venivano bruciati per festeggiare e le ceneri tornavano al suolo.

Sono diventati simboli di Halloween perchรฉ, indipendentemente dalla cultura e dal raccolto, il loro scopo fondamentale รจ suscitare paura, avendo lo scopo di spaventare gli intrusi.

GUFO

Esattamente come il pipistrello, anche il gufo viene associato alla notte di Halloween sin dalla festa di Samhain, e per lo stesso motivo (si avvicinavano ai fuochi sacri per cacciare gli insetti che questi attiravano).

Nel Medioevo, il simbolismo del gufo prese una svolta oscura quando si iniziรฒ ad associare anche questo animale alle streghe.

I suoni spettrali emessi dai gufi venivano associati allโ€™avvicinarsi di una strega, che magari stava proprio volando in cielo in quel momento.

Nel simbolismo legato al gufo si รจ anche associato lโ€™incontro con questa creatura come presagio di morte o indicatore della presenza di fantasmi.

Esistono numerose leggende e superstizioni sui gufi, ma non tutte li ritengono animali negativi.

I gufi sono anche noti per essere saggi, delle guide, portatori di buona fortuna e, in alcune culture, addirittura animali sacri.

RAGNO

Il simbolismo del ragno รจ molto diffuso nel folklore e nella mitologia, dove i ragni possono essere visti come tessitori del destino e oracoli della morte.

Inoltre, il ragno รจ un altro animale che, storicamente, รจ stato visto come un fedele compagno della strega.

Questo, insieme al fatto che si trova spesso in luoghi tetri come edifici abbandonati, scantinati, caverne buie e cimiteri, lo lega alla festa di Halloween.

Per non parlare di quante persone al mondo soffrono di aracnofobiaโ€ฆ e  non a torto, considerato quanti esemplari velenosi esistono in natura.

Come avete potuto leggere i simboli legati a questa festa sono molti e sempre piรน hanno preso piede anche nella nostra cultura regalandoci giorni dedicati allโ€™attesa della notte piรน spaventosa dellโ€™anno contornati dagli oggetti che li raffigurano e che ci ricordano che non tutte le cose che fanno paura in realtร  debbano per forza avere una connotazione negativa.

I NOSTRI AMICI GATTI

di Lucia Pietropaolo

ยซTu sei il Grande Gatto, il vendicatore degli dei e il giudice delle parole, quelle che presiede i capi sovrani e governa il grande Cerchio; tu sei davvero il Grande Gatto.ยป

(Iscrizione nella Valle dei Re)                

Oggi voglio raccontarvi qualcosa su degli esseri speciali per la vita di molti di noi: i gatti. Sono semplici animali da compagnia o creature con uno sguardo che va oltre l’umana comprensione? Nell’antico Egitto i gatti erano venerati e considerati sacri, probabilmente anche per la loro abilitร  nel cacciare ratti e serpenti. Molte divinitร  egizie erano raffigurate con testa di felino, basti pensare a Bastet, che allโ€™inizio era rappresentata con feroci connotati di leonessa per poi tramutarsi gradualmente in una gatta protettrice della maternitร  e della vita domestica. Si narra che in segno di lutto in caso di morte di un gatto domestico i proprietari si rasassero addirittura le sopracciglia. Un dettaglio piu macabro invece riguarda il ritrovamento di corpi mummificati di gatti all’interno di scavi: pare che fossero stati uccisi di proposito, mummificati e posti allโ€™interno delle tombe dei loro nobili proprietari come pegno per gli Dei.

Oggi sono molto piรน semplicemente animali da compagnia che hanno mantenuto quell’aria di fierezza, superioritร  e anche un po’ di sano snobismo. Qualche curiositร  su di loro? 1. Possono dormire anche fino a 10 ore al giorno. 2. Passano fra il 30 ed il 50% del loro tempo a pulirsi, questo fa si che il loro odore si affievolisca e che i predatori stiano lontani.3. Fanno le fusa non solo quando sono felici, ma anche quando stanno male o partoriscono.4. I gatti amano le scatole perchรฉ probabilmente si sentono al sicuro in un luogo chiuso, come nell’utero materno. 5. Il gatto piรน ricco del mondo รจ Grumpy cat, gatta nota per il suo broncio causato dal nanismo felino e con un patrimonio di quasi 100 milioni di dollari frutto del merchandising. 

Scrivere qualche curiositร  su questi anomali fantastici รจ stato anche un modo di omaggiare Ciccetto, il mio piccolo, grande amico che purtroppo ci ha lasciato pochi giorni fa. Vi consiglio di guardare l’episodio bonus di The Sandman, Dream of a thousand cats: potrete capire molto di piรน sulla magica esistenza dei felini, senza considerare quante storie straordinarie che hanno per protagonisti i gatti sono state raccontate in letteratura. Libri che testimoniano quanto i gatti abbiano avuto il potere di salvare vite.

Tra i piรน noti, A spasso con Bob, che racconta il bellissimo legame che si instaura tra un gatto randagio e un ragazzo senza un futuro. Un incontro che cambierร  totalmente le loro vite, come accade nella meravigliosa storia di In viaggio con Nala, dove una piccola gattina diventa la compagna di viaggio di un ragazzo scozzese, divenuto ormi una celebritร  sui social. Un libro di cui abbiamo parlato anche nel nostro blog. Per chi se la fosse persa, ecco il link: https://readingmarvels.com/2021/01/26/in-viaggio-con-nala-di-dean-nicholson/
Se volete seguire le avventure di Nala ancor in viaggio per il mondo in bici col suo amico, lo potete fare grazie alla loro pagina IG, con piรน di 1 milione di follower.

Insomma, che ne pensate? Amici speciali o creature magiche? Forse entrambi.

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA PACE – 21 SETTEMBRE

di Annalisa Sinopoli

PACE, termine che deriva dal latino pax che significa legare, unire, saldare.

Quattro lettere che nascondono un mondo di possibilitร  al loro interno a indicare una condizione che consente all’umanitร  di aspirare anche ad altri importanti valori, che hanno dato significato al lungo cammino umano, come la libertร , la giustizia, la democrazia e lโ€™uguaglianza.

รˆ oggi 21 settembre che si festeggia la Giornata internazionale della pace, istituita il 30 novembre 1981 dallโ€™Assemblea Generale delle Nazioni Unite la quale dichiarรฒ che il Giorno sarebbe stato osservato, come un giorno di pace e di non-violenza, e volse un invito a tutte le nazioni e persone a cessare le ostilitร  durante il giorno.

Raccomandรฒ di lavorare per costruire una nuova visione della pace basata sui valori universali di rispetto per la vita, la libertร , la giustizia, la solidarietร , la tolleranza, i diritti umani e lโ€™uguaglianza tra uomo e donna.

รˆ una giornata fondamentale in un mondo afflitto dalle guerre. Da quelle tristemente note come la guerra in Siria, quella in Yemen e in Ucraina ai conflitti meno veicolati mediaticamente come quelli che interessano tantissime minoranze nel mondo; questa giornata ha lo scopo di far luce su queste guerre perchรฉ il primo passo per la fine delle ostilitร  risiede nella consapevolezza comune che la guerra รจ sempre ingiusta.

Il simbolo della pace (โ˜ฎ) fu creato da Gerald Holtom nel 1958 e raggiunse il successo nel decennio successivo prima a sostegno della Campagna per il disarmo nucleare e successivamente piรน in generale dellโ€™antimilitarismo.

Esso consiste in un cerchio con una linea al centro che lo divide e che a sua volta si ramifica in altre due linee

Il successo del simbolo si deve probabilmente alla sua semplicitร  e fu interpretato falsamente anche come la rappresentazione stilizzata di un amplesso, aderendo cosรฌ allo slogan sessantottino ยซFate lโ€™amore, non fate la guerraยป.

Holtom spiegรฒ inizialmente di essersi ispirato allโ€™alfabeto semaforico utilizzato nelle segnalazioni nautiche: il simbolo, secondo la sua versione iniziale, rappresenterebbe le lettere N e D, appunto Nuclear Disarmament.

Un altro simbolo della pace รจ la bandiera arcobaleno: simbolo di pace presso molte civiltร  antiche la bandiera della pace si distingue da quella arcobaleno utilizzato dalla lega LGBT per la dicitura pace e per il numero e lโ€™ordine dei colori (7 in quella della pace con i colori freddi in alto e 6 per quella del movimento senza lโ€™azzurro con i colori caldi in alto ).

QUEEN ELIZABETH II

di Lucia Pietropaolo

Oggi vogliamo proporvi un memoriale su una donna che tutti credevamo eterna, ma รจ venuta a mancare da pochi giorni: la regina per eccellenza, Sua Maestร  Elisabetta.
Sono onestamente dispiaciuta per la sua scomparsa e anch’io, come forse voi tutti, pensavo sinceramente fosse immortale. 96 anni e 70 anni di regno, Elisabetta ha davvero segnato unโ€™epoca. Non era assolutamente destinata a diventare sovrana, era solo terza in linea di successione, ma tutto cambiรฒ quando suo zio Edoardo VIII abdicรฒ in favore di suo fratello Giorgio VI per poter sposare Wallis Simpon.

Elisabetta divenne sovrana a soli 21 anni, giurando di servire il suo popolo fino alla fine. Una vita sicuramente dorata ma anche molto impegnativa,  contraddistinta dal porre sempre il dovere prima di ogni altra cosa. Sopravvissuta ai numerosi scandali di figli e nipoti ha dato prova di grande ottimismo nel futuro e di un senso dellโ€™umorismo straordinario nonostante il suo aspetto severo.

Vi lascio alcune curiositร  su questa figura iconica:
1. Durante la seconda guerra mondiale si arruolรฒ nell’esercito ed imparรฒ a guidare camion e ambulanze.
2. Pur guidando non aveva la patente.
3. Nel momento in cui la sovrana poggia la forchetta gli altri commensali hanno 5 minuti di tempo per finire il pasto.
4. Durante la cerimonia dei giochi olimpici girรฒ un breve video accanto a Daniel Craig impersonando una Bond Girl.
5. Durante una mostra floreale un giardiniere le spiegรฒ che in passato il mughetto veniva usato come veleno. Lei rispose: โ€œ Questa settimana me ne hanno regalato 2 mazzi, forse mi vogliono mortaโ€.

รˆ sicuramente difficile riassumere in poche righe una vita straordinaria, ed รจ molto difficile aggiungere qualcosa che non sia giร  stato detto. La regina ha raggiunto il suo principe, sicuramente indebolita e resa fragile dalla dipartita del consorte, ed in questo umana come tutti gli sposi che hanno trascorso una lunga vita assieme.
Vorrei solo che tutti noi riflettessimo su alcune cose: a prescindere dalla simpatia o antipatia nei confronti della regina, voi accettereste un destino cosรฌ impegnativo? Accettereste di anteporre il dovere alla vostra felicitร ? Sareste in grado di reggere alla pressione delle aspettative altrui e alla consapevolezza di rappresentare un intero paese?
Buon viaggio sua Maestร , verso un regno molto diverso dal Suo.
Per gli appassionati di astrologia lascio anche il link del tema natale della regina Elisabetta realizzato dallโ€™astrologo Giacomo Ciabatti: https://youtu.be/qBDvmQfwM1M

PASSEGGIATA LETTERARIA

di Annalisa Sinopoli

A Trieste, nel rione di San Giovanni, esiste una zona chiamata โ€œPiccola Parigiโ€, un quartiere situato tra la parte alta della via Giulia e la cintura a monte di via dello Scoglio costituito da caratteristiche casette colorate che sembrano una sorta di villaggio.

La via ispirata a Parigi รจ Via Zanella in fondo alla quale la leggenda racconta Napoleone, di passaggio a Trieste, ebbe a trovar rifugio momentaneo per i suoi destrieri.

Tempo addietro mi รจ capitato di leggere un libro consigliato da un caro amico che si รจ rivelato per il momento una delle migliori lettura di questโ€™anno.

Un romanzo di formazione scritto con uno stile che ho adorato, capace di mettere in luce con leggerezza e profonditร  al tempo stesso il processo di crescita e di realizzazione di un essere umano, passando per le diverse tappe dellโ€™esistenza tra gioie e difficoltร .

Caratterizzato da una scrittura fluida, a tratti ironica e a tratti disincantata ma densa di significato la storia raccontata รจ ambientata proprio in questo piccolo borgo di Trieste: La piccola Parigi appunto.

รˆ attraverso le vite dei personaggi che abitano questo borgo che lโ€™autore Massimiliano Alberti mette in luce il legame con le proprie radici che molti lettori potrebbero riconoscere come proprio, e la volontร  di conservare la memoria storica di questa parte della cittร .

Potevo lasciarmi scappare lโ€™opportunitร  di vedere la Piccola Parigi dal vivo abitando a pochi chilometri da essa e vedere cosรฌ le stradine che hanno visto giocare e crescere Lorenzo, Tullio e Christian?

Ovviamente no quindi รจ con sommo piacere che ho partecipato allโ€™evento organizzato dalla Camerata Strumentale Italiana CSI con Proloco Mitreo e Proloco Trieste, con lโ€™ospitalitร  di DREAM 22 B&B, la passeggiata letteraria nel borgo che dร  il titolo al libro di Massimiliano Alberti il quale ha accompagnato il folto gruppo di visitatori. Ad allietare la visita le musiche del fisarmonicista Roberto Daris che ha eseguito brani di Edith Piaf e Yves Montand e la lettura di alcuni passi del romanzo dalla voce narrante di Lorenzo Zuffi.

Un borgo che ha conservato tutto il fascino del passato pur inframmezzato da edifici di piรน recente costruzione che poco hanno di armonico con le caratteristiche di queste piccole casette colorate, costruite in un susseguirsi di saliscendi tra viette nascoste, giardini selvaggi, scorci che sembrano trasportarti in unโ€™altra cittร , tanto si รจ immersi in unโ€™altra dimensione che non sembra di essere a Trieste.

รˆ stato una passeggiata ricca di emozioni, rilassante, piacevole, a tratti persino bizzarra, fatta di ascolto di buona musica, rievocativa delle atmosfere della Parigi di un tempo, di parole che ci hanno ricordato come รจ essere innamorati, avere timore del futuro, inseguire i propri sogni.

In mezzo a muri adornati con quadri di artisti sconosciuti ( alcuni dei quali si sono imbattuti in questo folto stuolo di curiosi mentre si recavano nelle loro abitazioni improvvisamente invase da inattesi visitatori) cancelli antichi e meno antichi, giardini piรน o meno incolti, con piante e fiori ad abbracciare muri e mattoni a vista con la forza e la tenacia di cui solo la natura รจ capace.

Amici felini padroni di queste strade forse piรน che i loro coinquilini umani, personaggi piรน o meno folkloristici che sembrano usciti proprio dalle pagine di Massimiliano Alberti.

Una visita che si รจ conclusa presso il BeB Dreams 22 in cui la presentazione del libro รจ stata arricchita dalle testimonianze di due anziani abitanti del borgo, memoria storica del posto e delle vicende in esse accadute.

Non posso che consigliare la lettura di questo romanzo di cui potete trovare la recensione su Reading Marvels al seguente link: https://readingmarvels.com/?s=La+piccola+Parigi+

E se possibile consiglio caldamente la visita alla Piccola Parigi di cui questa del 3 settembre era la terza data proposta.

Grazie a Massimiliano Alberti per la gentilezza e la passione che ha fatto trasparire dalle sue parole, scritte e non, a testimoniare lโ€™amore per un pezzo di storia della cittร  di Trieste che grazie alle sue pagine รจ stato possibile ammirare.

LA LEGGENDA DELLA NOTTE DI SAN LORENZO

di Annalisa Sinopoli

La notte di San Lorenzo  รจ il momento perfetto del mese in cui si possono osservare le stelle cadenti. รˆ una notte affascinante che spinge milioni di persone a volgere lo sguardo al cielo per vedere lo spettacolo unico delle stelle cadenti.

La leggenda trae origine dal martirio di San Lorenzo che, arso vivo sulla graticola, ha ricordato la forma delle stelle cadenti, quasi fossero i tizzoni ardenti che hanno portato il santo alla morte.

Il 10 agosto, giorno in cui nel calendario cristiano si ricordano il santo e il suo martirio, non sempre รจ il momento migliore per vedere le stelle cadenti in tutto il loro splendore. I giorni a ridosso della data, sia prima che dopo, spesso sono piรน ricchi di stelle cadenti.

Fin dallโ€™antichitร  si riteneva che il destino degli uomini fosse scritto nelle stelle. Stelle che potevano essere osservate nel cielo al momento della nascita di un bambino.

Tuttavia, quando una stella cade ciรฒ significa che il destino non รจ piรน scritto e quel bambino, divenuto uomo, puรฒ veder cambiato il proprio futuro. Per questo motivo, chi vede una stella cadente ha il diritto di esprimere un desiderio riguardo il proprio futuro. La speranza รจ che la โ€œcadutaโ€ di quella stella possa dare la possibilitร  di cambiare il proprio destino e realizzare un sogno.

Nellโ€™antichitร  le stelle cadenti erano viste come segni di cattivi presagi, perchรฉ si credeva che fossero le lacrime delle divinitร . Ma lโ€™avvento del cristianesimo ha cambiato di significato del fenomeno celeste. Le stelle cadenti nella notte di San Lorenzo non sono altro che le lacrime dal martire.

In ricordo del suo martirio รจ nata lโ€™usanza di poter esprimere un desiderioยป, cioรจ di chiedere una โ€œgraziaโ€.

Un tempo inoltre gli uomini che guardavano intensamente le stelle erano i marinai. Osservare il cielo stellato era lโ€™unico modo per orientarsi in mare di notte. E chi navigava utilizzando questa โ€˜tecnologiaโ€™ osservava il cielo desiderando fortemente di far ritorno, incolume, a casa. Dunque la tradizione di unire le stelle ai desideri arriva anche dallโ€™abitudine dei marinai di orientarsi grazie al firmamento.

In realtร  la definizione di stella cadente รจ impropria: le stelle sono caratterizzate da una luce fissa, e non โ€œcadonoโ€ affatto. In effetti, quelle che noi vediamo, sono meteore e la spiegazione si deve cercare nella scienza.

Il motivo per cui queste scie luminose appaiono nel cielo terrestre proprio a metร  agosto รจ dovuto al fatto che รจ in questo periodo che la Terra passa attraverso lo sciame delle Perseidi, meteore appunto. Quelle che vediamo, quindi, non sono stelle cadenti, ma Perseidi.

Per vederle al meglio le stelle cadenti meglio assicurarsi di essere al buio, le luci della cittร  non sono lโ€™ideale per scorgere delle scie nel cielo stellato, meglio approfittare di prati, spiagge, parchi, e munendosi di pazienza restare tutta la notte col naso allโ€™insรน, pronti ad esprimere i vostri desideri!

IL MITO DEL GELATO (CONFEZIONATO)

di Annalisa Sinopoli

I gelati confezionati sono uno dei protagonisti indiscussi dellโ€™estate e delle vacanze.

La storia racconta che il primo gelato confezionato sia comparso nel 1948, grazie a unโ€™idea di Angelo Motta, la cui azienda ha rappresentato lโ€™emblema dellโ€™industria dolciaria dei primi โ€˜900.

Angelo Motta fonda a Milano una piccola bottega di pasticceria artigianale nel 1919, puntando sul suo prodotto piรน apprezzato, il panettone. In meno di 10 anni, con lโ€™apertura di altri 7 laboratori, la piccola bottega diventa una fabbrica vera e propria.

Arriviamo alla Seconda guerra mondiale, alla sua fine e al mito americano che inizia a diffondersi in Italia. In questo periodo Angelo Motta ormai navigato imprenditore, da forma a un prodotto rivoluzionario: nel 1948 compare il primo gelato confezionato, uno stecco di legno ricoperto da gelato al gusto fiordilatte, il MOTTARELLO.

In realtร  lโ€™idea รจ presa in prestito da Harry Burt, un produttore di caramelle americano che nel 1920 decise di creare un gelato al cioccolato che avesse come supporto lo stecco di un lecca-lecca di sua produzione.

Ma รจ solo grazie alla capillare distribuzione mediata dalla Motta, ormai colosso dellโ€™industria dolciaria, che il Mottarello in breve tempo conquista uno spazio nella scala dei bisogni degli italiani del dopoguerra.

Il primo gelato confezionato diventa il simbolo di una societร  che ambisce alla spensieratezza, che ostenta la propria ricchezza ampliando il paniere dei beni alimentari.

Lโ€™automobile, il frigorifero e la televisione, le vacanze estiveโ€ฆ negli anni Sessanta tutto ciรฒ che รจ moderno e industriale automaticamente diventa simbolo di ricchezza e benessere.

E il moderno gelato non fa eccezione. Proprio in questo periodo si rafforza in modo netto il legame tra gelato e vacanze al mare. Il โ€œgelato da passeggioโ€ diventa un simbolo della nuova generazione e in meno di dieci anni i consumi triplicano.

Il Mottarello รจ solo il primo di una lunga serie, di tutti i successivi gelati confezionati, dalle strane forme e nomi indimenticabili: nel 1970 la Sammontana crea il Barattolino, il primo secchiello confezione famiglia di gelato sfuso, che supera la concezione del gelato industriale monoporzione.

Dopo Motta e Sammontana, รจ la volta di Sanson, Tanara, Soave, Algida, Chiavacci, Eldorado, Alemagna e Tre Marie. Complice lโ€™ingresso del frigorifero nei bar e nei caffรจ, in molti intuiscono le potenzialitร  di questo nuovo mercato.

รˆ il passaggio da una dimensione voluttuaria al consumo quotidiano, favorito dalla comparsa del frigorifero con il congelatore nelle case italiane.

Il gelato non piรน esclusiva dei banchi frigoriferi di bar e caffรจ, puรฒ essere trasportato a casa e conservato in frigo per essere mangiato come dessert, come merenda, o come sfizio.

Chi non ricorda il gelato preferito della propria infanzia: ancora oggi questo prodotto รจ legato indissolubilmente alle vacanze, al mare e alla spensieratezza dellโ€™estate.

Vi auguriamo, anche cosรฌ, di passare delle Buone Vacanze.

LA STORIA DEL BIKINI

di Annalisa Sinopoli

รˆ il 5 luglio 1946: il sarto francese Louis Rรฉard, dopo aver visto una donna a St. Tropez arrotolare le estremitร  del costume per abbronzarsi meglio, inventa il bikini: 4 triangoli di stoffa uniti da laccetti, per un totale, si dice, di appena 194 cm quadrati, che per la prima volta lasciano esposto lโ€™ombelico femminile, e tesi a un risparmio ancora maggiore di tessuto. La fantasia del modello originale riprende le scritte di una pagina di giornale.

Il nome รจ ispirato a quello dellโ€™Atollo Bikini, le isole del Pacifico in cui proprio nei giorni del lancio, gli Stati Uniti stanno conducendo test nucleari. Per Rรฉard, lโ€™effetto del costume sullโ€™opinione pubblica sarร  pari a quello di una โ€œbomba atomicaโ€. In effetti, il due pezzi di Rรฉard sciocca lโ€™opinione pubblica, proprio per via dellโ€™ombelico scoperto, un tabรน fino ad allora. Il sarto non trova modelle disposte a posare con la sua creazione, cosรฌ ingaggia Micheline Bernardini, spogliarellista di Parigi (nella foto).

Sono passati 76 anni ma in realtร  la storia dei costumi da bagno รจ molto antica, come testimoniano i mosaici romani di Villa del Casale in Sicilia.

Le ragazze raffigurate sono atlete e il costume a due pezzi veniva usato esclusivamente per svolgere attivitร  sportiva come corsa campestre, lancio del disco e della palla.

Come spesso accade non abbiamo scoperto niente di nuovo a parte un poโ€™ di pelle pronta per lโ€™abbronzatura!

GIORNATA INTERNAZIONALE DEI BLOGGER

di Annalisa Sinopoli

โ€œIl blog permette di far maturare talenti e passioni che, diversamente, non avrebbero nรฉ possibilitร  di espressione nรฉ, tantomeno, una platea cosรฌ vasta a cui indirizzarsi. Tanti cantanti, artisti, musicisti, aspiranti registi, chef, personal trainer, artigiani curano con dedizione il proprio spazio virtuale e regalano la propria creativitร  agli โ€œavventoriโ€ del blog.โ€

โ€œIl blogger amplifica con il proprio contributo la ricchezza dei contenuti culturali e sociali nel web, alimentando la rete con il suo pensiero, condivide una visione di vita, che, per alcuni, costituisce una missione: molti giovani giornalisti freelance e ricercatori universitari hanno espresso, attraverso il proprio diario di bordo, critiche severe nei confronti dei regimi totalitari, fondamentalismi religiosi, organizzazioni criminali, rischiando per tale motivo la propria libertร  personale e spesso la vita.โ€

Queste alcune dichiarazioni del Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani, che considera nella nostra societร  essenziale il ruolo dei blogger in relazione alle denunce delle violazioni della persona e divulgazione delle tematiche umanitarie.

Ma cosa รจ precisamente un blog?

รˆ sicuramente uno degli strumenti di comunicazione piรน diffusi nel mondo: giornali online, diari personali, siti di promozione professionale, luoghi di confronto virtuale.

Il primo blog apparve nel 1993 e fu creato da Tim Bernes Lee. Il contenuto del blog era semplicemente una lista di link accompagnati da un commento.

Nel 1996 Dave Winer realizzรฒ un blog denominato โ€œ24 Hours of Democracyโ€, il cui obiettivo era creare un punto dโ€™incontro online per discutere anche sulla libertร  di espressione nel Web. Questa iniziativa riscosse notevole successo, portando Winer alla creazione di unโ€™impresa per lo sviluppo di software per blog.

Ma la parola โ€œweblogโ€ รจ opera di Jorn Barger, che la utilizzรฒ nel 1997 per definire la sua collezione di link.

Nel 1999 il termineโ€œweblogโ€ venne troncato in โ€œblogโ€ dando origine ad una serie di vocaboli da esso derivati: blogger, bloggare, blogosfera.

Dal 1999 apparvero una serie di portali dedicati ai blog: Eatonweb Portal, Blogger e poi WordPress e Splinder.

Lโ€™entusiasmo di inizio 2000 che riteneva i blog rivoluzionari dal punto di vista comunicativo negli anni si รจ andato placando.

Con il boom dei social network infatti si pensรฒ che il blog stesse per attraversare un periodo di crisi, si temeva che Facebook e Twitter sarebbero diventate lโ€™unica piazza in cui gli utenti avrebbero condiviso i loro pensieri e contenuti.

Ciรฒ non รจ avvenuto, anzi, il blog ha sempre mantenuto una sua identitร  e si รจ vestito di ruoli istituzionali: lโ€™editoria ha strizzato lโ€™occhio al nuovo strumento, inserendo sui siti giornalistici pagine dedicate ai blog personali delle firme piรน seguite, ma anche le aziende hanno sostituito sempre piรน i vecchi siti vetrina con siti dinamici, periodicamente aggiornati e basati su questo sistema.

รˆ innegabile che questi personalissimi siti online abbiano apportato un contributo fondamentale nel rinnovare le modalitร  comunicative sul web e nel difendere la libertร  dโ€™espressione.

รˆ proprio per ricordare questi due aspetti che, nel 2010, nasce a Cepu (Filippine) il World Bloggersโ€™ Day che festeggiamo oggi il 2 maggio!

Celebrare lโ€™inalienabile facoltร  di espressione รจ una prioritร  da non sottovalutare, se si considera che non pochi blogger sono morti per difendere fino alla fine la propria libertร  di parola, denunciando violenze e soprusi spesso taciuti dai media tradizionali.

Tra questi si trova Omid Reza Mir Sayafi, blogger e giornalista iraniano morto alla soglia dei trentโ€™anni mentre era incarcerato per quanto pubblicato.

Come lui, anche Zakariya Rashid Hassan al-Ashiri, del Bahrein, ucciso dopo solo sette giorni di arresto, o il brasiliano Edinaldo Filgueira, assassinato da uomini armati allโ€™uscita dal lavoro a causa delle critiche pubblicate nei confronti del governo locale.

Un blog non รจ quindi semplicemente uno spazio per esprimersi online, ma รจ la dimostrazione che si puรฒ avere uno spazio in cui esprimersi liberamente, a volte anche a costo della propria vita.

Celebriamo insieme allora il valore su cui si fonda questa forma di comunicazione e cioรจ lโ€™inalienabilitร  della libertร  di espressione ricordando alcune delle semplici regole che sempre dovrebbero regolare le comunicazioni sul web.

Citiamo le piรน importanti:

  • Sii responsabile delle tue parole e anche dei commenti che escono sul tuo blog
  • Se qualcuno si comporta male online, faglielo notare
  • Non dire nulla online che non diresti anche di persona

Auguri a tutti i bloggers quindi, sempre e comunque pensatori liberi!

GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO

a cura di Annalisa Sinopoli

Aprile รจ il mese libresco per eccellenza: il 23 aprile si festeggia la Giornata mondiale del libro e del diritto dโ€™autore con il patrocinio dellโ€™ UNESCO e si inaugura Il maggio dei libri, la campagna nazionale di valorizzazione della lettura come elemento di crescita personale e collettiva, promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero dei Beni e delle Attivitร  Culturali e del Turismo, giunta nel 2022 alla dodicesima edizione.

Due modi diversi con un fine comune per incoraggiare la lettura. Perchรฉ leggere unisce, allarga gli orizzonti, ci fa scoprire mondi inimmaginabili e ci predispone a superare confini geografici e mentali, verso la libertร  di pensiero e di opinione.

Tiziano Terzani amava dire:

ยซI migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole il silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo senza chiedere nulla.ยป

La Giornata mondiale del libro รจ stata istituita nel 1996, grazie allโ€™UNESCO, per promuovere la lettura, la pubblicazione dei libri e la tutela del copyright. Il libro e la lettura sono considerati un mezzo di approfondimento e di conoscenza, strumenti di informazione e di cultura.

Lโ€™idea di celebrare la Giornata del libro nasce in Catalogna, piรน di 400 anni fa. La tradizione catalana vuole che, proprio nello stesso giorno, in cui si celebra San Giorgio, ogni uomo doni una rosa alla sua donna. Cosรฌ ancora oggi i librai della Catalogna usano regalare una rosa per ogni libro venduto il 23 aprile. E a Barcellona la tradizionale passeggiata per le Ramblas che invade di banchetti pieni di libri e di rose era uno degli eventi piรน suggestivi dellโ€™anno.

La data del 23 aprile รจ stata scelta in quanto, in questo giorno, nel 1616, ricorre lโ€™anniversario della morte di tre scrittori considerati dei pilastri della cultura universale: lo spagnolo Miguel de Cervantes, lโ€™inglese William Shakespeare e il peruviano Garciloso de la Vega.

In realtร , Cervantes e Garcilaso de la Vega sono morti il 23 aprile secondo il calendario gregoriano, mentre Shakespeare รจ morto il 23 aprile secondo quello giuliano, allโ€™epoca ancora in vigore in Inghilterra, e quindi dieci giorni dopo.

La lettura consente di entrare in mondi, vite e tempi diversi e dร  la possibilitร  di avvicinarsi a esperienze e realtร  lontane da quella in cui si vive, accrescendo cosรฌ la consapevolezza di quanto il mondo che ci circonda sia poliedrico.

E allora diteci quali sono secondo voi i libri da leggere assolutamente almeno una volta nella vita? Difficile rispondere ma fortunatamente ce nโ€™รจ per tutti i gusti.

Infatti, citando Piero Citati:

ยซSe vogliamo conoscere il senso dell’esistenza, dobbiamo aprire un libro: lร  in fondo, nell’angolo piรน oscuro del capitolo, c’รจ una frase scritta apposta per noi.ยป

Buon book day a tutti!

FESTA DELLA DONNA

a cura di Annalisa Sinopoli

Lโ€™8 marzo molte donne sono solite festeggiare con cene, serate insieme e divertimento una giornata interamente dedicata a loro: mimosa, uscite con le amiche, ma anche riflessioni sulla condizione femminile e la paritร  di genere.

Ma siamo sicuri di essere a conoscenza delle vere origini di questa festivitร  attorno alla quale circolano storie non del tutto vere?

Conosciuta in Italia semplicemente con il nome di Festa della Donna, nel mondo รจ meglio nota come Giornata Internazionale della donna, per enfatizzare la sua origine e la storia di lotte per i diritti e lโ€™emancipazione femminile. La vera storia della Festa della Donna non รจ cosรฌ conosciuta nรฉ รจ sempre molto chiara, in quanto, nel raccontare i motivi per cui si festeggia il genere femminile lโ€™8 marzo, ci si รจ avvalsi di falsi storici che si sono imposti come veri per molti anni.

Insieme al 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Festa della donna รจ la giornata dedicata ai diritti di genere, il simbolo di un percorso storico tutto al femminile costellato di conquiste sociali, economiche e politiche.

La nascita della Giornata internazionale della donna affonda le sue radici nel lontano 1907, quando a Stoccarda si svolse il VII Congresso della II Internazionale socialista in cui, oltre ai temi legati al colonialismo e alla possibilitร  di una guerra europea, si discusse della questione femminile e del suffragio universale.

Vi parteciparono alcune importanti personalitร  marxiste del tempo tra cui la tedesca Clara Zetkin e i russi Lenin e Martov.

Un anno dopo, nel febbraio del 1908, la socialista Corinne Brown coordinรฒ la Conferenza del Partito Socialista a Chicago, aperta a tutte le donne, in cui i temi principali furono lo sfruttamento del lavoro femminile, le discriminazioni sessuali e il diritto di voto.

Quellโ€™assemblea passรฒ alla storia con il nome di Womanโ€™s Day e, seppur non riscosse un immediato successo, spinse il Partito Socialista americano a dedicare lโ€™ultima domenica di febbraio del 1909 allโ€™organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto per le donne.

Nel 1910 a New York furono tremila le donne che celebrarono il Womanโ€™s Day (un numero incredibile se pensiamo alla condizione femminile di quegli anni), come diretta conseguenza dellโ€™imponente sciopero di camiciaie iniziato verso la fine del 1909 e proseguito fino al febbraio dellโ€™anno successivo.

Quel che accadde nella Grande Mela contribuรฌ, in occasione della seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste svoltasi a Copenaghen nel 1910, ad alimentare la proposta di istituire una giornata internazionale dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.

Il Womanโ€™s Day continuรฒ a essere celebrato negli Stati Uniti e in varie nazioni europee ma in giorni e mesi diversi da paese a paese, fino allo scoppio della Prima Guerra Mondiale che interruppe i festeggiamenti in tutti i territori coinvolti.

Le manifestazioni legate al Womanโ€™s Day subirono quindi unโ€™interruzione forzata a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914. Fino a quel momento non era stata stabilita una data riconosciuta a livello internazionale per la giornata della donna e lโ€™evento veniva celebrato in giorni e mesi differenti da paese a paese.

Le cose cambiarono lโ€™8 marzo del 1917 data in cui le donne russe marciarono su San Pietroburgo alla guida di una grande manifestazione per chiedere la fine della guerra.

Fu il punto di partenza per una serie di successive dimostrazioni popolari che decreteranno lโ€™epilogo dellโ€™impero Romanov e aprirono la strada al riconoscimento dellโ€™8 marzo come data simbolo della Giornata Internazionale dellโ€™operaia proclamata dalla Seconda Conferenza internazionale delle donne comuniste svoltasi a Mosca nel giugno del 1921.

Un altro momento storico importante lega invece lโ€™8 marzo al fiore diventato simbolo della festa della donna: la mimosa fiore simbolo della festivitร  solo in Italia.

La Seconda Guerra Mondiale era terminata da poco e in occasione delle celebrazioni per lโ€™8 marzo 1946, tre donne, Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei, partigiane e attive nella vita politica di quegli anni, cercarono e trovarono nella mimosa quel fiore economico e di stagione che passerร  alla storia come lโ€™emblema dellโ€™8 marzo.

Fu scelto questo fiore perchรฉ รจ uno dei pochi fiori che sboccia in questo periodo: il colore giallo, cosรฌ brillante, cancella allโ€™istante il grigiore invernale, aprendo la strada agli altri fiori della primavera. Questa pianta รจ originaria dellโ€™isola della Tasmania, Australia, ed รจ stata importata in Europa nel XIX secolo. Dopo esser stato scelto come fiore per la festa della donna, la mimosa ha assunto il significato di forza e femminilitร : le donne per combattere la causa dovevano avere forza di carattere, ma senza perdere la propria identitร  femminile. Nel linguaggio dei fiori invece la mimosa esprime innocenza, libertร , autonomia, pudore, sensibilitร .

Spesso la storia รจ vittima di leggende che per quanto affascinanti creano confusione e mistificano la realtร . Anche la nascita della festa della donna รจ figlia di un falso mito che ancora oggi viene presentato come un fatto realmente accaduto da cui รจ nata lโ€™idea di istituire una giornata dedicata alle donne.

Si racconta che lโ€™8 marzo del 1908 le operaie dellโ€™industria tessile Cotton di New York rimasero vittime dellโ€™incendio divampato allโ€™interno dellโ€™azienda dove erano state segregate dai proprietari in risposta allo sciopero indetto dalle lavoratrici che chiedevano condizioni di lavoro migliori e salari piรน alti. Una storia vera solo in parte.

A New York lโ€™incendio scoppiรฒ davvero ma non nel 1908 bensรฌ nel marzo del 1911 e la fabbrica era la Triangle, vittima di una delle piรน gravi disgrazie industriali del XX secolo che causรฒ la morte di 146 persone in maggioranza donne. Comโ€™รจ possibile che la memoria storica sia stata manipolata fino a questo punto?

La risposta si puรฒ trovare nella forte connotazione politica che la festa della donna ha assunto sin dalla sua nascita, cui si somma la solitudine del comunismo russo contrapposto al capitalismo americano, una diatriba alimentata dalle vicende della Seconda Guerra Mondiale e resa ancora piรน aspra negli anni della Guerra Fredda.

Ad oggi ancora molte conquiste devono essere fatte dal punto di vista sociale e culturale nei riguardi delle donne ma conoscere le radici di una festivitร  legata alle lotte che molte prima di noi hanno portato a termine, perchรจ noi potessimo godere delle libertร  che abbiamo oggi, รจ senzโ€™altro una buona base su cui costruire le conquiste future.

Alcuni consigli di lettura che condivido con voi, da leggere sempre, al di lร  di questa ricorrenza:

Auguri a tutte le donne quindi, di tutte le generazioni e di tutti i tempi.

CARNEVALE

a cura di Lucia Pietropaolo

Buongiorno a tutti! Oggi voglio parlarvi delle origini del Carnevale, visto che stiamo per arrivare proprio a questo periodo dell’anno.
Da bambina adoravo mascherarmi, mia madre mi comprava delle maschere bellissime e mi parlava anche delle maschere tipiche delle varie regioni italiane. Innanzitutto bisogna dire che il Carnevale di oggi trae origine da antiche festivitร  pagane, feste che permettevano, seppur solo in quei giorni, di eliminare qualsiasi differenza tra le classi sociali. Il carnevale puรฒ essere ricollegato ai Saturnali della Roma antica ( i travestimenti in onore del Dio Saturno per festeggiare l’inizio della primavera) e alle feste dionisiache del periodo classico greco ( i festeggiamenti in onore di Dioniso, dio del vino).

Pensate alla libertร  di poter sovvertire la realtร , alla fantasia che permette di potersi scambiare i ruoli.
Successivamente la Chiesa ha cercato di dare un’impronta cristiana a questa festa di matrice โ€œlibertinaโ€, difatti il culmine del Carnevale coincide con l’inizio della quaresima e del digiuni prima di Pasqua. Carnevale, da โ€œcarnem levareโ€, cioรจ togliere la carne, cosa che realmente avviene nel periodo di quaresima.

A tal proposito consiglio di dare uno sguardo allโ€™opera di Pieter Bruegel โ€œCombattimento tra Carnevale e Quaresimaโ€: la sinistra dell’opera rappresenta la piena opulenza, la destra persone smunte e ristrettezze. 

Un dipinto che rientra nel gruppo delle opere moraleggianti. Piรน precisamente va inserito tra le โ€œrappresentazioni enciclopedicheโ€, un genere che fu proprio Bruegel a inventare e a rendere di successo. In questo particolare filone pittorico il grande maestro fiammingo, come una sorta di โ€œfilosoโ€, osserva โ€œdallโ€™altoโ€ le vicissitudini dellโ€™umanitร , le sue bassezze e le sue virtรน, cercando di riproporle con assoluto realismo. Lโ€™atteggiamento di Bruegel non รจ, perรฒ di biasimo, anzi egli osserva il mondo di cui fa parte, con piena e sincera partecipazione, con un umorismo bonario e comprensivo. 

Pieter Bruegel il Vecchio, Combattimento tra Carnevale e Quaresima, 1559, olio su tavola, 118 x 164,5 cm. Vienna, Kunsthistorisches Museum.

Oggi abbiamo sicuramente perso l’origine di Carnevale, probabilmente nessuno ne รจ davvero consapevole, lโ€™importante รจ che sia rimasto il concetto di poter allentare le tensioni e festeggiare in maniera spensierata, seppure per un periodo limitato di tempo. 

Fonti: pagine sul web e pagina Facebook/Instagram Calendario pagano.

SAN VALENTINO: tra mito, leggenda, storia e tradizione.

a cura di Annalisa Sinopoli

Sebbene molti innamorati siano soliti festeggiare ogni 14 febbraio forse non tutti loro sanno quali sono le origini di questa festivitร  e il perchรจ venga celebrata proprio in questa data.

Ecco allora alcune curiositร  tra mito e storia che raccontano lโ€™origine della festa per gli innamorati di tutto il mondo.

La festivitร  religiosa prende il nome dal santo Valentino di Terni e venne istituita nel 46 da papa Gelasio Primo, andando a sostituirsi alla precedente festa pagana dei Lupercalia (feste di radice arcaica in onore del dio Luperco).

Nei giorni intorno alla metร  di febbraio infatti, nell’antica Roma era usanza celebrare feste legate al ciclo di morte e rinascita della natura, alla sovversione delle regole e alla distruzione dell’ordine per permettere al mondo e alla societร  di purificarsi e rinascere.

Queste feste erano accompagnate da vari rituali, mascherate, cortei, e giornate in cui i servi prendevano il posto dei padroni e viceversa, con l’intento di innescare un processo appunto di rinascita rimettendo in atto il caos primigenio.

Parte di queste manifestazioni ritualistiche รจ sopravvissuta fino a oggi, mediata dalla morale cristiana, nelle tradizioni del Carnevale.

In particolar modo, alcune pratiche arcaiche della fertilitร  prevedevano che le donne di Roma si sottoponessero, in mezzo alle strade, ai colpi vibrati da gruppi di giovani uomini nudi, armati di fascine di rami strette da spaghi. Attraverso le frustate di questi uomini che simboleggiavano il dio agreste Fauno-Luperco, le donne ricevevano una benedizione che ne propiziava la fertilitร .

Non solo, i sacerdoti dovevano entrare nella grotta dove si riteneva che la Lupa avesse allattato Romolo e Remo, per effettuare sacrifici propiziatori. Nel frattempo in cittร  si versava il sangue di vari animali, e il Dio Lupercus inseriva in un’urna i nomi di uomini e donne i quali venivano successivamente estratti a sorte da un Cupido con le sembianze di un bambino.

Queste coppie avrebbero dovuto vivere insieme per un intero anno, per portare a termine il rito di fertilitร . Questi riti furono definiti deplorevoli giร  nel tardo Impero Romano, e furono definitivamente banditi dai papi cristiani.

Secondo alcune leggende fu quindi la Chiesa a scegliere questo Santo per rimpiazzare il Dio Lupercus, venerato nellโ€™antica Roma proprio in questo periodo dellโ€™anno. 
La data del 14 Febbraio รจ riconducibile al giorno in cui Valentino venne martirizzato, ma secondo alcuni miti scegliere questo giorno per celebrare le coppie, รจ dipeso proprio anche dai Lupercalia di cui sopra. 
La leggenda narra che in questo contesto San Valentino era uno dei pochi vescovi della sua epoca a ufficializzare le unioni fra fidanzati cristiani.

In particolare il mito narra di un giovane centurione romano di nome Sabino che, passeggiando per una piazza di Terni, vide una bella ragazza di nome Serapia e se ne innamorรฒ follemente. 
Sabino chiese ai genitori di Serapia di poterla sposare ma ricevette un secco rifiuto: Sabino era pagano mentre la famiglia di Serapia era di religione cristiana.

Per superare questo ostacolo, la bella Serapia suggerรฌ al suo amato di andare dal loro Vescovo Valentino per avvicinarsi alla religione della sua famiglia e ricevere il battesimo, cosa che lui fece in nome del suo amore. 
Purtroppo, proprio mentre si preparavano i festeggiamenti per il battesimo di Sabino ( e per le prossime nozze), Serapia si ammalรฒ di tisi. Valentino fu chiamato al capezzale della ragazza oramai moribonda. Sabino supplicรฒ Valentino affinchรฉ non fosse separato dalla sua amata: la vita senza di lei sarebbe stata solo una lunga sofferenza. Valentino battezzรฒ il giovane, ed unรฌ i due in matrimonio e mentre levรฒ le mani in alto per la benedizione, un sonno beatificante avvolse quei due cuori per l’eternitร .

Sempre secondo la leggenda Valentino venne arrestato e giustiziato perchรจ colpevole di aver unito in matrimonio una donna cristiana con un uomo pagano.

E qui il mito si mescola alla storia in quanto Valentino effettivamente era inviso ai potenti del suo tempo. La sua esistenza venne sempre spesa allโ€™insegna della caritร  e dellโ€™umiltร  e fu costellata da numerosi interventi miracolosi.

Il largo seguito che ebbe durante lโ€™impero prima di Claudio e poi di Aureliano perรฒ non giocรฒ a suo favore tanto che cominciarono a perseguitarlo.

A ciรฒ si aggiunge il fatto che Valentino organizzava in segreto numerosi matrimoni, esplicitamente vietati dallโ€™imperatore Claudio.

La goccia che fece traboccare il vaso fu proprio la celebrazione tra la cristiana Serapia e il legionaro romano pagano Sabino di cui narra la leggenda.

Nato e cresciuto a Terni, cittร  nella quale divenne Vescovo, Valentino morรฌ circa a 97 anni di etร , proprio il 14 Febbraio durante lโ€™impero di Aureliano, pare decapitato sulla Via Flaminia, fuori dalle porte di Roma su ordine del prefetto Placido Furio.

Da quel momento il suo teschio viene esposto ogni anno come reliquia nella Basilica di Santa Maria in Cosmedin a Roma, ornato di rose rosse.

A Terni, dove Valentino รจ patrono, ancora oggi viene celebrata la Festa della Promessa: giovani in procinto di sposarsi e coppie sposate da anni si scambiano un voto dโ€™amore.

Tra il XIX e il XX secolo la festa degli innamorati divenne molto popolare ma la connotazione religiosa sbiadรฌ del tutto.

Fu per questo probabilmente che nel 1969 la Chiesa cattolica decise di cancellarla dalle festivitร  ecclesiastiche e da quel momento il nome di San Valentino sparรฌ dal calendario.

Ma nellโ€™immaginario collettivo e nella storia della Chiesa il Santo non venne dimenticato e rimase indissolubilmente legato agli innamorati.

Certo la festa di San Valentino come la conosciamo oggi non รจ certo quella stabilita da Gelasio I.

Dobbiamo allora spostarci nel XV secolo, quando Carlo duca dโ€™Orleans, mentre era prigioniero nella Torre di Londra, scriveva bigliettini dโ€™amore alla moglie, chiamandola โ€œdolce Valentinaโ€, rifacendosi a un verso dellโ€™Amleto di Shakespeare.

Ofelia, infatti recita: โ€œDomani รจ san Valentino e, appena sul far del giorno, io che son fanciulla busserรฒ alla tua finestra, voglio essere la tua Valentinaโ€.

Da qui, lโ€™idea nata in tempi moderni, di scambiarsi messaggi dโ€™amore in occasione di San Valentino.

Soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, e per imitazione anche altrove, il tratto piรน caratteristico della festa di san Valentino รจ infatti lo scambio di “valentine“, bigliettini d’amore spesso sagomati nella forma di cuori stilizzati o secondo altri temi tipici della rappresentazione popolare dell’amore romantico (la colomba, l’immagine di Cupidocon arco e frecce, e cosรฌ via).

Questa tradizione ha alimentato la produzione industriale e la commercializzazione su vasta scala di biglietti d’auguri dedicati a questa ricorrenza.

Tanto che รจ stato stimato che ogni anno vengono spediti il 14 febbraio circa un miliardo di biglietti d’auguri, numero che colloca questa ricorrenza al secondo posto, come numero di biglietti acquistati e spediti, rispetto al Natale.

Che dire la parola scritta evidentemente ha ancora il suo perchรฉ nell’espressione del sentimento amoroso. Lo sappiamo bene noi inguaribili lettrici di romance.

Buon San Valentino! โ™ฅ๏ธ

L’ASTROLOGIA COME DISCIPLINA.

Intervista all’astrologo Giacomo Ciabatti, a cura di Lucia Pietropaolo

Buongiorno a tutti e innanzituttoโ€ฆbuon 2022!

Da grande appassionata di stelle ho pensato di proporvi un articolo sull’origine dell’astrologia, anche in virtรน di un ingresso in questo nuovo anno in cui tutti riponiamo grandi aspettative. L’astrologia รจ una disciplina antichissima, fusa con l’astronomia che studia tutti i tipi di corpi celesti. รˆ un po’ come se l’astrologia fosse stata per tanti anni una sorta di sorellastra, di Genoveffa, una parente che ci racconta cose particolari e non viene mai creduta. Ma come vi dicevo questa disciplina ha origine antichissime, parliamo di tempi remoti, addirittura dei babilonesi, degli antichi popoli sumeri che studiavano come gli astri potessero influenzare la vita umana (la disciplina รจ stata poi perfezionata da Greci ed Egizi). Non voglio parlarvi di banali oroscopi da giornale, l’astrologia รจ molto piรน di un segno zodiacale, per me scoprirla รจ stato davvero imparare a decifrare e a capire aspetti della mia vita e della personalitร .
Voglio svelarvi un piccolo segreto: anni fa sono riuscita a scoprire il mio orario di nascita, scritto dietro ad una foto di me bambina. Ho scoperto di avere l’ascendente in vergine, ma oltre a quello e al fatto di essere toro non avevo le idee molto chiare. Mi sono sempre chiesta come potesse un oroscopo essere uguale per migliaia di persone ( per noi Toro generalmente l’oroscopo รจ: attenti alla dieta, siamo considerati i golosacci per eccellenza dello zodiaco), e per quale motivo la rubrica di vari giornali fosse sempre esattamente la stessa per tutti i segni zodiacali.
Due anni fa ho conosciuto casualmente un grande astrologo di indubbie capacitร , e mi sono fatta redigere un tema natale grazie al quale ho potuto capire moltissime cose: รจ stato un po’ come essere nudi davanti ad uno specchio, messi di fronte al proprio vero io. E oggi ho approfittato per porre alcune domande proprio a lui, l’astrologo Giacomo Ciabatti, che รจ stato molto disponibile e felice di essere intervistato per Reading Marvels.

“Giacomo, dicci qualcosa sulle teorie a sostegno del meccanismo astrologico, parlaci delle origini dell’astrologia”.
L’astrologia ha origini antichissime, oggi in alcuni contesti รจ ridicolizzata e trattata banalmente anche in tv. All’origine dei tempi essa aveva un che di destinico, l’osservazione delle luci e degli astri veniva tradotta come un messaggio del volere divino, il destino dell’ uomo era giร  scritto e non c’era spazio per il libero arbitrio. Successivamente, dal dopo Galileo, si รจ sviluppata una teoria delle energie, di come gli astri e gli umani potessero interagire fra di loro. Pensiamo anche all’influenza che la luna ha sulle maree, o addirittura sul ciclo mestruale e sulla crescita dei capelli. La terza e ultima teoria รจ quella degli astri intesi come simboli, archetipi, mezzi attraverso i quali l’uomo puรฒ decifrare il mondo nel quale vive: interpretare i simboli del tema natale puรฒ essere un modo per lavorare sulle proprie zone d’ombra e anche un modo di capire come sfruttare i propri talenti. Qui l’uomo non รจ vittima del destino, ma ha la possibilitร  di modellare la propria vita.
Come e quando รจ nata questa passione che ti ha portato a diventare astrologo?”
Avevo 11 anni, stavo giocando a pallone con mio cugino e poi siamo rientrati in casa della nonna a bere qualcosa. Lรฌ c’era mia zia che stava leggendo il tema natale ad una persona: sentire parlare di Saturno ed Urano รจ stata come una folgorazione, ho riconosciuto qualcosa che sapevo giร  di amare. Ho iniziato a leggere, studiare, per poi fare il tema natale di parenti, familiari e anche della mia professoressa di francese, che non riusciva a credere come un ragazzino potesse avere ideato qualcosa del genere. Successivamente mi sono laureato, ho iniziato a lavorare con successo nel campo delle assicurazioni, ma ero consapevole che non fosse quello il mio destino.
Come ci si sente a sapere prima di altri qualcosa che sta per arrivare? “
รˆ una sensazione particolare, essere consapevoli che l’umanitร  sta prendendo una direzione sbagliata e nessuno se ne rende conto. รˆ un po’ sentirsi una Cassandra, non creduta, con un senso di solitudine e frustrazione perchรฉ il messaggio che vuoi far partire non arriva a destinazione. Ma al tempo stesso senti anche soddisfazione di poter essere d’aiuto a molte persone, senti anche un senso di responsabilitร , che poi รจ lo stesso che dovrebbero avere sedicenti astrologi ospiti su vari canali televisivi: nessuno dice mai che le previsioni basate sul solo segno zodiacale possono dare solo indicazioni generiche, e che bisogna stilare un previsionale individuale per avere un quadro completo dell’individuo.

Ringraziando Giacomo per il tempo che mi ha dedicato, vi lascio questo link della sua pagina Facebook dove sono consultabili video e previsionali fatti due anni fa, dicembre 2019: previsioni su chiusure e pericoli per la salute pubblica, in tempi ancora non sospetti.
Il 2022 ci darร  ancora qualche parziale motivo di preoccupazione, ma dallo studio fatto sui movimenti planetari da Giacomo la sintesi รจ questa:

โ€œIn tarda primavera e la prima parte dellโ€™estate ci sarร  il nostro rialzo. Da fine marzo 2023 ne siamo completamente fuoriโ€ nel senso che avremo consapevolezza collettiva anche dellโ€™origine del virus. Tali miglioramenti previsti sono legati infatti a una causa naturale o accidentale della comparsa del virus durante il duro ciclo planetario chiusosi nel 2020. In caso di azione dolosa il processo di rinascita sarร  molto piรน doloroso e partirร  da rivolte e proteste a fine inverno 2023. Lo capiremo se lโ€™autunno 2022 dovesse presentare ancora forti allarmi e non soltanto deboli ricadute”.

Un grazie ancora a Giacomo Ciabatti.

Per chi volesse saperne di piรน, qualche consiglio di lettura:

“Trattato pratico di astrologia” di Andrรจ Barbault

6 Gennaio: la leggenda della Befana.

a cura di Annalisa Sinopoli

Vi siete mai chiesti quali siano le origini della leggenda della Befana?

Mettetevi comodi perchรฉ bisogna andare molto indietro nel tempo, traendo essa origine dal culto del Mitraismo e da antichi riti pagani di origine celtica legati allโ€™inverno boreale, assimilati poi dai Romani fino ad arrivare alla figura della vecchietta sulla scopa che festeggiamo oggi.

Il nome Befana descrive una figura folcloristica legata alle festivitร  natalizie che secondo la tradizione รจ una donna molto anziana che vola su una logora scopa, per fare visita ai bambini nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, la notte dellโ€™Epifania, e riempire le calze lasciate appese sul camino o vicino a una finestra. La leggenda vuole che i bambini che durante lโ€™anno si sono comportati bene riceveranno dolci, caramelle, frutta secca o piccoli giocattoli. Ma chi avrร  fatto il monello troverร  le calze riempite con del carbone o aglio.

Il termine deriva dalla corruzione lessicale di Epifania, dal greco แผฯ€ฮนฯ†ฮฌฮฝฮตฮนฮฑ, epifรกneia, che si รจ evoluta attraverso bifanรฌa e befanรฌa.

Lโ€™Epifania รจ la festa con cui ogni 6 gennaio la Chiesa cattolica celebra la prima volta in cui, secondo i Vangeli, Gesรน Cristo si mostrรฒ in pubblico (il termine viene dal verbo greco แผฯ€ฮนฯ†ฮฑฮฏฮฝฯ‰, mostrarsi, rivelazione). La data fu stabilita al 6 gennaio contando 12 giorni dalla nascita alla prima volta in cui Gesรน venne mostrato in pubblico secondo i Vangeli: cioรจ quando fu visitato dai Magi che vennero ad adorarlo a Betlemme.

Attenzione perchรฉ il 12 รจ un numero dalla forte connotazione simbolica per la tradizione pagana presente giร  in etร  romana, un particolare affascinante che non conoscevo e di cui vi racconto lโ€™origine.

Lโ€™origine della Befana รจ probabilmente connessa a un insieme di riti propiziatori pagani, risalenti al X-VI secolo a.C. ed รจ legata ai cicli stagionali in agricoltura, relativi al raccolto dellโ€™anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo.

Gli antichi Romani fecero loro questi riti adattandoli al calendario romano, celebrando il passaggio tra la fine dellโ€™anno solare (il solstizio dโ€™inverno) e la ricorrenza del Sol Invictus, un appellativo religioso usato per diverse divinitร  nel tardo Impero romano richiamanti la nascita del sole (la vittoria della luce sulle tenebre).

Ed ecco ritornare la simbologia del numero 12: la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura: i Romani credevano che in queste dodici notti, che rappresentano i dodici mesi del calendario romano, delle figure femminili volassero sui campi coltivati, per propiziare la fertilitร  dei futuri raccolti, da cui il mito della figura โ€œvolanteโ€. 

Tale figura femminile, secondo alcuni, fu dapprima identificata in Diana, per altri invece sarebbe collegata ad una antica festa romana, che si svolgeva sempre in inverno, in onore di Giano e Strenia (da cui deriva anche il termine โ€œstrennaโ€) e durante la quale ci si scambiavano regali.

Per altri ancora la Befana si rifarebbe ad alcune figure importate della stessa mitologia germanica, Holda e Berchta, sempre come una personificazione al femminile della natura invernale.

La Festa di Perchta รจ una festa che veniva celebrata nella zona delle Alpi e in Germania in onore della Dea Germanica Perchta, Percht, Berctha, in inglese Bertha, il suo nome significa โ€œla splendenteโ€, ed รจ una delle feste europee della Befana

A partire dal IV secolo d.C. la Chiesa di Roma cominciรฒ a condannare tutti riti e le credenze pagane, definendole un frutto di influenze sataniche.

Queste sovrapposizioni diedero origine a molte personificazioni, che sfociarono, a partire dal Basso Medioevo, nellโ€™attuale figura, il cui aspetto, benchรฉ benevolo, fu chiaramente associato a quella di una strega: non a caso, fu rappresentata su una scopa volante, antico simbolo della purificazione delle case e delle anime, in previsione della rinascita della stagione, fu successivamente ritenuto strumento di stregoneria, anche se, nellโ€™immaginario, la Befana cavalca la scopa al contrario, cioรจ tenendo le ramaglie davanti a sรฉ.

Non fate lโ€™errore quindi di credere che la Befana sia una strega: non solo cavalca la scopa al contrario ma ha un carattere benevolo nei confronti dei bambini che si rifร  alle figure di Santa Lucia e San Nicola, anche loro distribuitori di doni.

Per ripararsi adeguatamente la Befana indossa gonnoni lunghi, lisi e rattoppati in maniera allegra; spesso indossa il grembiule. Usa inoltre calzettoni pesanti antifreddo e scarpe comode, ma non stivali alla guascone molto piรน adatti alle streghe delle fiabe.

Sulle spalle a volte ingobbite ha sempre uno scialle di lana pesante e colorata e non un mantello svolazzante.

Una Befana vera non ha il cappello a punta, come spesso appare erroneamente nel web o in televisione, ma usa esclusivamente un fazzolettone di stoffa pesante (la pezzรณla) o uno sciarpone di lana annodato in modo vistoso sotto il mento.

Originariamente la Befana era metaforicamente il simbolo dellโ€™anno appena passato, un anno ormai vecchio. I doni che la vecchietta portava, erano dei simboli di buon auspicio per lโ€™anno che sarebbe iniziato.

La tradizione la vuole quindi โ€œvecchiaโ€ ad indicare la fine di un ciclo: con il solstizio dโ€™inverno si passa dal vecchio al nuovo, dal freddo e dalle notti interminabili allโ€™allungarsi del periodo di luce, a livello di calendario legale, con la fine dellโ€™anno si entra nel nuovo anno gregoriano, a livello liturgico si conclude il Tempo Liturgico forte, natalizio, e comincia quello Ordinario.

Proprio per questo il giorno dellโ€™Epifania, quando si festeggia anche la Befana, viene recitato โ€œEpifania, tutte le feste porta viaโ€.

E per questo motivo il suo aspetto รจ brutto, poichรฉ rappresenta gli eventi cattivi dellโ€™anno precedente, che porta via con sรฉ sulla scopa.

Questa povera vecchietta diventa cosรฌ un simbolo da sacrificare con lโ€™avvento del nuovo anno; per questo motivo, in alcune localitร , vi รจ ancora lโ€™usanza di bruciare dei fantocci vestiti con degli stracci come conclusione delle festivitร  natalizie e come simbolo del โ€œvecchioโ€ che si puรฒ bruciare.

Secondo la tradizione se i bambini non si sono comportati bene troveranno nella calza il carbone, antico simbolo rituale dei falรฒ. Condannata quindi dalla Chiesa, lโ€™antica figura pagana femminile fu accettata gradualmente nel Cattolicesimo, come una sorta di dualismo tra il bene e il male.

Ed ecco che nasce lโ€™antica leggenda cristiana risalente al XII secolo circa: la leggenda narra che in una freddissima notte dโ€™inverno Baldassare, Gasparre e Melchiorre, nel lungo viaggio per arrivare a Betlemme da Gesรน Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchietta che indicรฒ loro il cammino.

I Re Magi, allora, invitarono la donna ad unirsi a loro, ma, nonostante le insistenze la vecchina rifiutรฒ. Una volta che i Re Magi se ne furono andati, essa si pentรฌ di non averli seguiti e allora preparรฒ un sacco pieno di dolci e si mise a cercarli, ma senza successo. La vecchietta, quindi, iniziรฒ a bussare ad ogni porta, regalando ad ogni bambino che incontrava dei dolcetti, nella speranza che uno di loro fosse proprio Gesรน Bambino.

Da allora gira il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.

Ultima curiositร : in Italia la casa della Befana si trova ufficialmente a Urbania, pittoresco borgo della provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche, aperta tutto l’anno.

In questo paese dellโ€™entroterra marchigiano, la โ€œnonninaโ€ che vola su una scopa viene celebrata ogni anno: la cittadina si trasforma in un vero e proprio paese dei balocchi per vivere la Festa della Befana.

Per le vie del centro vengono appese oltre 4 mila calze: i porticati vengono addobbati a festa e le luminarie risplendono in tutto il centro storico.

Durante il giorno dellโ€™Epifania, ma anche in tutti gli altri giorni, la Befana accoglie i bambini che arrivano da ogni parte dโ€™Italia, mostrando loro come si prepara il carbone, come si tesse al telaio, o raccontando storie di fantasia e legate al territorio in cui abita, ricco di tradizioni e cultura.

Vengono organizzati anche giochi tradizionali, concorsi a tema e animazioni di strada.

Qui di seguito il link allโ€™evento:

http://www.festadellabefana.com/

In letteratura citiamo tra gli altri il racconto per bambini scritto da Gianni Rodari e pubblicato da Editori Riuniti nel 1964. Da questa storia รจ stato tratto un cartone animato a cura di Enzo D’Alรฒ

Giovanni Pascoli scrisse una poesia intitolata La befana.

Preparatevi perchรฉ tutti lo sanno: la Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte, con le toppe alla sottana, viva viva la Befana!

Buona Epifania a tutti!

La leggenda del Krampus

a cura di Lucia Pietropaolo

Ormai siamo vicinissimi al Natale, qui in Trentino da dove vi scrivo c’รจ un’atmosfera meravigliosa: la magia della neve, luci che illuminano anche i vicoli piรน stretti, qui il Natale รจ davvero sentito. Ma non c’รจ solo la luce di una festa che tutti attendiamo con ansia, c’รจ anche il buio di una tradizione secolare, di una leggenda che si esprime ancora oggi con delle sfilate e rappresentazioni in maschera: la leggenda del mostruoso e diabolico Krampus. Il termine Krampus deriva dal bavarese “krampn”, ossia putrefatto, morto, ed รจ riferito proprio a questa figura mostruosa, questo demone che si diverte a terrorizzare i bambini cattivi.

Pare che molti secoli fa, in tempi di carestia, dei ragazzi si fossero travestiti da demoni, indossando pelli di caprone e maschere terrificanti, per depredare i villaggi vicini. Ma tra questi ragazzi era presente anche il diavolo in persona, scoperto a causa dei suoi zoccoli e messo in fuga dal vescovo Nicola. Dopo la sconfitta il demone fu costretto a servire Nicola, che diventรฒ un eroe per tutta la popolazione. รˆ facile capire come Nicola fosse Nikolaus, poi diventato Santa Klaus.

Il Krampus accompagna Nicola durante la distribuzione dei regali, che spettano ai bimbi buoni. Ma se ci sono bambini cattivi il Krampus li porta via per sempre dalle loro famiglie.

Mi รจ capitato diverse volte di incrociare i Krampus la prima settimana di dicembre, le loro maschere sono “diabolicamente” belle, i costumi magnifici anche se ovviamente poco profumati derivando da pelli animali…Una piccola curiositร : i Krampus non devono mai togliere la maschera in pubblico. Qui in Val di Fassa ho assistito anche a sfilate di Krampus, musica heavy metal e vin brule a rendere ancora piรน magnetica l’atmosfera. Le sfilate sono ancora piรน suggestive in Alto Adige e i Krampus sono anche piรน cattivi, ricordo una polemica di diversi anni riguardo krampus che picchiavano la folla…in realtร  ci sono figuranti che per mestiere fanno questo, amano farsi inseguire e picchiare!
Ho sempre amato questa leggenda, questa figura mostruosa che poi tanto mostruosa non รจ: il Krampus รจ il male che si manifesta esponendosi e che alla fine viene dominato, un richiamo all’eterna lotta tra bene e male.

Di seguito qualche suggerimento di lettura (da brividi, attenzione!) e un film (sempre in stile horror) per chi volesse sapere di piรน su questa leggenda.

LIBRO: “Krampus” di Davide Stockovaz QUI

FILM: “Krampus, Natale non รจ sempre Natale” del 2015 QUI

Buon Natale a tutti!

PERCORSI DA FAVOLA PER SCOPRIRE LA TRADIZIONE DEL KRAMPUS

a cura di Annalisa Sinopoli

รˆ proprio vero che a volte il Natale regala magia. Quest’anno mi ha offerto la possibilitร  di provare un’esperienza del tutto nuova e molto suggestiva: camminare nella neve su un sentiero in mezzo al bosco di sera. L’Advent Pur รจ un’iniziativa promossa dal comune di Valbruna, in provincia di Udine, che offre a tutti la possibilitร  di assaporare la montagna in questo modo cosรฌ particolare.

E cosรฌ armata di lanterna, un considerevole strato di vestiti caldi e molta curiositร  ho intrapreso questa passeggiata dell’Avvento. Inutile dire che la montagna innevata ha giร  un suo fascino particolare, aggiungiamoci l’imbrunire che cambia volto al paesaggio, una luna piena e luminosa in un cielo disseminato di stelle come solo in montagna puรฒ essere e il fascino si moltiplica.

Il sentiero di circa 2,5 km senza dislivello, fruibile da famiglie e bambini รจ arricchito da una serie di sculture in legno raffiguranti le leggende di questo piccolo paese, culla perรฒ di antiche tradizioni e incontro di culture.

Come non citare la leggenda delle streghe con fattezze di rana, scacciata dai bambini a suon di coperchi e mestoli, o l’usanza di sbattere sulle gambe rami di abete per scacciare le sventure e dare il benvenuto al nuovo anno o ancora quella piรน famosa dei Krampus che accompagnano San Nicolรฒ nella distribuzione di doni nella notte del 5 dicembre.

Durante il percorso rischiarato dalle lanterne e percorribile a piedi cosรฌ come a bordo di una slitta trainata da cavalli, รจ possibile cosรฌ conoscere le tradizioni del solstizio dโ€™inverno, ammirare animali da fattoria e presepi in legno. A guarnire questo giร  ghiotto scenario c’รจ anche la musica, un sottofondo immancabile a Natale con strumenti di altri tempi come il corno alpino (Alpenhorm) o l’organo da tavolo. In alcuni vecchi stavoli รจ possibile ripararsi dalle rigide temperature bevendo the caldo e scaldandosi attorno al fuoco, e per i piรน piccoli c’รจ persino un piccolo โ€œufficio postaleโ€ dal quale รจ possibile spedire la propria letterina a Babbo Natale.

La cosa che mi ha colpito รจ stato il coinvolgimento e l’impegno di tutta la comunitร  dietro a questo bellissimo progetto. Un desiderio di trasmettere le vecchie tradizioni del posto alle nuove generazioni coinvolgendole concretamente e attivamente in un’iniziativa che fa tornare allo stupore dell’infanzia.

Quello che riemerge davanti ad uno spettacolo cosรฌ affascinante come puรฒ esserlo sentire gli scarponi scricchiolare sul terreno, osservare il luccichio dei cristalli di neve come fosse un mare di cristallo bianco rischiarati solo da una fioca lanterna e dalla luna, attorniati dal silenzio del bosco e avvolti dall’atmosfera natalizia. Un’esperienza che consiglio a tutti per ritrovare la magia perduta del Natale di quando eravamo bambini e la meraviglia che sempre suscita la bellezza della natura.

Per leggere con i bambini questa leggenda vi suggerisco un libro che leggo ogni anno ai miei alunni:

Nella cultura popolare c’รจ una veritร  che permane immutata nel tempo, radicandosi nelle piรน profonde pieghe dell’animo umano. Si dice che questa ultima generazione di bambini sia nata per immersione nella cultura mediatica; ma l’infanzia quella vera quella fatta da bambini che vanno a scuola, che giocano, che crescono, che sognano รจ ancora un mondo a parte. A noi adulti l’onere di tramandare la nostra storia e le nostre tradizioni; ai bambini il compito di gestirla e mantenerla nel tempo.
Il Tarvisiano, luogo ricco di fascino e di segreti richiami, di figure mitiche che giungono nella notte dei tempi come esseri magici. Quando inizia l’inverno e l’aria si fa frizzante, la neve ricopre ombre e silenzi e i suoi cristalli brillano al chiaro di luna, un solo rumore riecheggia nel bosco: sรฌ sono proprio loro, i Krampus che ogni anno riappaiono dalla foresta e come per magia le nostre paure ritornano.
Questo libro รจ un regalo per tutti i bambini grandi e piccoli che ancora oggi sentendo il tenebroso suono dei campanacci rivivono arcaiche emozioni che conserveranno per sempre nel ricordo del loro “mondo bambino”.

Auguri di Buon Natale a tutti, grandi e piccini!

Le origini della festa di Halloween

a cura di Lucia Pietropaolo


Halloween, una delle mie feste preferite in assoluto.
Le zucche intagliate, la leggenda di Jack O’ Lantern, il velo che divide i due mondi.
Ma Halloween รจ solamente una festa commerciale importata dall’America, qualcosa di diabolico oppure ha forse origini molto piรน antiche?
Da appassionata di esoterismo ho cercato di reperire quante piรน informazioni possibili, per cui vi chiedo quindi di aprire la vostra mente ad antiche nozioni e tradizioni di mondi ormai perduti.

Il termine Halloween dovrebbe derivare da ” All hallows eve”, termine anglosassone per definire la vigilia di Ognissanti.

Scavando ancora piรน a ritroso scopriamo che il vero nome di questa festivitร  รจ Samhain, che significa “fine dell’estate”: il 31 Ottobre era per i Celti la data di fine del lavoro nei campi.
Possiamo quindi dire che il Capodanno per loro non era il 1 Gennaio ma il 1 Novembre, poichรจ si passava dalla fine della stagione calda a quella invernale: la notte tra il 31 Ottobre e il 1 Novembre rappresentava per questa popolazione un momento importante di transizione, un evento da festeggiare.
“Samonios” era un periodo sospeso a cavallo tra l’estate ed il freddo dell’inverno, una sorta di limbo, un giorno particolare in cui il “Velo” che divide il mondo terreno da quello degli spiriti si fa molto piรน sottile ed รจ piรน semplice ricevere messaggi dai nostri cari defunti.

L’avvento del cristianesimo nei secoli successivi non ha del tutto cancellato queste tradizioni pagane, anzi si รจ sovrapposto a queste conferendogli un significato diverso dall’originale. Possiamo dire che รจ erronea e fuorviante la tesi che Halloween sia una festa satanica di origine americana, anche se รจ sicuramente vero che oggi  Halloween/Samhain รจ una festa molto commerciale e forse priva del suo vero e primordiale significato, ovvero quello di celebrare la fine ed attendere un nuovo inizio.
Un’altra piccola curiositร : la zucca che amiamo tanto intagliare ed esporre fuori dai balconi per Halloween all’inizio era…..una rapa!

Sapete chi era Jack-o-Lantern? un ubriacone al quale il diavolo tentรฒ di strappare l’anima proprio il giorno di Halloween. Tramite alcuni stratagemmi, Jack riuscรฌ ad intrappolare il diavolo proteggendosi con delle croci disegnate su un  portafogli e poi sul tronco di un albero: dietro promessa di essere lasciato in pace Jack liberรฒ il demonio. Anni dopo Jack morรฌ, ma non lo vollero in Paradiso perchรฉ era un peccatore, e non lo volle nemmeno il diavolo che era tenuto a rispettare il patto. Forse mosso a pietร , il demonio offrรฌ a Jack un tizzone per illuminare il suo viaggio di anima vagabonda, e il povero spirito mise il tizzone all’interno di una rapa bucherellata per ripararlo dal vento.
Da allora Jack vaga sulla terra.

La rapa divenne una zucca solo successivamente, quando gli immigrati irlandesi andarono a cercare lavoro in America ma, non avendo a disposizione il loro tubero, decisero di utilizzare le zucche di cui il paese era tanto ricco: le tradizioni irlandesi si diffusero velocemente negli Stati Uniti, e dagli Stati Uniti di nuovo verso l’Europa dei giorni nostri.

Vorrei quindi rasserenare chi pensa che in questo giorno “Satana vada in giro a raccattare anime” ( vi giuro che mi hanno detto questo): Halloween puรฒ essere un giorno davvero speciale, un giorno in cui sentire piรน vicini i nostri cari defunti.
E’ ancora in uso la tradizione di lasciare un’offerta per gli spiriti e di mettere a tavola un piatto in piรน per loro, in questo giorno dove hanno il permesso di tornare sulla Terra per farci visita.

Ci sarebbe ancora moltissimo da dire su questo giorno, ho voluto solo lasciarvi alcuni cenni storici e piccole curiositร  sperando di aver stuzzicato il vostro interesse.

Per le mie ricerche ho letto un libro davvero interessante, ovvero “Le vere origini di Halloween” oltre ad un articolo molto interessante di Aradia Morningstar – Stregoneria e Tarocchi ( curiosate sulla loro pagina Facebook).

Per i piรน piccini, ma anche per gli adulti, suggerisco un film di animazione dolcissimo: “Coco”, Disney Pixar del 2017.

Non mi resta che augurarvi Happy Halloween!

– 31 Ottobre 2021 –